La startup proptech Hubble è nata nel 2014 a Southwark, sulla sponda sud del Tamigi. Sette anni dopo è diventata la più grande piattaforma di affitti flessibili per uffici nella capitale inglese, con un database che include più di 5.000 spazi adatti a tutte le necessità.
Complice la pandemia di Covid-19, che ha accelerato il ricorso allo smart working a l’abbandono del lavoro tradizionale in ufficio, Hubble si è reinventata in modo da stare al passo con i tempi e adattarsi alle nuove richieste di clienti e dipendenti, desiderosi di trovare un giusto bilanciamento tra le attività da remoto e quelle in presenza.
A inizio luglio la startup ha annunciato di aver adottato una nuova modalità operativa, diventando una “compagnia ibrida”. Nel comunicato pubblicato sul sito si legge infatti che in futuro il team di Hubble potrà lavorare da casa, dall’ufficio o da altri luoghi in giro per il mondo.
La sua piattaforma digitale si è evoluta di conseguenza, dando ai clienti la possibilità di trasformare l’affitto degli uffici da una spesa fissa a una variabile. Non si tratta di un risparmio di poco conto, visto che a Londra, come giustamente fa notare Tushar Agarwal – Ceo e co-founder della di Hubble –, il costo medio per avere un dipendente in ufficio cinque giorni alla settimana è di £ 500 al mese, cifra che è seconda solo a quella per gli stipendi nella speciale classifica delle uscite fisse di un’impresa. Motivo per cui, quando si prendono in considerazione modelli di lavoro più flessibili non si può ricondurre la scelta solamente ad aspetti legati al welfare aziendale.
“Con la nostra nuova piattaforma è possibile ridurre o adattare il budget in base al modo in cui il team lavora effettivamente”, specifica Agarwal, per esempio reindirizzando parte dei costi verso iniziative di supporto allo smart working o l’affitto temporaneo di spazi in diverse località. Ma non c’è una formula univoca e vincente applicabile in ogni contesto: Hubble infatti, prima di elaborare una strategia adeguata alle richieste dei suoi clienti (solitamente aziende di piccole o medie dimensioni, con al massimo 100 dipendenti), si rivolge al personale della realtà in questione per capire le loro preferenze. Sulla base delle informazioni carpite, le varie compagnie decideranno se affittare e far diventare la propria sede centrale uno dei 5mila uffici appartenenti al network britannico di Hubble, o se invece distribuire ai membri del loro team dei pass per avere accesso a uno dei 200 spazi di lavoro che la startup londinese possiede in giro per il mondo.
Il 5 luglio Hubble ha chiuso un round di investimenti guidato da Pi Labs – il più importante fondo di Venture Capital dell’ecosistema proptech europeo –, con cui ha raccolto 2 milioni di sterline (2,7 milioni di dollari), che portano a 10 milioni £ l’ammontare complessivo dei finanziamenti ricevuti.