Tradizione e innovazione possono convivere nel nome del made in Italy. Potrebbe essere sintetizzata così la storia della scaleup Lanieri.com, primo ecommerce italiano di abiti su misura maschili. Un caso di successo nel settore della moda Made in Italy: un’azienda che ha portato l’esperienza della sartoria tradizionale sul web.
Come nasce Lanieri e che cosa fa
Nata nel 2012 da un’idea dei fondatori Simone Maggi e Riccardo Schiavotto, due giovani ingegneri, e “allevata” presso l’incubatore I3P del Politecnico di Torino, Lanieri è il primo ecommerce 100% Made in Italy dedicato all’abbigliamento maschile. Grazie ad un servizio su misura interamente online, che sfrutta una piattaforma omni-channel e un innovativo algoritmo per l’analisi delle misure anatomiche, Lanieri è in grado di coniugare tecnologia e tradizione, permettendo di creare il proprio capo su misura.
Abiti, pantaloni, giacche, camicie e accessori: questi sono solo alcuni dei prodotti disponibili, personalizzabili in pochi clic e consegnati in tutto il mondo in 4/5 settimane, prodotti secondo una filiera rigorosamente italiana, dai tessuti di qualità alla manodopera. Sulla propria piattaforma, Lanieri, che si appoggia ai noti produttori di tessuti italiani (da Reda a Zegna a Loro Piana), ha anche implementato l’innovativa tecnologia del configuratore 3D. La resa tridimensionale live permette di scegliere tra oltre 10 milioni di combinazioni diverse, per creare un capo su misura davvero unico: dallo stile della giacca, al colore dell’asola del rever, al modello dei bottoni, fino al numero di pinces sui pantaloni.
I numeri e la crescita di Lanieri
Già nel 2015 Lanieri riesce a fatturare un milione di euro – con una crescita del 150% sull’anno precedente – in un settore, come quello della moda made in Italy, tradizionalmente più affezionato alle boutique che all’online. Un successo dovuto al fatto che Lanieri si basa su un’impostazione marcatamente omnichannel, unica nel suo genere in Italia, che associa la possibilità di ordinare il proprio capo online a quella di toccare con mano tessuti ed effettuare l’ordine anche offline, in atelier o temporary shop in città selezionate. E dopo gli incoraggianti risultati ottenuti nel 2015, l’azienda, il cui flagship store si trova a Milano, apre a Roma, nel cuore del quartiere Prati, il suo secondo atelier e dà il via al piano di espansione per il 2016, con la creazione di negozi a Torino, Monaco di Baviera e Parigi.
Un milione di fatturato e nuovi atelier: così cresce una sartoria online
Quello estero è infatti un mercato particolarmente promettente per Lanieri, tanto che circa il 30% degli ordini proviene da Paesi stranieri (Francia, Gran Bretagna e Stati Uniti in testa) dove la produzione della moda Made in Italy resta ancora particolarmente attraente. E il settore del made to measure maschile, secondo uno studio di IBIS World, è quello con più possibilità di business, con una crescita del 14% prevista per i prossimi 5 anni.
E proprio nel 2016, infatti, continua la crescita della giovane impresa: “Abbiamo puntato molto sull’internazionalizzazione del progetto – il fondatore e CEO Simone Maggi – Con un tasso di crescita che in alcuni mesi dell’anno ha toccato il +350% abbiamo capito subito che dovevamo spingere al massimo sull’acceleratore per esportare il nostro innovativo modello di vendita omnichannel nei paesi dove la richiesta di Made in Italy di qualità è maggiore”.
Fatturato 2016 cresciuto del 200%, numero di clienti triplicato, ordini in aumento del 150%, oltre 50 paesi raggiunti sono le cifre che testimoniano come la società fondata da Simone Maggi e Riccardo Schiavotto sia ormai un caso di successo nel settore della moda Made in Italy.
Lanieri e l’open innovation: la scaleup adottata dalla storica azienda Reda
Nel 2016, dopo un investimento iniziale di 1,5 milioni di euro, un pool di lanifici biellesi, tra cui la storica azienda Reda, ha aumentato la partecipazione in Lanieri: arriva così a 4,5 milioni il finanziamento complessivo per la giovane società che vende online abiti da uomo su misura rigorosamente made in Italy.
