I due anni appena trascorsi, segnati dalla pandemia, hanno cambiato la nostra vita con un forte impatto sull’economia e su tutte le industry, Real Estate compreso.
11 trend che cambieranno il Real Estate
Menno Lammers, fondatore ed ecosystem facilitator di Proptech for Good Alliance (un ecosistema di aziende, persone, ambassador e media di tutto il mondo che intendono accelerare il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità), ha individuato i trend che cambieranno il settore immobiliare. Ecco quali sono.
1. Una maggiore consapevolezza
La pausa forzata dal coronavirus e dai vari lockdown ci ha indotti a riflettere sui vari problemi che attanagliano l’umanità: povertà, cambiamenti climatici, diseguaglianze nella distribuzione del cibo. La tecnologia (fisica, digitale e naturale) può essere impiegata per risolvere tali problemi. E mentre la tecnologia accelera, anche la consapevolezza delle persone deve fare lo stesso. Secondo Lammers, quest’anno rivaluteremo i nostri obiettivi di vita. Anche le aziende leader del Real Estate più tradizionali, dal canto loro, saranno sempre più guidate dai loro obiettivi condivisi.
2. I sistemi in crisi
I sistemi su cui si regge il settore immobiliare stanno iniziando a fare acqua da tutte le parti. Si pensi all’incertezza su: materie prime, prezzi delle imprese, catene di fornitura, inflazione, domanda di lavoratori, carenza di pezzi di ricambio e manodoper, con conseguente aumento del costo del lavoro. Passare dall’esternalizzazione all’internalizzazione delle attività in azienda ha dei costi in termini di tempo, denaro, lavoro e materie prime.
Le catene di fornitura in difficoltà hanno avuto delle ripercussioni sia sui progetti immobiliari tradizionali, che su quelli proptech. Sul Real Estate pende poi la spada di Damocle delle società immobiliari cinesi Evergrande e Kaisa, sull’orlo del fallimento. Quest’ultimo potrebbe avere conseguenze globali e causare il collasso di altre società immobiliari e finanziarie.
3. La Great Resignation
Dopo la Great Recession, ora è il momento della Great Resignation, ossia le dimissioni di un numero crescente lavoratori. È una conseguenza della rivalutazione della propria vita che le persone stanno portando avanti e che le sta spingendo a rimettere in discussione la loro vita domestica, la famiglia, gli amici, e anche il lavoro. Nel 2022, sempre più aziende (possibilmente in collaborazione con partner immobiliari) cercheranno risposte a domande come “Come pensano le persone sul futuro del lavoro e dove ci stiamo muovendo fisicamente e digitalmente?”. Inoltre, l’ufficio sarà apertamente messo in discussione, mettendo sotto pressione gli attuali modelli di business immobiliare.
4. Il metaverso
Il metaverso è stato definito dall’Oxford Dictionary come “uno spazio di realtà virtuale in cui gli utenti possono interagire con un ambiente generato dal computer e altri utenti”. Secondo recenti studi, il mercato del metaverso crescerà fino a più di 1.544 miliardi di dollari in meno di un decennio.
La tendenza del metaverso non è tanto tecnologica, quanto culturale e sociale. E ha investito anche il settore immobiliare. Le città nel mondo fisico possono infatti avere un corrispettivo digitale nel metaverso e la propria criptovaluta: si parla infatti di crypto cities.
Per esempio, Miami ha la sua MiamiCoine ha lanciato la criptovaluta per finanziare i programmi della città, che potrebbe anche sostituire le tasse in futuro. Inoltre, nel novembre 2021 Tokens.com ha acquistato 2,4 milioni di dollari di beni immobili a Decentraland. Nello stesso mese, Republic Realm ha comprato un terreno in The Sandbox per 4,3 milioni di dollari.
Secondo Lammers, nel 2022 le aziende di realtà virtuale e aumentata attive nel settore immobiliare (come Matterport) useranno il metaverso per vendere la loro tecnologia immersiva. Il metaverso non distruggerà il mondo reale, ma ne creerà uno nuovo e parallelo.
5. Più innovazione nell’immobiliare
Le persone hanno avuto tempo per pensare e innovare negli ultimi 12-18 mesi. Inoltre, c’è parecchio capitale disponibile, per cui anche più idee audaci vengono finanziate, il che a sua volta porta a nuove scoperte. Le richieste di brevetti internazionali sono infatti aumentate del 4% rispetto all’anno precedente, raggiungendo la cifra record di 275.900.
La creatività è sbocciata anche nel settore immobiliare. Molte soluzioni sanitarie applicate all’ufficio sono nate e altre innovazioni si stanno sviluppando. Nel 2022, queste innovazioni saranno cruciali per risolvere una serie di problemi e altre molte nuove iniziative verdi e digitali vedranno la luce.
6. L’avanzata delle società proptech
Il 2021 è stato un anno record per l’innovazione: nei primi tre trimestri dell’anno sono stati investiti 454 miliardi di dollari, il numero di unicorni (startup con valutazioni superiori al miliardo di dollari) è salito a 959, i finanziamenti a startup early-stage sono aumentati del 104% anno su anno e dell’11% trimestre su trimestre. E solo nei primi tre trimestri del 2021, 32 miliardi di dollari sono stati investiti nel proptech: il 7% del totale.
