Progresso tecnologico, efficientamento energetico e benessere dei cittadini: il futuro delle città si gioca sulla capacità di coniugare in modo sempre più efficace questi tre fattori. Il risultato? La Smart City, una nuova modalità di organizzare la realtà urbana in modo tale da renderla intelligente e sostenibile dal punto di vista sociale, ecologico ed economico. L’obiettivo è alto, ridurre l’impatto ambientale delle nostre città ed al contempo accrescere il benessere collettivo.
Sono diversi i progetti in atto finalizzati a rendere il contesto urbano più smart. Dalla gestione innovativa dei rifiuti, alla riqualificazione degli spazi pubblici fino alla copertura Wi-fi gratuita nelle aree urbane; ma tra i pilastri imprescindibili di una città davvero innovativa ed avanzata il principale asset è la Smart Mobility: un approccio alla mobilità che include infrastrutture intelligenti, integrate, condivise e sostenibili.
Smart City, in Italia siamo indietro sulla green mobility
Sul fronte della Green Mobility l’Italia è ancora molto indietro rispetto ad altri Paesi del continente. Infatti, secondo Eurostat nel 2019, l’Italia è al secondo posto in Europa per numero di automobili ogni mille abitanti: 663, contro per esempio le 390 dell’Ungheria (all’ultimo posto della classifica). Complice la pandemia, l’auto privata continua ad essere il mezzo di trasporto preferito dagli italiani. Un’abitudine ben radicata nella nostra cultura, fin dal periodo del boom economico, che non ha ceduto il passo nemmeno di fronte ai rincari del carburante dovuti all’attuale situazione economica globale.
Per avere un’idea del fenomeno, abbiamo confrontato i dati sul traffico in entrata e in uscita dalle principali città italiane (Milano, Torino, Roma e Napoli) durante il weekend di Halloween del 2021 e del 2022. Quello che emerge è un quadro chiaro: gli italiani si sono spostati per le vacanze e lo hanno fatto in macchina. Di fatti il traffico è cresciuto del 30% a livello nazionale, ma lo stesso trend si osserva anche a livello locale, con un incremento dell’11% a Roma e del 14% a Milano, fino ad arrivare a punte del 29% e del 36% rispettivamente a Torino e Napoli.
Non solo. Se è evidente che gli italiani prediligano l’automobile per spostarsi dalla propria città verso l’esterno per raggiungere i luoghi di vacanza, ciononostante è vero che privilegiano lo stesso mezzo per spostarsi anche all’interno delle città. Per esempio, è aumentato il numero di persone che si è recato con la propria automobile alla stazione (+28%) o all’aeroporto (+48%). Una tendenza che, insieme ad inefficienze strutturali, si scontra però con la prospettiva di un percorso di innovazione e transizione verso le città del futuro.
Smart city in Italia, le opportunità del PNRR
Gli investimenti certamente non mancano. Tra le sei Missioni previste dal PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) almeno tre riguardano il tema delle Smart City per l’Italia, con oltre 60 miliardi di euro stanziati dal precedente Governo per finanziare la filiera della Smart Mobility. Il futuro della mobilità sarà un ecosistema caratterizzato da veicoli elettrici, autonomi e connessi e, soprattutto, dal concetto di Mobility-as-a-Service (MaaS), un tipo di mobilità alternativa, sostenibile ed integrata, con meno veicoli privati e più veicoli condivisi.
Uno strumento per abilitare la smart city: il caso Waze
Questi cambiamenti strutturali delle città non sono privi di barriere, prima fra tutte la capacità dei comuni di passare dalla fase di sperimentazione a quella esecutiva. Tuttavia ci sono strumenti che possono facilitare il processo. Ad esempio in Italia, sono diverse le realtà che contribuiscono alla causa grazie all’adesione al programma “Waze for Cities”, attivo dal 2014 e con più di 1.000 partner globali. Il programma di Waze si basa sullo scambio gratuito, collaborativo e bidirezionale di dati a sostegno di municipalità e aziende di trasporto a livello internazionale. Convertendo i dati in insights sulla mobilità, Waze contribuisce ad ottimizzare le infrastrutture esistenti, aggiungendo valore in tempo reale. Ne è un esempio “Mobilità 3.0”, la partnership con il Comune di Milano grazie alla quale il Comune lombardo condivide in i propri dati relativi alla viabilità (per esempio cantieri, manifestazioni, etc.) per migliorare la mobilità dei cittadini, decongestionando il traffico e generando benefici sia per i city users che per l’ambiente.
Il futuro dell’automotive e della mobilità stessa passa anche dall’implementazione della capacità dei veicoli di condividere informazioni in modo istantaneo con altri sistemi (interni ed esterni) attraverso la rete Internet. L’evoluzione delle tecnologie permetterà quindi ai mezzi connessi di generare in tempo reale dati e aggiornamenti sulle condizioni stradali, in modo da ottimizzare i flussi di traffico durante la guida. Un processo che su Waze, grazie alla community di utenti, funziona già molto bene.
Sul fronte dell’elettrico invece – il motore del futuro – il modo migliore per incoraggiarne la diffusione è rendere più semplice la possibilità di ricaricare i veicoli: per esempio, sulla app di Waze è possibile localizzare le colonnine di ricarica elettrica.
Le direttive per la città del futuro: digitalizzazione, transizione ecologica e inclusione sociale
Certamente i costi di mantenimento di una smart city sono elevati e i recenti avvenimenti geopolitici potrebbero avere un impatto economico non indifferente sullo scenario. Inoltre, l’implementazione di alcune tipologie di veicoli, in particolar modo quelli a guida autonoma, porta ancora con sé complessità notevoli. Ciononostante, la nuova era dei trasporti non è poi così lontana e i presupposti per una sua continua evoluzione sono positivi. Sarà necessario comunque attendere gli sviluppi del nuovo Governo, che avrà l’onere di mantenere la rotta tracciata lungo queste tre direttive: digitalizzazione, transizione ecologica e inclusione sociale.