“Lanieri rappresenta per Reda una finestra sul futuro, su un mondo che sta cambiando e che sicuramente diventerà sempre più digital” ha detto dice Ercole Botto Poala, Ceo della Successori Reda.
In questo video, l’ad del lanificio Reda, Ercole Botto Poala, e il co-founder della sartoria online Lanieri, Simone Maggi, raccontano come funziona la collaborazione tra un’azienda del made in Italy con 150 anni di storia e una giovane impresa.
La strategia di Lanieri: non solo online ma anche offline
La risposta del pubblico è positiva: in pochi anni Lanieri ha conquistato la fiducia di oltre 5.000 clienti che hanno deciso di acquistare capi dell’abbigliamento maschile su misura (come abiti, camicie, smoking, cappotti) ad un prezzo altamente competitivo e confezionati con i migliori tessuti italiani. L’80% dei clienti che ha effettuato un acquisto offline in atelier è tornato a comprare online, con un alto tasso di fidelizzazione della clientela: il 50% di chi ha comprato su Lanieri.com, secondo i dati dell’azienda, ha portato a termine anche un secondo acquisto, soddisfatta del prodotto e incoraggiata dalla semplicità del processo d’ordine.
Un processo di fidelizzazione che non è avvenuto solo online ma anche attraverso l’apertura di atelier in Italia (Milano, Roma, Torino, Biella, Bologna) e all’estero (Parigi, Bruxelles, Zurigo) con un duplice format: sia vetrina su strada che atelier all’interno di uno stabile. L’apertura degli atelier hanno aiutato il brand a far vivere ai clienti di persona l’esperienza di Lanieri e convincere anche i più scettici. Nello spazio espositivo è infatti possibile farsi prendere le misure, toccare con mano la qualità dei materiali e farsi guidare attraverso le oltre 10 milioni di combinazioni disponibili. Un processo d’acquisto innovativo al servizio della grande tradizione Made in Italy.
Questa strategia offline ha permesso a tutti i clienti abituati alle dinamiche moderne del fast fashion di avvicinarsi al mondo del su misura, incontrando anche la curiosità e le esigenze degli amanti dei più tradizionali servizi sartoriali.
Tutti i premi vinti da Lanieri
Dopo il Premio Startup Piemonte e Netcomm 2016, alla fine dello stesso anno Lanieri è stata selezionata per entrare a far parte del network internazionale di scaleup supportate da Endeavor Italia. La scelta è ricaduta sui fondatori della società durante l’International Selection Panel di Palo Alto, un programma di scouting che coinvolge numerosi attori della rete di Endeavor (network internazionale di imprenditori e venture capitalist).
Nel 2017 la società che consente di acquistare sul web abiti Made in Italy ha vinto i 5mila euro dell’Italian Master Startup Award promosso da PNICube, associazione degli incubatori universitari. “L’abbiamo scelta per raccolta capitali, fatturato e scalabilità” ha detto il giurato Loris Lanzellotti. “Ha vinto una startup che ha saputo dimostrare come un settore tradizionale e caratteristico del settore industriale Italia, la sartoria di alta gamma, può affermarsi in un modo nuovo e importante a livello globale facendo innovazione sul modello di business e sul processo produttivo attraverso una piattaforma digitale innovativa”, aggiunge Massimiliano Ceaglio, Direttore Operativo I3P.
Lanieri e l’innovazione: i pagamenti in bitcoin
Nel settembre del 2017 l’e-commerce di vestiti sartoriali e made in Italy, oramai scaleup italiana tra le più lanciate, diventa il primo brand fashion tech ad accettare pagamenti in bitcoin. L’obiettivo di questa iniziativa? Conquistare una nuova fetta di clienti internazionali e tecnologicamente maturi, che guardano al mercato del lusso come opportunità per spendere i propri bitcoin e investire in beni di valore.
“Puntiamo a vestire la nuova generazione globale di imprenditori e manager ‘smart nerd’ che sta guidando la rivoluzione tecnologica in corso in ogni settore.” dice Simone Maggi, CEO e cofounder di Lanieri.
In questo video il founder racconta come è andata: “Siamo una società fashion-tech e vogliamo dare servizi innovativi. Bisogna guardare alla tecnologia che sta alla base, la blockchain”.