Si è sollevato un certo stupore alla notizia della volontà di acquisto (in cordata con Oracle) di una quota della divisione americana di Tik Tok da parte di Walmart. Ma non è certo questa la prima volta che Walmart fa un “bold move” per accelerare competenze (e clienti) che non fanno parte della sua essenza di big-box retailer.
Non è un segreto che da tempo Walmart stia cercando di attrarre quelle generazioni che non hanno esattamente il culto dell’ “Everyday low price” (che da decenni il più grande retailer fisico al mondo professa), ma sono più vicine a logiche di economia circolare o, anche più semplicemente, non vogliono fare acquisti dove genitori e nonni comprano. E non è una novità sia perché il CEO Doug McMillon lo ha apertamente dichiarato durante l’ultimo NRF (gennaio 2020), sia per tutte le mosse fatte in questi ultimi anni.
Andando indietro nella sua storia recente troviamo l’acquisizione di Jet.com nel 2016 per 3.3 billions per poter entrare nel mondo dell’e-commerce (su determinate categorie di clienti non attratti da walmart.com ) dalla porta principale. Salvo poi, integrate tutte le competenze, scegliere di chiudere questa unit mesi fa. O ancora la scelta di prendere Bonobos nel 2017 per 310 milioni di dollari, soprattutto per poter capire meglio le logiche omnicanale di una realta’ nata per avere negozi fisici senza magazzino. Per non parlare di FlipKart, comprata per la “modica” cifra di 16 miliardi, con lo scopo di penetrare il mercato indiano più velocemente di Amazon.
In quest’ottica sembra meno sorprendente la scelta di questo colosso di cogliere l’occasione di prendersi una fetta del social media con il più alto tasso di crescita, soprattutto tra gli under 40.
Un mix di acquisizione di competenze, differente approccio a diverse generazioni e integrazione verso una crescita nel mondo digitale: queste in estrema sintesi le ragioni della mossa di Walmart
Ma la verità è che tutto il settore sta evolvendo verso un’integrazione omnicanale, dove le agorà digitali giocano un ruolo sempre più importante. Basti osservare, ad esempio, alla crescita del video commerce in questi ultimi mesi (soprattutto in Cina), o le nuove strategie di “Drive to store” basate proprio su azioni geolocalizzate attraverso IG e Facebook (tra gli altri). Insomma, per quanto il piu’ grande retailer al mondo avrebbe potuto restare alla finestra a guardare, lasciando ad altri il controllo di questa parte ormai fondamentale della customer journey ?
Perciò, seppur dobbiamo partire dal principio che ben poche realtà economicamente solide come Walmart potevano permettersi investimenti di tali dimensioni per fare R&D, credo che, ancora una volta, questo retailer abbia fatto un’ottima scelta nel prendersi il 7.5% di Tik Tok…
Con Amazon il CEO di Walmart Doug McMillon sta giocando un campionato a due squadre per il dominio del settore del retail a livello mondiale
Ultima nota che vale la pena sottolineare è li fatto che, con questo azione di M&A, il CEO di Walmart si è conquistato un posto nel board di Tik Tok Global: non banale, soprattutto se pensi che il tuo prossimo successo (o la tua prossima minaccia) possa arrivare dal paese dei renminbi.