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Fractional ownership, con il digitale tutti possono investire sugli immobili (anche 10 euro)

Primo passo e prima proprietà a Torino per la startup Piece, che punta ai giovani che vogliono investire anche piccole cifre nel settore immobiliare. Ecco come funziona il suo modello

Aggiornato il 08 Feb 2024

crowdfunding-immobiliare

Due concetti sono alla base della mission della startup Piece, che proprio su Proptech360 aveva annunciato, nel giugno del 2023, il suo ambizioso programma. Aiutare i giovani ad investire nel mercato immobiliare e sviluppare progetti innovativi di fractional ownership. La piattaforma, che si propone di “democratizzare e semplificare gli investimenti immobiliari”, ha raccolto alla fine del 2023 un round pre-seed da 730 mila euro guidato da StartupGym, con la partecipazione di alcuni investitori internazionali, tra cui East Ventures, Gaiax e privati provenienti da Italia, Singapore e Giappone, incluso l’ex giocatore del Milan Keisuke Honda.

“La nostra proposta di fractional ownership – spiega il founder Riccardo Momigliano, ex market manager di Doctolib – è una soluzione diversa e alternativa al crowdfunding. Allo stesso tempo si rivolge alle giovani generazioni perché investano nel Real Estate, considerato, a torto, un asset noioso e costoso rispetto a Crypto e azioni”.

I founder di Piece: Kentaro Soharo, Lorenzo Dellarossa e Riccardo Momigliano

Il modello della fractional ownership della startup Piece

Un’immagine sul sito – esclusivamente  in inglese – rappresenta bene questa filosofia. Un device portatile con un palazzo d’epoca a Torino e una cifra – 10 euro – che è quella con la quale si può cominciare ad investire nella società. “Con Piece – spiega Momigliano – non importa dove si vive. Con pochi passaggi si può avere accesso ad una piattaforma per acquisire frazioni di varie proprietà in tutto il mondo. Come oggi si sceglie e prenota un immobile su Airbnb, gli utenti possono creare il proprio portafoglio di investimenti”.

La caratteristica della piattaforma

“La nostra piattaforma – continua Momigliano –  è specializzata in immobili generatori di reddito a medio termine. Questi immobili sono già costruiti e affittati al momento in cui gli utenti investono, fornendo immediatamente redditi da locazione e maggiore stabilità e un orizzonte di lungo termine rispetto ai progetti tipici del crowdfunding”.

“Piece – prosegue – offre una piena trasparenza fornendo tutti i dettagli finanziari e le informazioni sulla proprietà, compresi i costi di manutenzione, le spese di gestione e la tassazione. Come società ci affidiamo a partner locali per massimizzare i rendimenti che puntano ad essere sempre superiori all’8/9% per ogni proprietà, riducendo al massimo i rischi operativi”.

Fractional ownership: il primo progetto a Torino

Nell’ottica si dare vita ad una vera e propria community di investitori stabili, Piece, che ha sedi a Milano e Lugano, è partita da un appartamento a Torino in corso Racconigi, zona San Paolo, locato a studenti universitari.

La risposta è stata immediata: “La proprietà del valore di 145mila euro, per noi primo passo di un percorso, ha attirato investitori con versamenti anche minimi da 23 paesi nel mondo. Una varietà che ci ha davvero stupito, visto che tra i sottoscrittori ci sono residenti a Singapore, in Perù e in diversi paesi europei. Ad aiutarci anche la facilità di approccio, visto che si può acquistare una quota anche utilizzando la carta di credito e non solo tramite un bonifico”.

Il modello di business di Piece

“I nostri ricavi – conclude Momigliano – sono rappresentati da alcune fee, che sono l’8% sull’acquisto e il 10% sul canone. La terza commissione di Exit (20% del guadagno di capitale) si applica  quando la proprietà viene venduta ed è pari al 20% sulla differenza tra l’investimento totale e il prezzo di vendita. In questo modo gli interessi di Piece sono perfettamente allineati con gli
investitori. Non  applichiamo commissioni di entrata. Nel medio termine puntiamo a raggiungere i 50 milioni di transato variando anche la tipologia di investimento dal residenziale, dove non escludiamo di acquisire a breve intere palazzine, all’industriale/logistica, due ambiti in forte sviluppo anche alla luce delle ultime normative Ue sul consumo del suolo”.

Articolo originariamente pubblicato il 08 Feb 2024

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