I disagi causati dal Covid-19 stanno avendo effetti sempre più concreti sul settore retail, effetti rilevati da un recente studio americano che afferma che con la pandemia quattro attività su cinque hanno dovuto rivedere il modo in gestiscono la propria filiera. I gemelli digitali sono visti in questo senso come uno strumento particolarmente efficace tanto che, stando a un’analisi effettuata dal Boston Consulting Group, gli early adopter di questa tecnologia stanno registrando una diminuzione del 10% delle spese in conto capitale (Capex), riduzioni delle giacenze in magazzino del 5% e miglioramenti al margine operativo lordo (Ebitda) da 1 a 3 punti percentuale.
Cosa sono i gemelli digitali
Quello dei gemelli digitali è un concetto nato nel mondo dell’ingegneria e da lì esteso a quasi ogni ambito del reale. Si tratta di un modello digitale dettagliatissimo che rappresenta una vera e propria replica virtuale alimentato da informazioni aggiornate in tempo reale. Può essere applicato a componenti meccaniche, oggetti di ogni tipo, luoghi come intere città, così come a processi o alle persone in carne e ossa.
L’affermazione dei digital twin va di pari passo con l’esplosione dell’IoT, supporto fondamentale per ottenere la smisurata mole di informazioni necessaria per fare simulazioni di eventi e proiezioni di comportamenti e arrivare a una progettazione in cui ogni aspetto viene pianificato e previsto. Se l’ideazione dei gemelli digitali non è qualcosa di propriamente nuovo, l’applicazione nel mondo del retail è ancora nelle sue prime fasi e rappresenta una sorta di avanguardia per il settore, che deve ancora scoprirne e apprezzarne le potenzialità.
Gemelli digitali: l’applicazione nel retail
Il potenziamento e la maggiore accessibilità di sensori in grado di rilevare una enorme mole di dati, e la progressiva digitalizzazione della realtà fisica, stanno ponendo le basi per la diffusione dei digital twin anche nel commercio al dettaglio dove possono trovare molteplici applicazioni. Al di là del loro uso nella fase di produzione di un oggetto, un processo che può diventare dinamico e intrecciarsi con il feedback degli utenti negli store, i gemelli digitali nel retail possono essere sfruttati principalmente per migliorare la customer journey e rendere più flessibile la supply chain.
L’attenzione nei confronti del consumatore/prospect è fondamentale nel settore delle vendite al dettaglio e l’implementazione di uno strumento così potente può consentire di testare nuovi scenari in tempo reale senza intervenire sulla realtà pratica. Per fare un esempio concreto, Dassault Systèmes – specializzata in modeling 3D – realizza con Store Electronic Systems una copia digitale tridimensionale di un negozio resa viva da un feed costante di sensori che riportano i prezzi delle etichette sui prodotti o la presenza di promozioni. A questi dati si possono poi aggiungere eventuali punti di interesse, affollamenti e conversion rate oltre che informazioni esterne come il flusso dei clienti in entrata/uscita dal locale, la disponibilità della merce a magazzino e magari anche la densità del traffico nei dintorni e le condizioni meteo in base all’orario.
I06 digital twin non si adattano bene a piccole attività, ma vedono la loro ideale applicazione in business di notevoli dimensioni. Per fare un esempio i gemelli digitali sono stati adottati dalla catena di ristoranti CKE, una delle più grandi ed antiche degli USA, con lo scopo di testare diverse configurazioni per gli ambienti dei locali e migliorare i flussi degli inservienti in cucina e l’esperienza dei clienti.
QUI UN APPROFONDIMENTO SUI GEMELLI DIGITALI NEL RETAIL
Gli effetti potenziali
Tutto ciò consente di perfezionare le previsioni sui comportamenti degli utenti, flussi in entrata/uscita, regolare i prezzi, modellare le politiche di sconti, migliorare i touchpoint col cliente e fornire risposte più rapide alle richieste della clientela. Il fine ultimo può essere l’identificazione di diversi pattern di consumo in base a cui tarare processi di marketing segmentation sempre più raffinati. La frontiera di un simile si congiunge con il gemello digitale del consumatore e prefigura un modello di vendita personalizzata per ogni cliente e quasi del tutto automatizzata.
L’impatto di questi digital doppelganger può trovare spazio anche nei processi interni di una attività: sia nel layout degli spazi espositivi che per quanto riguarda la gestione energetica (illuminazione, riscaldamento/raffreddamento degli ambienti) o della sicurezza dei locali, l’adozione di forme di check-out innovative per evitare colli di bottiglia e assembramenti (quanto mai indesiderati in questo periodo) così come la turnistica del personale e le giacenze in magazzino.
Gli aggiornamenti in tempo reale dell’andamento delle vendite, delle casse e del magazzino offre ai retailer la possibilità di ridurre le rotture di stock. La presenza di informazioni aggiornate in tempo reale unita a una solida serie storica di dati può essere sfruttata per forniture più accurate, rimpiazzi mirati, minimizzare sprechi di spazi e merce e ottimizzare i flussi di cassa.
Il grande pregio dei gemelli digitali quindi è quello di consentire di immaginare e provare diversi scenari senza prendersi tutti i rischi che comporterebbe un live test. L’introduzione di una soluzione innovativa come il check-out automatizzato potrebbe essere simulato in dettaglio, osservandone l’integrazione con processi e strutture esistenti. Il possibile cambiamento potrebbe quindi essere rivisto, testato e perfezionato prima di essere messo in pratica in negozio.
Le condizioni necessarie
Da una parte la capacità dei digital twin di adattarsi dinamicamente riflettendo le modifiche della controparte reale permette di rendersi conto di situazioni che non emergono solamente osservando i dati. Dall’altra però bisogna notare che un gemello digitale non è una bacchetta magica e la sua adozione, a fronte di innumerevoli benefici potenziali, richiede la presenza di alcune condizioni, senza le quali non è consigliabile.
Prima di tutto è fondamentale la presenza di una fonte costante di dati digitali sui diversi aspetti del business e di volumi molto consistenti di informazioni storiche sull’attività, essenziali per “sfamare” l’Intelligenza Artificiale e i processi di machine learning. Vengono poi indicate come condizioni non obbligatorie, ma utili anche la possibilità di applicare ragionamenti decisionali complessi che possano comprendere diversi esiti e la presenza di processi scalabili e ripetibili.
Com’è possibile comprendere quindi i digital twin non si adattano bene a piccole attività, ma vedono la loro ideale applicazione in business di notevoli dimensioni. Per fare un esempio i gemelli digitali sono stati adottati dalla catena di ristoranti CKE, una delle più grandi ed antiche degli USA, con lo scopo di testare diverse configurazioni per gli ambienti dei locali e migliorare i flussi degli inservienti in cucina e l’esperienza dei clienti.
(Articolo aggiornato il 06/04/2021)