La logistica sta diventando sempre più un vero e proprio asset strategico, perciò stanno nascendo nuovi operatori logistici con innovativi modelli di business quali gli eFulfillment Provider.
L’eCommerce continua a crescere e ha superato i 45 miliardi di euro nel 2022, rappresentando l’11% del totale retail, come riportato dall’Osservatorio del Politecnico di Milano. Per le aziende, il fattore critico di successo è diventata la Customer Experience (CX), con acquisti veloci e consegne molto rapide che portano i consumatori a preferire l’online al negozio fisico. Secondo PwC, per un’esperienza appagante, le persone sono disposte a pagare fino al 16% in più.
In questo contesto, è del tutto naturale che la logistica si trasformi dalla tradizionale commodity ad un vero e proprio asset strategico.
Le sfide dell’eFulfillment: arriva il Q-Commerce
Qualsiasi retailer vorrebbe vincere la sfida della CX, ma le esigenze del consumatore pongono enormi sfide sotto il profilo logistico, perché:
- I magazzini si trovano a gestire un’impennata di ordini di piccola entità, e quindi un incremento importante dei costi di gestione;
- I clienti vogliono il maggior numero possibile di informazioni: oggi, il tracking dovrebbe seguire l’acquisto in tempo reale;
- I consumatori si sono abituati a consegne standard in 24 / 48 ore dall’ordine;
- Le procedure di reso devono essere semplificate al massimo.
A complicare ulteriormente le cose è arrivata la tendenza del Quick Commerce (o Q-Commerce), i cui pilastri sono l’estrema velocità e precisione di consegna, che deve avvenire anche in un’ora o meno. Si parla anche di consegna on-demand perché il pacco può essere recapitato dove si trova l’acquirente, sia esso in palestra o al ristorante.
Mettere in pratica un modello di Quick Commerce crea un vantaggio competitivo enorme, ma richiede velocità estrema nell’elaborazione degli ordini (fulfillment) e, soprattutto, la continua distribuzione dei prodotti in un network di piccoli centri logistici, senza il quale non sarebbe possibile fare consegne di prossimità. In altri termini, l’azienda deve avere il prodotto disponibile per il cliente quando questo lo ordina e in un magazzino vicino a lui: come si può facilmente immaginare, l’intelligenza dietro a un network del genere deve essere straordinaria.
Il percorso verso la logistica 4.0
Molti retailer, quanto meno da un certo volume d’affari in su, non sono in grado di affrontare da sé le sfide logistiche appena elencate. Se è vero che la spedizione e l’ultimo miglio sono sempre state affidate a corrieri e vettori, lo stesso non si può dire della gestione dell’ordine e dei flussi logistici di magazzino, che rappresentano la sfida più grande per le imprese.
Digitalizzare i flussi logistici è l’unica soluzione vincente. Bisogna far sì che gli ordini ricevuti dall’eCommerce (o ERP) vengano inviati istantaneamente a sistemi esecutivi avanzati (WMS) e che questi, a loro volta, ottimizzino tutti i processi logistici interni, compreso il più oneroso di tutti, il picking. Occorre implementare soluzioni di automazione (i magazzini automatici), usare trasloelevatori e miniload, gestire le rotazioni e il posizionamento dei prodotti in funzione delle previsioni di vendita, oltre a implementare alert avanzati per evitare rotture di stock e automatizzare gli approvvigionamenti.
Come facilmente intuibile, non tutti i retailer possono contare su un livello organizzativo e tecnologico adeguato, nonché sulle risorse e le competenze giuste per ottimizzare i tempi e i costi della logistica 4.0. L’outsourcing è la strada da percorrere.
L’avanzata degli eFulfillment Provider: cosa sono
L’avanzata dell’eCommerce e un consumatore molto esigente non hanno soltanto favorito la crescita della logistica conto terzi (o Contract Logistics), recentemente approdata a 91,8 miliardi a fine 2022 (+2,8%, Osservatorio PoliMi), ma hanno anche determinato la nascita di nuovi operatori logistici con innovativi modelli di business.
Oggi i retailer si possono rivolgere a operatori di magazzino specializzati in eCommerce, a marketplace che gestiscono anche le consegne e ad altri player il cui obiettivo è supportare, con un’offerta ampia e modulare, tutte le loro esigenze logistiche. A questi si dà convenzionalmente il nome di eFulfillment Provider.
La caratteristica principe di questi operatori è proprio la flessibilità dell’offerta. Possono gestire e ottimizzare i processi di magazzino, aggiungervi il coordinamento e la supervisione di tanti corrieri e vettori, oppure – caso più comune – governare in forma ottimizzata tutto il percorso che va dalla ricezione dell’ordine alla consegna nonché la logistica di ritorno, ovvero i resi.
Trattandosi di player innovativi, sono attrezzati con strumenti di logistica 4.0 e possono garantire livelli di servizio molto elevati; fanno uso di magazzini automatici, ottimizzano i flussi e possono esercitare un impatto positivo sulla CX e sui risultati di business. Gli operatori più evoluti possono implementare forme di Q-Commerce senza imporre ai clienti sostanziosi investimenti CapEx.
Come tutte le forme di outsourcing, l’obiettivo è permettere al cliente di concentrarsi sul business delegando processi operativi che, come si è visto, nel tempo sono diventati fondamentali per la competitività dei brand. Qui, in più, c’è la possibilità di modulare in modo sartoriale i servizi in funzione delle proprie esigenze: a titolo d’esempio, non è raro che gli eFulfillment Provider si facciano carico anche del Contact Center omnicanale, che non ha attinenza con i flussi logistici ma è un fattore essenziale per la CX. Non da ultimo, possono operare con un modello di business pay-as-you-go che allinea il costo dei servizi al loro effettivo utilizzo, evitando alle imprese qualsiasi spreco di budget.