L'INTERVISTA

Smart road, il progetto di Anas: 3000 km di strade intelligenti in Italia entro il 2030

Luigi Carrarini, responsabile Infrastrutturazione tecnologica di Anas, spiega a che punto è Smart Road, progetto per consentire ai veicoli sulle autostrade di dialogare tra loro in modo da scambiarsi dati. A breve partirà il Wi-fi in motion sulla Roma-Fiumicino, poi sarà smart la strada per Cortina. Focus sulle Green Island

Pubblicato il 11 Mag 2020

Movyon

Entro i prossimi 10 anni 3000 km di strade italiane diventeranno smart road: è il progetto al quale lavora da tempo Anas, società per azioni, dal 2018 parte del gruppo Ferrovie dello Stato, che gestire strade e autostrade di proprietà dello Stato e si occupa della loro manutenzione. L’obiettivo del Piano Smart Road di Anas è consentire ai veicoli che percorrono le autostrade italiane di dialogare tra loro, in modo da scambiarsi dati che possano poi essere utilizzati in vari modi, in particolare per garantire maggiore sicurezza agli automobilisti. L’investimento previsto è pari a 1 miliardo di euro.

Attualmente Anas sta per attivare un’iniziativa di Wi-fi in Motion sull’autostrada Roma-Fiumicino: grazie a un’app gli utenti potranno utilizzare un wi-fi molto potente. Entro l’anno dovrebbe essere completato il tratto di smart road che arriva a Cortina. Poi si punta sulla Salerno-Reggio Calabria. Inoltre Anas sta lavorando alle Green Island, punti di ricarica per le energie rinnovabili.

A descrivere le attività in corso ad EconomyUp è Luigi Carrarini, Responsabile Unità Infrastrutturazione tecnologica della Direzione Operation e Coordinamento territoriale di Anas SpA. Laureato in ingegneria elettronica, nel corso della carriera Carrarini ha cominciato ad occuparsi di innovazione tecnologica ed è stato tra i primi a capire l’importanza di portare l’innovazione nel mondo delle strade e delle autostrade. Da anni lavora in Anas per raggiungere questo obiettivo.

“Abbiamo circa 300 milioni di euro di investimenti in tecnologia, serviranno per l’implementazione dei sistemi di prima fase” dice a EconomyUp. “Per rendere completamente smart i circa 3000 km di strade sulle quali intendiamo lavorare abbiamo bisogno di circa 1 miliardo di euro nei prossimi 10 anni”.

Luigi Carrarini al lavoro sul progetto Smart Road Anas

Che cos’è una smart road

La smart road è una “strada intelligente” sulla quale i veicoli possono comunicare e connettersi tra di loro. L’obiettivo è agevolare il trasporto grazie all’implementazione di sistemi di rilevazione del meteo e del traffico attraverso i quali i viaggiatori possono richiedere in tempo reale informazioni su condizioni stradali, del traffico o altre particolari situazioni. Inoltre le smart road possono fornire servizi di deviazione dei flussi di traffico nel caso di incidenti, suggerimenti di traiettorie alternative, interventi sulle velocità per evitare situazioni di traffico, gestione di accessi, parcheggi e rifornimenti, interventi tempestivi in caso di emergenze.

Come è nata la Smart Road Anas

“Qualche anno fa – spiega Carrarini – l’idea della smart road era considerata un po’ folle, ma la nostra azienda ha saputo ascoltare le proposte innovative. Oggi c’è necessità di scoprire nuovi business e  valorizzarli con nuovi servizi. L’autostrada non solo congiunge punti tra loro ma soprattutto attraversa territori, perciò può diventare un canale telematico che raccoglie i dati dal territorio e li redistribuisce”.

Ecco perché Anas sta realizzando le prime Smart Road in Europa, un progetto sul quale aveva cominciato a riflettere circa 7 anni fa. “All’epoca – afferma Luigi Carrarini – la strada era vista come un territorio distaccato dai grandi centri di aggregazione sociale. Poi si è capito che bisognava estendere i sistemi di telecomunicazione dalle città per riportarli sulle strade. Di fatto la strada è un grande network, una ragnatela che arriva nei posti più disparati, perciò abbiamo immaginato una grande rete di fibra ottica che collegasse le nostre strade, accompagnata da sistemi di comunicazione radio. La prima idea di smart road era avere sulle strade un sistema di comunicazione di emergenza non soltanto in mano alle reti commerciali, un sistema che, per esempio, potesse essere usato con la Protezione civile”.

“Da quando – prosegue Carrarini – ci si è resi conto che smart road significa riprodurre virtualmente l’ambiente stradale ed operare in questo ambiente attraverso algoritmi di precisione, è stato chiaro l’obiettivo del progetto Smart Road Anas: realizzare un aggiornamento tecnologico della rete attraverso una sua graduale trasformazione digitale, renderla idonea a dialogare con i veicoli connessi di nuova generazione, anche nell’ottica dell’utilizzo dei più avanzati livelli di assistenza automatica alla guida, per migliorare la mobilità e ridurre la possibilità di incidenti stradali”.

Nell’aprile 2018 il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha emanato il Decreto Smart Road che ha dato il via alle strade intelligenti e alla sperimentazione dei veicoli a guida autonoma. La legge scandisce interventi, tempi e tipi di strade interessate. Il decreto individua innanzitutto gli standard funzionali per realizzare strade più connesse e sicure che, grazie alle nuove tecnologie introdotte nelle infrastrutture stradali, possano dialogare con gli utenti a bordo dei veicoli, per fornire in tempo reale informazioni su traffico, incidenti, condizioni meteo, fino alle notizie turistiche che caratterizzano i diversi percorsi.