Secondo Lammers, nel 2022 continuerà il trend positivo dei finanziamenti, nonostante la salita di inflazione e tassi d’interesse. I fondi di venture capital che hanno investito nelle società proptech perseguiranno strategie di differenziazione. Considerato poi l’aumento delle operazioni di M&A, le società proptech chiederanno migliori condizioni ai loro investitori, in termini ad esempio di KPI per misurare il loro impatto.
7. L’attenzione per il clima
Nel 2021 l’attenzione al clima è diventata mainstream, spinta in parte dalla COP26 e una maggiore consapevolezza delle persone. Con il Green Deal, l’UE si è posta l’obiettivo di essere climate neutral entro il 2050. Decarbonizzazione significa usare meno anidride carbonica e compensarla. Sarà una grande sfida per il settore immobiliare nei prossimi anni.
Il Real Estate infatti potrebbe diventare la nuova industria petrolifera se non prenderà provvedimenti per diventare almeno neutrale per il clima. L’anno scorso le società immobiliari internazionali come Bouwinvest, Redevco, Nuveen, NREP, PGIM Real Estate, CDL, hanno fatto alcune promesse in tal senso. Ma tradurle in fatti richiede nuove conoscenze, competenze e visione.
8. L’ascesa degli asset ESG
Nel 2020, l’aggettivo ESG è diventato mainstream. Gli asset ESG potrebbero raggiungere i 53 trilioni di dollari entro il 2025, prevede Bloomberg. Nel 2021, le società immobiliari hanno iniziato a pensare al loro impatto sostenibile e a comunicare i loro piani e progressi agli stakeholder. Nel 2021, l’ESG è approdato anche tra i venture capital che sostengono le proptech. Inoltre, i fondi hanno iniziato ad adattare la loro comunicazione e organizzazione ai criteri ESG e a lanciare nuovi veicoli che rispettassero tali criteri.
Secondo Lammers, le società immobiliari aumenteranno la comunicazione verso i loro stakeholder al fine di realizzare ambiziosi piani ESG. Anche se l’ambiente continuerà a dominare le discussioni, il tema ESG sarà affrontato in modo più olistico e il sociale sarà il perno per raggiungere molti obiettivi. Inoltre, quest’anno molte società immobiliari legheranno le retribuzioni dei dirigenti agli obiettivi ESG.
I rischi climatici interesseranno 68 delle 77 principali categorie industriali, pari all’89% del valore di mercato dell’S&P Global 1200. Il clima non è un tema nuovo per il settore immobiliare, ma azioni e linguaggio stanno cambiando. Le città producono oltre 80% della nostra impronta di carbonio. Nel 2022, gli investitori immobiliari valuteranno più positivamente le aziende impegnate a finanziare azioni sostenibili. E con la crescita della consapevolezza, i dipendenti chiederanno ai consigli di amministrazione delle aziende per cui lavorano: “Cosa stiamo facendo per il clima e rispondere all’emergenza climatica?”.
9. L’affermazione del ClimateTech
Il 2021 è stato un anno di svolta per il settore ClimateTech, che comprende società tecnologiche che mettono al centro l’azione per il clima. Nei primi nove mesi del 2021, gli investimenti nel settore sono saliti all’11% dei finanziamenti tecnologici totali: 10 miliardi di dollari, ossia un aumento due volte più veloce di quello degli investimenti tecnologici totali. L’Europa guida il mondo in questo settore: secondo Sifted, gli investimenti nel ClimateTech sono aumentati di 7 volte negli ultimi 5 anni, più della media globale di 4,9 volte.
Entro il 2022, il ClimateTech sarà fiorente, grazie ad alte valutazioni, un’enorme quantità di denaro da investire, il FOMO (fear of missing out) degli investitori, la necessità di finanziare l’innovazione su scala globale. La caccia ai Gigacorni (aziende che hanno ridotto le emissioni di anidride carbonica di 1 gigatone all’anno e sono commercialmente redditizie) continua, così come la pressione sui venture capital a investire in soluzioni hardware ClimateTech. Infine, aumenteranno le società immobiliari che assumeranno chief carbon officer.
10. Maggiore attenzione alla cybersecurity
Con un mondo sempre più digitale e le persone in smart working, aumentano anche i cyber-attacchi ai computer delle persone e delle aziende.
Man mano che anche il settore immobiliare diventa sempre più smart attraverso la digitalizzazione e la trasformazione digitale, aumentano i rischi legati alla sicurezza informatica. Ecco perché nel 2022 si presterà maggiore attenzione alla sicurezza informatica nel settore immobiliare e il penetration test diventerà una procedura standard nella selezione delle soluzioni proptech.
12. Focus sulla rigenerazione
Il termine “rigenerazione” è stato molto gettonato nel 2021. Le strategie rigenerative collegano politica, tecnologia, finanza, salute e benessere, compassione e consapevolezza, creatività, gioco, arte e significato. E possono essere realizzate dalle società immobiliari.
Nel 2022, ci sarà una crescente consapevolezza che il real estate gioca un ruolo cruciale nella qualità della vita sulla terra e vedremo promettenti progetti di rigenerazione urbana.