L'INTERVISTA

Alessandro Giglio: “Finalmente il made in Italy scopre l’ecommerce”. Un caso anticoronavirus

Alessando Giglio, AD del gruppo che realizza siti ecommerce per aziende del fashion, design, lifestyle e food, spiega perché il Covid-19 sarà un passo storico soprattutto per l’Italia. E racconta il caso di un’azienda del lusso che in piena emergenza, grazie ad alcune iniziative on line, ha visto crescere le vendite del 59%

Pubblicato il 18 Mar 2020

Alessandro Giglio, AD di Giglio Group

“Il coronavirus imprimerà una fortissima accelerazione all’ecommerce e addirittura potrà colmare l’attuale gap del nostro Made in Italy all’estero”: ne è convinto Alessandro Giglio, fondatore e amministratore delegato di Giglio Group, società di ecommerce 4.0 quotata in Borsa, che in questi giorni sta facendo parlare di sé per aver reperito 1 milione di mascherine per la Regione Liguria grazie alle sue strutture e ai suoi contatti in Cina.

Al di là del “caso mascherine”, l’AD del gruppo che lavora per aziende del fashion, design, lifestyle e food è convinto che la pandemia potrebbe finalmente “convincere” i marchi del Made in Italy a scommettere molto di più sul commercio elettronico. E a incrementare così fortemente le vendite all’estero. “Questo è uno di quei passi nella storia dell’umanità – dice a EconomyUp Alessandro Giglio – che segnerà uno scalino in più nel percorso dell’Occidente. In Cina la percentuale di ecommerce è intorno al 55% per cento. In Occidente la media globale è circa il 20%, in Italia oscilla tra il 6 e il 7%. Se le aziende italiane si adeguassero alla media globale di export digitale, si guadagnerebbe un punto percentuale di prodotto interno lordo”.

Ma vediamo innanzitutto che cosa fa Giglio Group e quali strategie sta attivando per aiutare le aziende del retail e del food a incentivare il commercio elettronico.

Giglio, un gruppo milanese con sedi in Cina

Fondata da Alessandro Giglio nel 2003 e quotata in Borsa sul segmento STAR dal 2018, Giglio Group è attiva in Italia nella progettazione, realizzazione e gestione dell’ecommerce per le eccellenze del Fashion, Design, Lifestyle e Food. Ha sede a Milano e filiali a New York, Shanghai, Hong Kong, Roma, Lugano e Genova. Il gruppo accompagna le aziende clienti nella distribuzione dei propri prodotti online attraverso una piattaforma che, partendo dall’implementazione di e-store monomarca, realizzati e gestiti a 360°, li collega automaticamente ai principali marketplace del mondo.

Che cosa può fare l’ecommerce contro gli effetti economici del coronavirus

Cosa può fare in questo momento di emergenza mondiale l’ecommerce per contrastare la crisi economica causata dal Covid-19? Molto. Dal supporto ai brand che hanno dovuto obbligatoriamente chiudere i negozi, fino all’approvvigionamento di mascherine. Giglio Group, per epempio, ha reperito 1 milione di mascherine per la Regione Liguria grazie alle sue strutture e ai suoi contatti in Cina. Il founder, che è ligure, ha deciso di donarne 10mila agli ospedali della sua Regione d’origine. Ma naturalmente il core-business della società è un altro. Per questo ha da poco attivato una piattaforma che consente un’accelerazione delle vendite online, in grado di sostituire in gran parte la mancata vendita negli store fisici, tutti chiusi per decreto governativo.

Giglio Group: il case study

“In questo momento – dice il CEO Alessandro Giglio a EconomyUp – i danni economici causati dal Covid-19 al mondo delle vendite fisiche non sono misurabili. L’ecommerce è l’unico strumento immediato a disposizione del Made in Italy per compensare la carenza, non vedo altre possibilità. Anzi la pandemia imprimerà una fortissima accelerazione all’ecommerce e addirittura potrà colmare il gap del nostro Made in Italy all’estero. Sono strade di non ritorno. Quando per necessità uno si approccia all’online, una volta vinte le resistenze non si torna più indietro“.

Così il gruppo ha avviato e sperimentato tra il 7 e l’8 marzo con un noto brand italiano una strategia e-commerce che ha permesso di incrementare le vendite – a parità di periodo – del 59%, riportando fatturati sempre in crescita.

“Si tratta di un brand del luxury fortemente radicato nel fashion italiano” spiega Alessandro Giglio, che per motivi contrattuali non può rivelarne il nome.  “Le vendite di questo brand correvano sull’ecommerce come l’anno precedente, se non meno. Noi abbiamo agganciato la piattaforma in 2 modi: attraverso l’esposizione automatica ai più grandi marketplace del mondo, e grazie a un’area di flash sales destinata ai propri consumatori, non accessibile a tutti ma solo a clienti selezionati che potevano accedere a offerte speciali. Risultato: un incremento del 59% delle vendite”.

Più precisamente è stato effettuato l’aggancio istantaneo di una piattaforma al sito e-commerce del brand, con un approccio di private sales in grado di incentivare all’acquisto attraverso particolari scontistiche. La strategia ha previsto inoltre lo sviluppo di un’area ghost nella quale il prodotto è stato venduto in logica “family&friends” attraverso sconti, prodotti outlet, sconti mid season e private sales, con l’obiettivo di attrarre nuovo traffico. In quest’area dedicata è stato possibile invitare parte della clientela oppure avviare attività di lead generation attraverso i network di affiliazione.

Inoltre, attraverso il simultaneo aggancio del sito e-commerce ai più grandi marketplace del mondo, su cui avviene già il 60% delle vendite, è stato possibile accelerare il processo di vendita e commercializzazione dei prodotti.

Il test di Giglio Group ha funzionato. Così, in uno scenario obiettivamente e necessariamente cupo, emerge un aspetto positivo, “un’accelerata esponenziale all’ecommerce”. Anche questo potrà essere di aiuto per chi è in difficoltà.

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