A quel punto Anas, che aveva già qualche anno di vantaggio nella riflessioni sulla smart road, è partita concretamente con il suo progetto.

Come si sta sviluppando il programma Smart Road di Anas

Il programma Smart Road è in corso di attuazione ed è suddiviso in step per un investimento complessivo di circa un miliardo di euro. Nella prima fase è prevista la trasformazione in Smart Road della A2 ‘Autostrada del Mediterraneo’, dell’autostrada A90 ‘Grande Raccordo Anulare di Roma’, della A91 ‘Autostrada Roma-Aeroporto di Fiumicino’, dell’itinerario E45-E55 ‘Orte-Mestre’, della Statale 51 ‘di Alemagna’ a Cortina, della Tangenziale di Catania e, sempre in Sicilia, della ‘Autostrada Palermo-Catania’ A19”. Entro il 2020 saranno attrezzate le prime tratte.

Il traguardo finale è dotare il Paese di una rete stradale efficiente e aperta alle nuove sfide del futuro dall’alimentazione elettrica alla guida assistita e oltre, come nel caso dei veicoli senza conducente.

“Ci siamo concentrati sulle grandi arterie” spiega Carrarini. “Anas è molto presente al centrosud, ma nei nostri piani di sviluppo è previsto anche la Statale 51 di Alemagna a Cortina, città che ospiterà i Campionati Mondiali di sci alpino a febbraio 2021: il progetto potrà rendere visibili le potenzialità della smart road”.

Smart Road: la strada dell'avanguardia che corre con il progresso - new

Smart Road: la strada dell'avanguardia che corre con il progresso - new

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L’esperimento di Wi-fi in Motion sulla Roma-Fiumicino

In questo momento sulla Roma-Fiumicino si sta sperimentando il progetto Wi-fi in motion attraverso un’app in beta test con comandi vocali. In pratica il guidatore che usa l’app otterrà una serie di informazioni utili per il suo percorso come se avesse un’auto connessa, per esempio potrà essere avvertito se sta arrivando un’altra vettura da un’angolazione nascosta alla sua vista.

“Abbiamo attrezzato la strada con un sistema che consentirà una soluzione di wi-fi in movimento,  eviterà l’hangover, la caduta del segnale, e che può funzionare oltre i 130 km orari” dice Carrarini. “Lo scopo non è dare Internet a chi sta guidando, in realtà in questo momento usiamo questa connettività per simulare i grandi sistemi del futuro. Il parco auto italiano è vecchio – continua – e non ha al momento veicoli dotati di black box che dialoghino con altri veicoli e con le strade. Con il sistema wi-fi replichiamo questo tipo di sistema con facilità, perché tutti hanno lo smartphone”. Il wi-fi in motion dovrebbe essere pronto per la sperimentazione entro giugno o al più tardi a settembre.

Smart Road Anas: le connessioni

La Smart Road Anas, oltre a garantire i servizi C-ITS individuati dalla Comunità Europea, basati sulle comunicazioni V2V (Vehicle To Vehicle) e V2I (Vehicle To Infrastructure), consentirà la comunicazione V2X (Vehicle To Everything) e sarà predisposta per integrare la prossima tecnologia 5G. La comunicazione V2X racchiude in se il V2V e V2I oltre ad altre tipologie di comunicazione quali V2P (Vehicle To Pedestrian) e la modalità V2N (Vehicle To Network). Nell’attesa che il 5G prenda piede e sia reso disponibile in maniera capillare sul territorio nazionale, la rete LTE è stata adattata a supporto delle applicazioni V2X dando vita al Cellular-V2X o C-V2X. Con il C-V2X sono state ridotte sensibilmente le latenze di trasmissione rendendo possibile erogare differenti servizi all’utente della strada, con particolare attenzione a quelli di tipo safety che richiedono una maggiore priorità.

Le Green Island

Nell’ambito del progetto smart road, inoltre, è prevista la realizzazione di apposite aree denominate Green Island in cui verrà prodotta energia elettrica rinnovabile, fotovoltaica e/o eolica ogni 30 km circa. Dalle Green Island verrà distribuita energia pulita che alimenterà tutti gli apparati della Smart Road.

“Nelle Green Island saranno presenti attrezzature e servizi per utenti, per esempio colonnine di ricarica di veicoli elettrici” spiega ancora Luigi Carrarini. “Da questo punto parte una rete in fibra ottica e una rete elettrica che va a coprire i 30 km. È l’infrastruttura tecnologica di base che consentirà di implementare soluzioni al momento non ancora disponibili. Lungo la strada c’è un palo che chiamiamo prestazione polifunzionale. Con Green Island abbiamo lavorato con Carlo Ratti, il noto architetto e ingegnere italiano che insegna presso il Massachusetts Institute of Technology di Boston, che ci ha aiutato a disegnare il concept. Il palo è cavo, tutta la tecnologia è inserita all’interno e non visibile: potrà per esempio contenere telecamere digitali o altri strumenti e tecnologie. Il fine ultimo è sempre quello di garantire maggiore sicurezza al guidatore”.

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Luciana Maci
Luciana Maci

Giornalista professionista dal 1999, scrivo di innovazione, economia digitale, digital transformation e di come sta cambiando il mondo con le nuove tecnologie. Sono dal 2013 in Digital360 Group, prima in CorCom, poi in EconomyUp. In passato ho partecipato al primo esperimento di giornalismo collaborativo online in Italia (Misna).

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