La smart mobility attira il venture capital 2019. Questo è stato l’anno in cui big della nuova mobilità come Uber e Lyft si sono quotati in Borsa a Wall Street (con alterne vicende), ma è anche il periodo nel quale la nuova generazione di startup al lavoro sulla mobility giunge a maturazione e comincia ad attrarre capitali davvero significativi.
L’anno non è ancora terminato, è vero, ma dai dati del primo semestre si può dire che alcune realtà che stanno proponendo un nuovo modo di muoversi nelle città e nello spazio hanno conquistato alcuni tra i più importanti finanziamenti in venture capital concessi in assoluto alle startup nel 2019. Vediamo qui alcune delle principali.
SpaceX
Questa futuristica startup, che certamente ha a che fare con la mobilità, seppure non mobilità urbana, ha raccolto nel 2019 oltre un miliardo di dollari in due deal separati e adesso sembra che stia raccogliendo più di 300 milioni di dollari in un terzo round di finanziamento. A giugno 2019 il valore di SpaceX, la compagnia dedicata per l’appunto allo sviluppo di tecnologie spaziali, ha raggiunto i 33,3 miliardi di dollari, superando addirittura quello di Tesla.
Nata nel 2002 dall’idea del CEO di Tesla Motors Elon Musk, la società ha come obiettivo creare tecnologie per ridurre i costi di accesso allo spazio, consentendo tra i tanti progetti la colonizzazione di Marte. Nel corso degli anni l’azienda ha sviluppato diversi lanciatori destinati anche a rifornire la Stazione Spaziale Internazionale. Nel 2008 SpaceX è stata la prima compagnia privata a lanciare e recuperare un veicolo spaziale e dal 2011 collabora con la NASA per il programma trasporto equipaggi verso la Stazione Spaziale. A settembre 2018, Musk ha presentato il primo passeggero che parteciperà al primo volo: si tratta di Yusaku Maezawa, imprenditore miliardario giapponese che ha comprato tutti i posti disponibili per regalarli ad artisti che selezionerà nei prossimi anni per il progetto #dearMoon. Tra gli obiettivi dichiarati di SpaceX c’è la realizzazione di un network di circa 12 mila satelliti, denominato Starlink, per l’erogazione di collegamenti Internet disponibili su tutto il pianeta, e lo sviluppo di un vettore sufficientemente potente per portare cento persone su Marte. Progetti che guardano in maniera spavalda al futuro, ma che continuano ad attrarre investitori, ancora più della pragmatica impresa affidata a Tesla, frenata dall’andamento dell’economia cinese e soprattutto dall’inasprimento della guerra dei dazi con gli Stati Uniti.
Bird
La società per lo sharing dei monopattini elettrici ha ottenuto a gennaio 450 milioni di dollari, raggiungendo una valutazione di 2,3 miliardi di dollari. Costituita nel 2017 a Santa Monica (California), Bird offre un servizio di condivisione di monopattini elettrici in oltre 100 città negli Stati Uniti e in Europa. Attraverso un’applicazione dedicata sul Play Store di Google e sull’App Store di Apple, gli utenti possono individuare facilmente i monopattini elettrici più vicini, quindi scansionare il codice collocato sul manubrio per sbloccare il veicolo e iniziare il percorso. Lo sblocco costa 1 euro, l’utilizzo viene tariffato al minuto. Dalla sua costituzione Bird ha raccolto 415 milioni di dollari in 5 round di finanziamento, l’ultimo, Series C, a giugno 2018.
A aprile 2019 ha debuttato a Roma Bird Rides Italy , servizio nato dalla partnership con Enel X, business line del gruppo Enel che sviluppa prodotti innovativi e soluzioni digitali.
Aurora
Aurora, startup californiana che sviluppa sistemi per l’auto a guida autonoma, ha raccolto a giugno 2019 oltre 600 milioni di dollari in un round di finanziamento Serie B. A febbraio aveva ottenuto oltre 530 milioni di dollari grazie a investitori come Amazon, Sequoia e il ramo investimenti di Shell.
Startup della Silicon Valley fondata dall’ex CTO della divisione auto a guida autonoma di Alphabet (la holding di Google, che possiede anche Waymo) Chris Urmson, ha tra i soci Sterling Anderson, precedentemente a capo della progettazione della Tesla Model X, e Drew Bagnell, già fondatore dell’Advanced Technology Center di Uber.
Aurora non ha come obiettivo la produzione e la commercializzazione di veicoli propri, ma lavora con marchi storici dell’automotive del calibro di Volkswager e Hyundai (e Byton in Cina) per lo sviluppo dell’hardware e del software delle auto, cioè del vero “pilota” della guida autonoma, ponendosi quindi in diretta concorrenza con Waymo, con Zoox, con l’Advanced Technologies Group di Uber e con altre startup del settore come Argo AI (acquisita da Ford) e Cruise (rilevata da GM).
Lime
A Lime (condivisione di bici, scooter e auto) sono arrivati quest’anno 300 milioni di dollari, per una valutazione complessiva di 2,4 miliardi. Lime, nasce nel 2017 a San Mateo (California). La startup conta oltre un milione di utenti in sessanta città statunitensi, da Washington DC al Texas passando per la Florida fino alle Hawaii, oltre a Australia, Nuova Zelanda, Colombia, Uruguay, Svizzera, UK e 15 città europee. In Italia al momento è presente a Milano, in fase di test. I monopattini verdi si noleggiano tramite app (grazie ad una partenrship si possono noleggiare anche tramite app Uber), con un costo di 1 euro di sblocco e 15 cent al minuto. La startup finanziata dal big del tech Alphabet, conta diversi servizi di mobilità green oltre ai monopattini elettrici (Lime-S), tra cui bici classiche (Lime-Classic) e bici a pedalata assistita (Lime-E). Tra le prime a puntare ad una mobilità a zero impatto ambientale negli USA, Lime offre programmi corporate per le aziende e vanta diverse partnership con campus universitari di tutto il mondo.
Gett
Fondata nel 2010 a Tel Aviv, la società di ride-hailing ha raccolto quest’anno 200 milioni di dollari, arrivando a una valutazione di 1,5 miliardi. Vonosciuta in precedenza come GetTax (Prendi un taxi) è una impresa israeliana che collega i suoi clienti con i guidatori di taxi. I clienti possono chiamare un taxi, o dal sito della società o dalla sua app. Attualmente è operativa in più di 50 città, tra cui New York, Londra, Mosca e 13 città in Israele.