Non solo Stati Uniti: le startup proptech cominciano ad attirare capitali ingenti anche in Europa. Ne è prova la compagnia francese Deepki, che ha sviluppato un sistema per gestire l’ESG nel settore immobiliare.
Nata nel 2014, la startup a fine marzo ha raccolto 150 milioni di euro – circa 166 milioni di dollari – con un round di investimenti di Serie C guidato da Highland Europe e One Peak Partners.
La startup opera in ambito ambientale e sfrutta la tecnologia per aiutare le compagnie a monitorare le emissioni nocive del proprio portfolio immobiliare: un elemento fondamentale da tenere sotto controllo, anche a fronte delle conseguenze del cambiamento climatico e dei danni che questo può causare al settore del real estate.
La piattaforma di Deepki per l’ESG nell’immobiliare
Deepki è stata fondata a Parigi nel 2014 dall’attuale Managing Director Emmanuel Blanchet e dal Ceo Vincent Bryant. Come riportato da TechCrunch, la startup ha costruito una piattaforma Software as a Service (SaaS) per il mondo immobiliare capace di analizzare grosse quantità di dati e aiutare quindi i clienti a prendere decisioni migliori e, soprattutto, meglio informate.
Deepki si definisce come “l’unica azienda al mondo ad offrire una piattaforma di data intelligence ESG per il settore immobiliare”. I suoi servizi, pensati per investitori, proprietari e gestori immobiliari, permettono di misurare l’impatto ambientale – noto con l’acronimo ESG: Environmental, Social and Governance – del proprio portfolio. Per farlo Deepki considera, tra le altre cose, le emissioni di anidride carbonica e i dati relativi all’utilizzo e allo spreco di acqua ed energia, analizzando anche il loro sviluppo nel tempo.
Una volta effettuata una valutazione accurata e completa del proprio impatto ambientale le compagnie possono lavorare per migliorarsi, ma anche accertarsi di rispettare tutti gli standard normativi richiesti nei diversi Paesi in cui operano, ed eventualmente ottenere certificazioni utili.
L’impatto ambientale del Real Estate
Secondo le Nazioni Unite, il settore delle costruzioni è responsabile del 38% delle emissioni globali di anidride carbonica, e ci si aspetta che la percentuale aumenti nei prossimi anni. Per invertire la rotta, quasi 200 tra compagnie, città, Stati e regioni hanno sottoscritto il Net Zero Carbon Buildings Commitment, un impegno formale che mira a neutralizzare le emissioni entro il 2050.
In questo contesto, Deepki stima che il valore del mercato del monitoraggio e dell’analisi dei dati necessario per raggiungere l’obiettivo net zero crescerà rapidamente, fino a raggiungere un range tra i 5 e i 10 miliardi di dollari entro il 2025, con una crescita annua del 20%.
“Il settore immobiliare globale deve agire adesso se vuole dimezzare le proprie emissioni entro il 2030 e raggiungere l’obiettivo net zero entro il 2050” ha detto infatti Vincent Bryan, Ceo della startup, che ha poi sottolineato come questa situazione rappresenti “un’enorme opportunità di mercato per Deepki”.
Oggi la startup ha oltre 150 dipendenti, opera in 38 Paesi e ha uffici in cinque capitali europee. La sua piattaforma SaaS monitora proprietà che complessivamente si estendono su oltre 500 milioni di metri quadri, e finora ha contribuito a risparmiare l’equivalente di oltre 180.000 tonnellate di CO2.
Il round di investimento e i progetti di espansione
Il 30 marzo Deepki ha raccolto 150 milioni di euro con un round di investimenti di Serie C guidato da Highland Europe e One Peak Partners, a cui hanno partecipato anche Bpifrance, Revaia, Hi Inov e Statkraft Ventures. Dalla sua fondazione, nel 2014, la compagnia ha raccolto complessivamente circa 161 milioni di euro in cinque round di investimento.
I fondi saranno utilizzati per consolidare le operazioni in Europa, assumendo oltre 200 nuovi dipendenti nel 2022 e continuando a investire sull’innovazione e la tecnologia. La startup, poi, guarda in grande, e prevede di far crescere il business anche negli Stati Uniti realizzando una serie di acquisizioni strategiche.
“Il nuovo annuncio del finanziamento significa che Deepki potrà avere un impatto maggiore e sostenere ancora più proprietari di patrimoni immobiliari nell’affrontare la sfida del cambiamento climatico”, ha commentato il Ceo Vincent Bryan.