Dopo aver chiuso un round di Serie D da 100 milioni di dollari (che si aggiunge ai 155 milioni $ raccolti con le precedenti sottoscrizioni), la startup proptech Orchard entra a far parte del sempre più ampio gruppo di unicorni americani, raggiungendo la fatidica soglia del miliardo di dollari di valutazione. La campagna di finanziamento è stato guidata dal venture capitalist Accomplice e ha visto la partecipazione di compagnie d’investimento quali FirstMark, Revolution, Juxtapose e First American.
Orchard è nata nel 2017 da un’idea di Court Cunningham, attuale Ceo, che ha deciso di trasformare in opportunità il sentimento di frustrazione spesso provato da coloro che hanno a che fare con un processo di compravendita immobiliare. I servizi della startup, accessibili naturalmente in via digitale, sono infatti pensati per i clienti che intendono acquistare una nuova abitazione e vendere, allo stesso tempo, quella già posseduta: una fattispecie che non di rado si traduce in uno stallo burocratico dettato dalla difficoltà di far coesistere due mutui.
Orchard offre ai clienti liquidità utilizzabile sia per acquistare una nuova casa che per effettuare piccoli lavori di manutenzione sulla propria abitazione, così da renderla più appetibile sul mercato. In cambio, la startup genera profitti tramite le operazioni di brokeraggio e le commissioni, sempre in linea con le tariffe richieste da un agente/società tradizionale.
Secondo Bloomberg, l’annual run rate di Orchard è prossimo a raggiungere la soglia di 1,5 miliardi di dollari, ma il Ceo tiene i piedi ben piantati a terra: “Possiamo dire di essere un unicorno, è una bella sensazione per i primi cinque secondi, ma poi torniamo al mondo reale e alla gestione dell’attività”, ha puntualizzato Cunningham, per poi chiarire che “l’ obiettivo aziendale è quello di creare una modalità innovativa per vendere e comprare immobili, e tutto ciò richiede un’alta intensità di capitale”.