Dalla grafica in 3D (il BIM) alla digitalizzazione il passo è ormai inevitabile ma non semplice nel mondo delle costruzioni dove la diffusione delle tecnologie, e quindi del Proptech, va di pari passo con il ricambio generazionale. Il segnale più evidente del rinnovamento anagrafico è la nuova presidenza di Assimpredil Ance, cominciata a inizio luglio: Regina De Albertis, ingegnere del Politecnico di Milano under 40, erede di un’importante famiglia attiva nelle costruzioni e nello sviluppo immobiliare dal 1920, la Borio Mangiarotti.
Assimpredil Ance, il PNRR può essere una scossa per il settore
Assimpredil Ance riunisce le imprese edili e complementari di Milano Lodi e Brianza ed è la territoriale più grande all’interno di ANCE, l’associazione nazionale dei costruttori. Un po’ come Assolombarda in Confindustria. È quindi un buon punto di osservazione e può diventare la locomotiva del cambiamento necessario per il comparto edile che si trova in una fase di ripresa dopo lo shock della pandemia, con il PNRR che porterà risorse ma chiede anche iniziativa e risultati soprattutto sul fronte della sostenibilità.
“Il settore ha bisogno di una scossa e il PNRR potrebbe essere questa scossa”, conferma Giovanni Deleo, vicepresidente di Assimpredil Ance con delega alla tecnologia e all’innovazione . “Si stanno comprendendo molte cose, è cambiato l’approccio, sia nell’Associazione sia nelle imprese. Siamo entrati in un’altra dimensione ma c’è ancora molto da fare”. Anche lui è il rappresentante di un cambiamento generazionale che ha portato una diversa cultura nell’azienda di famiglia in Brianza, 25 persone, 6milioni circa di fatturato.
“Ho 53 anni, lavoro da 25 e ho cominciato quando c’era ancora il tecnigrafo, lo strumento di assistenza al disegno tecnico, anche se all’università ci facevano già usare il CAD. Quando sono entrato in azienda, con mio fratello, lo abbiamo trasformato in un tavolo d’appoggio”, ricorda. “Il CAD è stato la prima innovazione tecnologica che abbiamo introdotto e faceva la differenza. Con il tempo non è stato più un elemento distintivo dell’impresa, abbiamo dovuto cercare altro e l’abbiamo trovato nel BIM. Abbiamo fatto corsi di formazione e abbiamo capito che stavamo facendo un salto quantico”.
Assimpredil Ance e la diffusione della cultura digitale
Ci sono momenti in cui le competenze esistenti non sono più sufficienti. “Chi sapeva disegnare con il tecnigrafo, era bravo anche con ìl CAD. Con il BIM no, perché ha richiesto una revisione di tutti i processi e del modello organizzativo”, osserva Deleo. Quindi per qualche tempo il tema è stato il BIM. “Adesso la questione è più generale, è la digitalizzazione”.
Per questo Assimpredil Ance sta lavorando sulla diffusione della cultura digitale nella filiera delle costruzioni, sulle applicazioni delle tecnologie in ufficio e nei cantieri e sulle attività di sostegno per l’innovazione del settore. Senza dimenticare il BIM, però. “Il BIM resta una porta d’accesso alla tecnologia ancora efficace ma rende poco se non hai digitalizzato tutto il resto, se non ti organizzi per gestire il dato”, spiega Deleo. “A me da fastidio in azienda quando trovo lo stesso dato registrato in diversi punti del processo. Combatto ogni giorno perché ogni dato venga inserito una volta sola e soprattutto si sappia dove trovarlo”.
Per fare innovazione la dimensione conta, nel settore imprese piccole
La pandemia ha portato un’accelerazione nella trasformazione digitale di tante industry, costruzioni comprese. “Adesso la mentalità dell’imprenditore edile deve crescere su due filoni: la dimensione delle imprese e il ricambio generazionale”, dice Deleo. “In Italia il 90% delle aziende del settore ha meno di 5 dipendenti e la dimensione conta se vuoi fare innovazione. Così come l’età degli imprenditori”.
Il settore delle costruzioni in Italia è in ritardo, quindi. Per diverse ragioni. Ritorna, come in altre industry, il tema della filiera. Le grandi aziende usano il BIM e le tecnologie digitali, ma subappaltano a piccole imprese che non sono in grado di gestire i dati e quindi anche il grande non ne ha vantaggio. “Faccio un esempio: la tracciabilità dei documenti relativi ai cementi armati e agli acciai”, dice Deleo. “Funziona solo se chi compra e mette in posa i materiali è in grado di darmi le informazioni in modo corretto”
L’importanza della filiera e della formazione
Se non si coinvolgono le filiere, creando ecosistemi di innovazione, si rischia di sbagliare i tempi. “Con la mia azienda siamo arrivati presto al BIM e molti nostri interlocutori neanche sapevano che cosa fosse. La stessa normativa era arretrata. Forse anche per questo mi sono dedicato sempre di più alla vita associativa: bisogna intervenire a livello di sistema”, dice Deleo. “La nostra è un’azienda piccola ma i capicantiere usano il giornale di lavoro digitale, fanno le foto e le archiviano nel cloud nel posto giusto, usano un gestionale collegato con il sistema amministrativo. Si può fare quindi anche in una piccola impresa. Noi siamo riusciti forse perché ci siamo trovati in un momento speciale, persone con esperienza e giovani con la voglia di innovare, con un’età media di 40 anni”.
Il Real Estate deve rinnovarsi e può farlo solo attraendo i giovani. Ma non tutti i giovani sono uguali. “Stiamo lavorando affinché anche i centri di formazione, gli istituti tecnici comprendano la necessità della digitalizzazione altrimenti noi imprenditori non troviamo le risorse già pronte. Perché questo è un altro tema da non trascurare: solo le aziende che hanno già completato il loro percorso di digitalizzazione possono permettersi di formare un giovane. E in Italia sono ancora poche”.
Formazione e informazione sono due delle parole chiave secondo Assoimpredil Ance. “Accompagniamo le imprese nella partecipazione ai bandi che mettono a disposizione risorse per l’innovazione. Abbiamo uno sportello BIM. Organizzazioni incontri con le scuole tecniche e il Politecnico”. A fine 2020 Assimpredil Ance ha anche lanciato Open Innovation Lab con Digital Magics per favorire l’incontro e la contaminazione con le startup e affrontare le sfide del post Covid-19.
Il ruolo delle grande imprese
Come è accaduto in altri casi, si pensi alla fatturazione elettronica, la digitalizzazione non si svilupperà senza un commitment dall’alto che prenda la forma di obblighi di legge. Qualcosa si sta facendo e in questo senso va il Decreto Baratono del 2017, conosciuto anche come Decreto BIM, che prevede l’obbligo della tracciabilità digitali per gli appalti pubblici e che potrebbe però essere sospeso singolarmente per gli appalti collegati al PNRR.
Un ruolo possono però giocarlo anche le grandi imprese. “Finché negli appalti si guarderà solo al prezzo, sarà difficile fare innovazione”, osserva realisticamente Deleo. “Qualcosa comincerà a cambiare quando il committente, il grande appaltatore chiederà percorsi digitali, dati, l’uso del BIM e quindi comincerà a trasferire a valle una nuova cultura d’impresa e nuovi processi. D’altro canto se non ti muovi secondo digitalizzazione ed economia circolare dove porti un’azienda?”.