Amazon lancia il suo primo grocery store, o negozio di alimentari fisico, anzi il terzo. Il nuovo spazio, che aprirà i battenti nel 2020 a Woodland Hills, California, rappresenta un’ulteriore mossa del colosso dell’ecommerce nel mondo dei negozi di alimentari dopo l’acquisizione due anni fa di Whole Foods Market, e il lancio nel 2018 di Amazon Go, il supermercato totalmente automatizzato dove si può fare la spesa e uscire senza passare da casse né cassieri. Il marchio del nuovo grocery store, di cui non è ancora stato specificato il nome, sarà infatti distinto da quello di Whole Foods e avrà casse da supermercato tradizionale.
La notizia si è diffusa quando, qualche giorno fa, l’azienda ha postato sul proprio sito un’inserzione per individuare alcune tipologie di lavoratori, tra cui un “food service associate” e un “grocery associate” da assumere nell’”Amazon’s first grocery store“. In seguito un portavoce dell’azienda ha confermato l’indiscrezione.
“Quando si tratta di negozi di alimentari, sappiamo che i consumatori amano poter scegliere – ha dichiarato il portavoce – e questo nuovo store offre un’opzione diversa da quella di Whole Foods Market, che continua a crescere e rimane leader nella qualità naturale e nel cibo biologico”.
Partendo proprio da Whole Foods (e prendendo poi in esame il caso Amazon Go), vediamo in cosa il nuovo tipo di negozio si differenzierà dagli altri e perché il big dell’ecommerce continua a puntare sugli spazi fisici.
Amazon e il grocery: un conflitto di posizionamento con il cibo biologico di Whole Foods
A giugno 2017 l’azienda fondata e guidata da Jeff Bezos ha acquisito per 13,7 miliardi di dollari Whole Foods, catena statunitense proprietaria di oltre 400 punti vendita di cibo organico e biologico. Ha così fatto irruzione nel settore di vendita di prodotti alimentari freschi, inserendosi in un campo dove operano varie società e startup. L’azienda acquisita ha poi continuato ad operare come marchio separato da Amazon. “Whole Foods piace a milioni di persone perché offre i migliori alimenti organici e naturali, rendendo divertente il mangiare salutare”, ha dichiarato all’epoca Bezos. Con il tempo, però, è emerso un conflitto di posizionamento: da un lato Whole Foods ha una posizione salutista e attenta alla qualità del cibo, dall’altra Amazon ragiona come un ingrosso che cerca di fornire qualsiasi cosa sia richiesta al prezzo più basso possibile. Come scrive Antonio Dini su CorCom, “da tempo gli analisti si aspettavano che Amazon creasse un secondo marchio retail con il quale posizionare una serie di prodotti che non poteva mettere nei negozi fisici di Whole Food. Attualmente le vendite nei negozi fisici di Amazon, la stragrande maggioranza dei quali sono Whole Foods, nel terzo trimestre fiscale sono in calo dell’1.3% anno su anno, attestandosi a 4,19 miliardi di dollari”. Questo sarebbe uno dei motivi per cui Amazon ha deciso di lanciare i nuovi grocery store con il proprio marchio.
Amazon e il grocery: il rallentamento di Amazon Go per i costi della tecnologia
Con Amazon Go, Amazon si è ulteriormente lanciata nel mondo dei negozi fisici, ma scegliendo una chiave di totale automazione: per fare la spesa è sufficiente scaricare l’app di Amazon Go, creare un conto Amazon e utilizzare lo smartphone per identificarsi all’ingresso del negozio, tramite la scansione di un codice. Da quel momento si possono prelevare i prodotti che si desiderano: il supermercato controlla la spesa di ogni cliente grazie a sensori posti sugli scaffali e a centinaia di telecamere posizionate sul soffitto, e provvede automaticamente a conteggiare ciò che è stato acquistato grazie a un sistema di intelligenza artificiale basato sul machine learning. Quando si esce, si riceve il conto della spesa direttamente sullo smartphone.
Lanciata nel 2018, Amazon Go doveva aprire 56 location entro la fine del 2019 e 156 entro il 2020. Obiettivo finale: arrivare a 3.000 supermercati tech entro il 2021. Per il momento ha inaugurato poco più di una quindicina di store, tutti negli Stati Uniti e tutti in grandi aree metropolitane.
L’apparente rallentamento nell’espansione di Amazon Go potrebbe essere il risultato di numerosi fattori: i costi di sviluppo del progetto, la difficoltà di far scalare la tecnologia in luoghi più vasti e più trafficati degli attuali, le preoccupazioni sul basso tasso di adozione fuori dai centri urbani, la necessità di individuare spazi con soffitti molto alti per collocarvi le telecamere, la necessità di avere sempre nelle vicinanze un magazzino ecc. ecc.
Queste motivazioni sono utili a capire perché Amazon ha deciso di esplorare anche una terza via nel grocery fisico.
Perché Amazon continua a puntare sui negozi fisici
Il nuovo grocery store di Amazon, sebbene finora abbia solo una location confermata, punta all’ulteriore affermazione di Amazon nel mercato del grocery, dove Walmart è leader e l’azienda di Jeff Bezos ancora un piccolo player. L’espansione nel grocery fisico può aiutare il più grande retailer online mondiale in vari modi: per esempio contribuisce a fidelizzare i consumatori che tendono a fare acquisti ogni settimana nello stesso negozio locale, e consente all’azienda di far crescere rapidamente i propri ricavi.
Forti di centinaia di punti vendita, il colosso dell’ecommerce potrebbe lanciare l’assalto al già citato Walmart ma anche a CostCo e ad altri supermercati tradizionali. La presenza di store fisici potrebbe essere anche l’occasione per Amazon di creare una rete simile a quella degli Apple Store, mettendo in vetrina i prodotti proprietari come la linea di dispositivi Echo, basati sulla piattaforma vocale Alexa, e facendo toccare con mano questa tecnologia ai potenziali clienti.