“Per il 2023 vediamo segnali positivi e non solo perché siamo ottimisti di natura. Lo scenario che si profila per il real estate presenta dei dati reali da cui partire a cominciare dalla crescita del Pil in Italia. Il settore Real Estate ha poi davanti a sé l’entusiasmante sfida dell’ESG, e cioè la possibilità di attuare strategie di sostenibilità in una prospettiva che faccia emergere i temi ambientali, metta ordine nelle dinamiche sociali e sappia regolamentare le responsabilità e guidare le scelte decisionali”.
Gianluca Padula, architetto, ricopre l’incarico di Head of Sustainability di Cbre Italy, la filiale italiana della società leader nel mondo nella consulenza e negli investimenti in commercial real estate. È normale che si avverta ancora qualche perplessità dopo i difficili anni della pandemia, ma il quadro si sta stabilizzando. Il residenziale stenta ancora un po’, ma la logistica e un rinnovato interesse nei confronti degli uffici stanno muovendo il mercato che, come ha evidenziato il nostro “Italy Real Estate Market Outlook 2023”, ha registrato nel 2022 un volume di investimenti di 11,7 miliardi”.
Tornando ai temi di sostenibilità si può affermare che l’Esg è diventato un elemento discriminante nella selezione degli investimenti?
“I grandi driver del mercato vedono la necessità di cambiare le proprie scelte strategiche e generano nuova domanda di sostenibilità, di benessere e di alta qualità complessiva, avendo come vero nuovo parametro le persone e le loro necessità di bilanciare la loro vita lavorativa con la salute, la famiglia e la vita sociale. Inoltre, non solo cresce l’interesse verso l’ESG ma la maggioranza degli investitori definisce in fase preliminare una strategia ESG rappresentata dalle certificazioni ambientali per il 77% dei casi accompagnate da strumenti di indagine preliminare in fase di transazione e per il 62% dal monitoraggio continuo delle prestazioni dell’asset, prevalentemente incentrate sui consumi di acqua ed energia. Insomma, non si compiono solo scelte virtuose nel nome di una diversa sensibilità ma si cerca di far rendere al meglio il proprio investimento”.
Quindi massima attenzione alla tecnologia e quindi alla digitalizzazione.
“Negli ultimi anni si è registrato un cambio di approccio. L’aspetto tecnologico è diventato centrale ancora prima della qualità costruttiva. Di un edificio vanno monitorati in tempo reale la temperatura, l’umidita, la presenza di CO2 e di composti volatili. Poi ovviamente vanno incrementati i comportamenti virtuosi di chi vive o abita in un palazzo. Di qualsiasi edificio bisogna conoscere l’impronta carbonica che deve tendenzialmente decrescere nel tempo”.
E quali saranno i trend legati alla sostenibilità?
“Le iniziative di sviluppo residenziale rispondenti a criteri ESG attireranno ad esempio sempre più investimenti grazie alla capacità di attrarre finanziamenti. La voce sustainability, declinata sia in termini ambientali che sociali, sarà ad esempio un passaggio centrale per gli sviluppi del Multifamily”.
Lei accennava prima a comportamenti virtuosi e a scelte lungimiranti. Il recente dibattito sui mass media di una patrimoniale verde da parte dell’Europa perché vuole imporre criteri più stringenti in termini di efficienza energetica ha creato molta confusione.
“Mi lasci parlare da architetto e, mi creda, da convinto assertore della necessità di adottare criteri sostenibili nell’edilizia. Qui si fanno tanti, troppi equivoci. Cambiare una caldaia ha un costo immediato ma il risparmio che si ottiene con un impianto più efficiente lo si recupera in poche bollette, specie in tempi di caro energia. Non solo. Che senso ha utilizzare la ventilazione meccanica per edifici costruiti con enormi superfici vetrate quando il tempo di occupazione è ridotto a poche ore. Ci siamo dimenticati ad esempio della ventilazione trasversale, di come si costruivano le case una volta, dell’uso del mattone”.
Articolo originariamente pubblicato il 15 Mar 2023