Nonostante i dazi imposti da Trump l’e-commerce con l’estero, spinto soprattutto dal colosso Alibaba di jack Ma ma, negli ultimi anni, anche da una miriade di micro-realtà, continua a essere un importante pilastro dell’economia cinese. Tanto che tra le 46 nuove specializzazioni delle scuole professionali secondarie varate a giugno c’è anche quella di “commercio elettronico transfrontaliero“, una specializzazione molto richiesta nel Paese.
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L’e-commerce in Cina, i numeri
Le scuole cinesi potranno così iniziare a formare, riporta CorCom, professionisti che rispondano finalmente alla crescente domanda di personale: nel 2018 le transazioni di e-commerce con l’estero hanno raggiunto in Cina i 9mila miliardi di yuan (1.300 miliardi di dollari), rispetto ai 3.150 del 2013, ma il settore dell’istruzione non ha tenuto il passo con il rapido sviluppo dell’industria.
Perché in Cina si studia l’e-commerce a scuola
“La richiesta di professionisti nel commercio elettronico transfrontaliero – sottolinea infatti il direttore della Shanghai Zhenhua Foreign Trade Professional School, Dong Yonghua – sta crescendo al passo con la rapida crescita dell’industria nel Paese, con l’implementazione dell’iniziativa Belt & Road e delle zone di libero scambio”. E quindi ora “abbiamo bisogno di più insegnanti che abbiano sia un’esperienza di lavoro sia una conoscenza teorica del commercio elettronico transfrontaliero”.
E per dare la possibilità agli studenti di imparare il mestiere “sul campo”, le scuole hanno sottoscritto un accordo di collaborazione con diverse aziende locali di e-commerce e di intermediazione doganale, che in futuro “dovrebbe essere ulteriormente rafforzata – ha concluso Dong Yonghua – per dare agli studenti l’opportunità di mettere in pratica ciò che hanno imparato”.
E-commerce in Italia, numeri e startup
Se in Italia il commercio tradizionale arranca, l’e-commerce vola. A scattare la fotografia è l’Istat, che registra a luglio 2018 un +13,6% su luglio 2017 per le vendite online mentre il commercio tradizionale segna un -0,6% complessivo delle vendite in valore e un -1,8% in volume. In questo settore le startup non potevano che giocare un ruolo da protagoniste. Ecco le migliori.
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