RETAIL 4.0

Riconoscimento facciale: Alipay fornirà filtri di bellezza per pagare nei negozi

La società di mobile payment lanciata da Alibaba aggiungerà presto filtri di bellezza quando il cliente paga attraverso la facial recognition. Molti infatti ritengono che i sistemi di pagamento di next generation li rendano “brutti”. Così Alipay convince l’acquirente a preferire la sua piattaforma ad altre

Pubblicato il 19 Lug 2019

filtribellezza

Le nuove tecnologie di riconoscimento facciale di Alipay ci renderanno più belli. Le straordinarie potenzialità degli strumenti di facial recognition stanno venendo gradualmente alla luce in molti ambiti, in particolare nei pagamenti e nel retail, ma stanno emergendo anche le prime criticità, e non solo quelle più note, relative alla sicurezza e alla privacy degli utenti. Il riconoscimento facciale ha implicazioni di natura estetica.

Lo ha capito Alipay, che ha deciso di passare all’azione per cercare di offrire una soluzione più gradita al cliente. La società lanciata dal colosso di ecommerce Alibaba aggiungerà presto filtri di bellezza quando il cliente effettua il pagamento attraverso il sistema di riconoscimento facciale. L’aggiornamento, annunciato nei giorni scorsi, dovrebbe diventare operativo nei retail store in Cina entro una settimana.

Che cosa fa Alipay

Alipay è una piattaforma di pagamento online lanciata nel 2004 in Cina da Alibaba Group, il colosso cinese dell’e-commerce fondato e guidato da Jack Ma. È stata definita l’alter ego di Alibaba nel campo dei pagamenti. Il suo potenziale è rivoluzionario perché, in sostanza, consente il pagamento con e-wallet attraverso un provider third party. In altre parole con Alipay non c’è bisogno di carte di credito, si paga sempre e soltanto con il cellulare. Non solo il denaro contante non è più necessario, ma nemmeno qualsiasi oggetto “esterno” come una carta di pagamento. Una modalità pensata anche e soprattutto per i Millennials, che potrebbero avere difficoltà ad aprire un conto bancario o attivare una credit card. Oggi più di mezzo miliardo di cinesi usa la mobile app per pagare.

L’ossessione per l’estetica: il caso FaceApp

Che l’estetica sia una questione rilevante per le persone – asiatiche o occidentali che siano – lo si era capito da molti segnali, tra cui, solo per fare un esempio, la recente viralità di FaceApp, applicazione che consente di inserire filtri nella foto di un volto per invecchiarlo di diversi decenni, oltre a varie altre soluzioni di modifica e miglioramento di immagini. FaceApp è diventata una moda sui social network, coinvolgendo moltissime persone in tutto il mondo (vip compresi). L’allarme lanciato dai democratici americani all’Fbi sul possibile utilizzo di questi dati da parte della società russa fornitrice dell’app (con relativa violazione della sicurezza e delle regole sulla privacy) non ha per ora impedito la sua diffusione.

Alipay e riconoscimento facciale: filtri come vantaggio competitivo

In Cina, a confermare l’attenzione degli utenti per l’estetica in tutte le sue sfaccettature, è arrivato un sondaggio di Sina Technology secondo il quale il 60% degli intervistati ritiene che i sistemi di pagamento di prossima generazione li rendano “brutti”. Un’esperienza che, per la verità, è capitata più o meno a tutti: spesso le foto scattate senza preavviso o in velocità, e poi utilizzate per documenti di identità, tesserini, pass o altro, restituiscono un’immagine del fotografato non esattamente corrispondente ai massimi canoni di bellezza.

I filtri di bellezza di Alipay puntano ad acquisire un vantaggio competitivo: l’utente consapevole che, in un determinato store, sarà fotografato in condizioni necessariamente dimesse (di mattina, assonnato, senza trucco), ma ne ricaverà un’immagine molto migliore del reale, finirà per optare per quel negozio, e non per un altro privo di questa soluzione aggiuntiva.

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