OMNICANALITÀ

Amazon e la scalata ai negozi: a Londra un parrucchiere-vetrina delle tecnologie per il beauty

Amazon Salon, nell’East End di Londra, sarà un laboratorio di nuove tecnologie per il beauty, dalla realtà aumentata all’uso del QR Code. Ma è anche un ulteriore passo del big dell’eCommerce nel mondo degli spazi fisici. Ecco i numeri e lo scenario

Pubblicato il 04 Mag 2021

Dentro l'Amazon Salon: l'eCommerce e il beauty

Ora anche il caro, vecchio parrucchiere potrebbe imparentarsi con la tecnologia e con l’eCommerce. Amazon si sta cimentando nel mondo, molto fisico, di forbici, shampoo e tinture per capelli con l’apertura di un Amazon Salon nell’East End di Londra. Ad essere incuriositi o addirittura stupiti, però, sono soltanto i non addetti ai lavori. Chi ha seguito in questi anni la costante evoluzione di un campione di innovazione come Amazon sa bene che da tempo ha avviato un percorso per l’apertura di spazi fisici. In questo caso, poi, al centro ci sono le nuove tecnologie e il mercato del beauty.

Come sarà l’Amazon Salon di Londra

“Sarà un luogo esperienziale in cui mostriamo nuovi prodotti e tecnologie”, ha infatti specificato l’azienda in un post sul proprio blog, aggiungendo che non ci sono piani futuri per aprire altre sedi di Amazon Salon. Una sorta di laboratorio tecnologico, dunque, che occupa uno spazio su due piani in un palazzo su Brushfield Street. Ma quali sono le tecnologie applicate nel Salone di Amazon? Innanzitutto l’Augmented Reality (AR) oRealtà aumentata: i visitatori-clienti potranno giocare con app in grado di mostrare loro come starebbero con un determinato taglio di capelli. Inoltre potranno testare la nuova tecnologia “point-and-learn” che consente di “puntare semplicemente al prodotto a cui sono interessati su uno scaffale espositivo” per visualizzare ulteriori informazioni e opzioni di acquisto su un display nelle vicinanze. Questo include codici QR per l’acquisto di articoli specifici.

Dentro l'Amazon Salon: uno spazio fisico per il beauty
L’Amazon Salon sarà inizialmente aperto solo ai dipendenti Amazon, per tutti gli altri è previsto l’ingresso “nelle prossime settimane”. Non è la prima volta che un negozio di parrucchiere introduce elementi tecnologici per innovare l’offerta. E le proposte di Amazon non brillano per originalità. Ma allora qual è il senso dell’iniziativa?

Amazon e il beauty

Partiamo dai dati: il mercato del beauty, in crescita nel mondo, è cresciuto esponenzialmente anche sul marketplace Amazon. Il settore della bellezza è infatti il secondo dopo quello dell’elettronica. Negli Stati Uniti, nel 2019, il 10% delle vendite totali su Amazon sono state generate da prodotti del mondo beauty.

Ma la liason è di lungo corso. Nel 2015, ormai 6 anni fa, debuttava in Italia la sezione Bellezza e Cura della persona all’interno dell’e-commerce di Amazon. In offerta 15mila prodotti con marchi di diverso posizionamento. Una curiosità: il responsabile categoria beauty per Amazon Italia era Federico Sargenti, poi CEO di everli/Supermercato24.

A giugno 2019 è stato inaugurato l’Amazon Professional Beauty Store, negozio online dedicato alla cosmesi. Obiettivo: vendere forniture di prodotti di bellezza professionali a stilisti, barbieri ed estetisti provvisti di licenza. L’arrivo dell’Amazon Salon a Londra segue il lancio dell’Amazon Professional Beauty Store nel Regno Unito.

Perché Amazon è attratto dal beauty

Come si legge in questo articolo di Beautyindipendent.com, le ragioni per cui Amazon persegue una posizione di leadership nella vendita di prodotti di bellezza sono molteplici.

Motivi finanziari

La bellezza è un’industria multimiliardaria che mostra una crescita costante anche nei momenti in cui le vendite di altri beni di consumo rallentano o ristagnano. Secondo un recente rapporto di Fior Markets, il mercato globale dei prodotti per la bellezza e la cura della persona dovrebbe crescere da $ 493 miliardi nel 2018 a $ 756 miliardi entro il 2026, con un tasso di crescita annuale composto del 5,81% dal 2019 al 2026.

Questione di margini

I margini del beauty sono generalmente più stabili di quelli di altre categorie, perciò offrono ad Amazon spazio per addebitare a marchi e venditori varie commissioni, con la transazione che rimane redditizia per il brand o il retailer.

Questioni strategiche

Amazon considera il commercio globale come un gioco a somma zero, il che significa che, se un’azienda che non è Amazon prevale in una categoria, Amazon la considera persa. Da Kindle ad Amazon Prime, l’azienda si assume i rischi di nuove imprese per impedire ai concorrenti di bloccarne l’azione nell’ambito di una categoria da cui può attingere clienti. “Amazon ha dimostrato di non aver paura di entrare in nuove categorie se ciò significa mantenere il traffico e l’attenzione dei consumatori“, ha dichiarato Nader Naeymi-Rad, imprenditrice e co-fondatrice di Indie Beauty Media Group, proprietaria di Beauty Independent.

Amazon, il beauty e il brick and mortar

Finora però Amazon si era limitata a navigare nelle sterminate acque dell’eCommerce. Adesso, con il negozio di Londra, punta sul “brick and mortar”. Ma anche questa non è una novità.

A giugno 2017 l’azienda fondata e guidata da Jeff Bezos ha acquisito per 13,7 miliardi di dollari Whole Foods, catena statunitense proprietaria di oltre 400 punti vendita di cibo organico e biologico. Ha così fatto irruzione nel settore di vendita di prodotti alimentari freschi, inserendosi in un campo dove operano varie società e startup.

Con Amazon Go, la società si è ulteriormente lanciata nel mondo dei negozi fisici, ma scegliendo una chiave di totale automazione: per fare la spesa è sufficiente scaricare l’app di Amazon Go, creare un conto Amazon e utilizzare lo smartphone per identificarsi all’ingresso del negozio, tramite la scansione di un codice. L’esperimento ha funzionato solo in parte, tanto che poi la multinazionale ha deciso di puntare sulla vendita della tecnologia proprietaria. Tuttavia nel 2020 ha scommesso ancora una volta sul mattone lanciando il suo primo grocery store, o negozio di alimentari fisico a Woodland Hills, California.

Non chiediamoci dunque perché Amazon ha deciso di aprire un salone di parrucchiere, chiediamoci qual è nel 2021 il ruolo dei negozi fisici.

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Luciana Maci
Luciana Maci

Giornalista professionista dal 1999, scrivo di innovazione, economia digitale, digital transformation e di come sta cambiando il mondo con le nuove tecnologie. Sono dal 2013 in Digital360 Group, prima in CorCom, poi in EconomyUp. In passato ho partecipato al primo esperimento di giornalismo collaborativo online in Italia (Misna).

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