Corto, lungo o macchiato che sia, fra non molto il caffè potrebbero prepararlo i robot. Nel cuore della Grande Mela, precisamente al 666 di Manhattan Avenue, questo scenario futuristico è già realtà. Da qualche settimana infatti ha debuttato il primo Botbar Coffee, il cui barista è proprio un robot a due braccia. Addio quindi a code e lunghe attese: ADAM, questo il suo nome, può preparare fino a 50 bevande l’ora tra cappuccini, caffè, cocktail e tè. E persino ballare mentre i clienti digitano gli ordini su appositi totem touchscreen. Questo grazie all’integrazione con il primo progetto della casa produttrice e cioè ARM, un braccio robotico altamente preciso in grado anche di cucinare. Oltre a garantire una miscela precisa al millimetro e di alta qualità, come si legge nel sito web dell’azienda, l’instancabile barista, bartender e chef, può lavorare 24 ore su 24, 7 giorni su 7 e “liberare gli umani” da attività ripetitive e monotone.
L’hight -tech dietro il progetto
ADAM è frutto di un team di ingegneri della Richtech Robotics, azienda hight-tech con sede a Los Angeles, che dal 2016 crea soluzioni di automazione B2B per la ristorazione e gli hotel. Tra le loro creazioni c’è anche Matradee, il robot cameriere dalla forma di un carrellino portavivande, che può servire pasti in ristoranti, cinema, e persino case di cura. E Ritchie, il robot maggiordomo pensato per gli hotel, che oltre a consegnare cibi e bevande agli ospiti è anche capace di accompagnarli in ascensore.
Il Botbar, pensato come un franchising, aprirà la prossima sede in California.
QUI un video
Addio touchscreen, agli ordini ci pensa l’IA
In molti locali i camerieri sono stati rimpiazzati da schermi touchscreen, ma anche questi potrebbero essere ben presto superati.
La catena di fast food PLNT Burger sta infatti sperimentando, in collaborazione con le aziende hight-tech Yobe Inc e SoundHound, un sistema in grado di integrare l’ordine vocale con il processo di ordinazione esistente del ristorante. Grazie a SoundHound, un fornitore di un sistema di intelligenza artificiale in grado di comprendere il linguaggio naturale umano, il software estrae “marcatori” vocali biologici per identificare con precisione l’utente e ciò che sta ordinando, indipendentemente se qualcun altro sta parlando allo stesso tempo o c’è molto rumore di fondo. Il sistema è stato presentato all’ultimo CES di Las Vegas e durante il test di presentazione, ha identificato e interpretato accuratamente l’utente connesso via telefono: su un grande schermo è apparsa solo la conversazione dell’utente collegato biometricamente e non le parole di chi gli stava attorno. Secondo Yobe, il software consentirà ai ristoranti di fornire un’esperienza personalizzata agli utenti, riconoscendo le preferenze, premiando gli account e altro ancora. Gli sviluppi futuri potrebbero includere la capacità di comprendere e agire in base a emozioni, intenti e stati d’animo.
Robot commessi o camerieri, un trend in ascesa
Il trend dei robot utilizzati nel retail o nella ristorazione sembra ormai in forte ascesa. Già dal 2021 all’aeroporto di San Francisco e al Museo del Futuro di Dubai è presente il chiosco di Cafe X il cui unico “dipendente” è un braccio robotico capace di preparare fino a 6 bevande al minuto. La startup con sede a Seattle Artly ha invece recentemente chiuso un round di 8 milioni di dollari per aprire una linea di caffè automatizzati. Ad oggi conta ben 8 chioschi a stelle e strisce. Il CEO dell’azienda Joe Yang, è anche un esperto del campo della torrefazione nonché attuale campione in carica tra i baristi statunitensi. Attraverso l’intelligenza artificiale e il deep learning, ha personalmente addestrato i suoi robot per la preparazione di una miscela speciale, che sarà perfettamente identica in ogni bar della catena.