Poste Italiane e le startup. In maggio l’italiana Milkman, a luglio la tedesca Sennder. Il gruppo guidato da Matteo Del Fante è al lavoro per rivoluzionare la sua logistica e lo sta facendo secondo il modello dell’open innovation: acquisendo tecnologie e competenze da imprese innovative.
Gli investimenti di Poste Italiane sulle startup
Non è la prima volta che Poste investe su una startup o scaleup e non sarà certo l’ultima. Il 2019 è stato l’anno dei servizi finanziari: ha guidato il round da 40 milioni di Moneyfarm e ha partecipato a quello di 20 milioni della piattaforma di open banking Tink. Nel primo semestre 2020 le attività di open innovation hanno invece avuto come focus la logistica, in due diversi momenti del processo: il trasporto di lungo raggio su camion, il cosiddetto Full Truck Load (Sennder), e le consegne dell’ultimo miglio (Milkman).
Se da un lato la pandemia da coronavirus ha allontanato l’obiettivo del Piano Industriale di Poste (portare il margine operativo lordo a 1,8 miliardi), dall’altro ha fatto esplodere l’ecommerce e quindi il volume dei pacchi in movimento che ha mitigato il calo della corrispondenza nei conti della semestrale 2020, che ha evidenziato anche la crescita dei pagamenti digitali e del canale digitale.
Adesso c’è quindi da lavorare su un’attività, il trasporto e la consegna pacchi, in cui Poste è leader ma dove sono necessari importanti interventi per l’ottimizzazione dei costi e il miglioramento della qualità del servizio per rispondere alle nuove esigenze e aspettative: obiettivi che si possono raggiungere solo adottando tecnologie e modelli operativi innovativi. Il modo più veloce per farlo è prendere fuori quello che c’è già, rinunciando alla tentazione di fare tutto da soli (come in Poste era successo qualche anno fa con Qurami).
Poste italiane e le startup: che cosa trova in sennder
In “settori cruciali come l’eCommerce e il digitale Poste è in anticipo di due anni”, ha detto con orgoglio di recente l’amministratore delegato Matteo Del Fante. Ma il percorso non è certo completato. Di che cosa può avere bisogno la più grande azienda italiana per numero di dipendenti (129mila di cui circa 27mila portalettere) con 158 anni di storia, oltre 30mila mezzi e 1800 centri di distribuzione, ricavi pari a 5,1 miliardi nel primo semestre 2020 da due piccole aziende fondate entrambi nel 2015?
Seppure presente in una comunicazione ufficiale, ecco la risposta molto chiara del CEO di Sennder David Nothacker: “Sennder introduce comunicazioni basate su cloud e una tracciatura migliorata, assieme ad un’organizzazione più efficiente della mappatura logistica, in un’industria che ancora oggi si avvale prevalentemente di fatture spedite via fax o in formato cartaceo. Il nostro sistema di tracciamento GPS aiuterà Poste Italiane fornendo delle stime di arrivo con elevata precisione”. Del Fante definisce Sennder “la Uber dell’autotrazione”. Alla joint venture Sennder Italia è affidato un pesante restyling ad alta intensità tecnologica del traporto merci in Italia che permetterà di ridurre le emissioni di CO2 e di risparmiare il 6% sulle spese annue per trasporti a carico completo (pari a 100 milioni di euro).
Poste Italiane e Milkman: le consegne on demand
MLK Deliveries, la nuova società guidata da Francesco Montuolo, invece dovrà gestire la nuova era delle consegne on demand, rivoluzionando un servizio finora pensato e fatto a misura di chi spedisce e sulla base delle di esigenze di chi traporta. Spiega Antonio Perini, founder di Milkman: “Il trasporto esiste da quando hanno inventato la ruota, il problema delle consegne è che quando fai un acquisto online si attiva una catena di una dozzina di operatori ciascuno orientato a massimizzare il proprio profitto. Oggi la tecnologia permette di monitorare tutta la filiera e soprattutto di mettere dentro anche il consumatore, che storicamente è un destinatario passivo”. Adesso invece può dire la sua, indicare il giorno in cui ricevere un pacco e addirittura scegliere la fascia oraria di consegna per lui più comoda.
Un lavoro molto complesso quello della personalizzazione della consegna di un pacco, che diventa economicamente sostenibile solo se abilitato da una piattaforma tecnologica che ottimizza e guida i movimenti del corriere sulla base dei desiderata del destinatario. Questo ha comprato, per 15 milioni, Poste da Milkman in esclusiva per l’Italia: la possibilità di dare un’esperienza distintiva a chi riceve un acquisto fatto online grazie a un software e a un modello operativo innovativo. Un rovesciamento del paradigma tradizionale che metteva al centro del servizio il mittente e solo il mittente. Adesso anche chi riceve un pacco diventa cliente.
Che cosa farà MLK Deliveries
Nel secondo trimestre 2020 per Poste c’è stato un incremento record dei volumi dei pacchi gestito: +54% rispetto allo stesso periodo del 2019, con quasi 19 milioni di pacchi consegnati (+70,5%). Durante il lock down si è arrivati fino a 1 milione di pacchi al giorno. Adesso c’è da scaricare l’intelligenza di Milkman su questi numeri, pian pianino. Il servizio entra nell’offerta di Poste Delivery Business con l’obiettivo di venderlo a chiunque faccia ecommerce. Per il 2020 sarà disponibile nelle principali 10 città italiane, più Genova e Napoli, dove è partito a fine luglio. Alcuni accordi sono già stati fatti per le consegne cosiddette same day, cioè nello stesso giorno, con Eataly, ad esempio, primo passo di un ingresso nel mondo del grocery, estraneo alla tradizione di Poste.
Il servizio di schedule delivery proposto da MLK è unico in Europa (e infatti Milkman continuerà a lavorare come tech company per esportarlo in altri Paesi) ed è un servizio premium. Siamo in una una nicchia, almeno per il momento. Ma l’esperienza proposta di interazione digitale con il corriere è un modello che in prospettiva diventerà lo standard per qualsiasi tipo di consegna, in qualsiasi città. In MLK Deliveries lavorano oggi 30 persone, che diventeranno 40 entro la fine del 2020. Basta poco, anche in una grande azienda, per preparare il futuro.