Passare dal concetto di mobilità come modo di spostarsi lungo un percorso da organizzare in prima persona e gestendo singolarmente ogni passaggio a servizio omnicomprensivo da utilizzare al bisogno e possibilmente pagando a forfeit: è l’essenza del modello di mobilità integrata MaaS – Mobility as a Service, in italiano mobilità come servizio. Si tratta di uno nuovo sistema di mobility che si basa sul concetto di abbonamento, oppure sulla formula del pay per use (pagamento in base al concreto utilizzo), e che si sta diffondendo in modo particolare nelle grandi città.
Smart mobility: come funziona il modello mobility as a service
Una volta corrisposto un forfait mensile al service provider, l’utente può pianificare il proprio viaggio su una piattaforma software che in automatico propone e permette di prenotare tutti i mezzi necessari, sia pubblici sia privati (treni, bus, taxi, car e bike sharing) per compiere il percorso. Oltre naturalmente alla propria destinazione, a seconda delle opzioni proposte dalla applicazione, ogni persona può indicare preferenze sul mezzo da utilizzare e così via; sarà poi il tool a suggerire la combinazione più efficace e conveniente, integrando le diverse opportunità di movimento che un agglomerato urbano può offrire, dal sistema di trasporti pubblici a tutti i vari servizi che possono trovarsi nelle città (bike sharing, car sharing eccetera).
Queste piattaforme lavorano con l’obiettivo di ottimizzare i tempi, ma anche di paragonare i costi e tengono addirittura conto delle condizioni meteo. A questo punto, una volta individuato ciò che si preferisce fare, mediante lo stesso sistema si potrà prenotare e pagare per la soluzione prescelta.
In pratica, mobility as a service si caratterizza per tre aspetti principali: per il fatto di poter fruire di tutti i servizi di mobilità a consumo; in quanto è un servizio utilizzabile ovunque e perché rende semplice e immediato il pagamento.
Cloud, IoT -Internet of Things, Intelligenza artificiale e machine learning sono le principali tecnologie su cui si basa la possibilità di proporre un servizio di mobility as a service.
Il giro d’affari del trasporto come servizio, ecco cosa prevedono gli analisti
Nel KPMG Global Automotive Executive Survey 2019 la metà degli intervistati con una macchina di proprietà hanno detto di aspettarsi di non averla più entro il 2025. Lo stesso trend, si legge nel medesimo studio, andrà affermandosi nelle aziende dove si procederà a una ottimizzazione del parco auto. Sono le conseguenze della rapida diffusione di servizi di mobilità alternativi.
Secondo i dati di una ricerca BIS Research dell’anno scorso, negli anni che trascorreranno tra il 2018 e il 2028 il concetto di trasporto come servizio a livello globale genererà un giro di affari in incremento anno su anno di quasi il 50%, le revenue derivate da questo mercato dagli oltre 31 miliardi di dollari dei 12 mesi scorsi passeranno a quasi 1.760 miliardi.
Osservando questo fenomeno da un altro punto di vista, e ciò è stato fatto in uno studio recente di McKinsey sulla mobilità integrata, gli analisti si aspettano un aumento degli spostamenti, ossia della volontà di muoversi da parte delle persone, grazie al fatto di poter fruire di soluzioni di viaggio più convenienti. E’ previsto un incremento tra il 20 e il 50%, il che innesca un circolo virtuoso, anche in termini economici, che può avere un impatto importante su tutta la collettività.
Gli analisti si aspettano, in generale, che con l’affermazione del 5G si assista a una accelerazione dell’utilizzo di queste piattaforme applicative. Poter contare su connettività più efficace significa infatti inviare comunicazioni in tempo reale per rispondere in maniera precisa alle esigenze dei viaggiatori.
Mobility as a service: i vantaggi
Premesso che l’obiettivo delle pubbliche amministrazioni che promuovono questa modalità di spostamento è quello di fare in modo che si vada abbandonando l’utilizzo dell’auto privata, sono molteplici i vantaggi determinati dal MaaS per i privati, per le aziende che offrono servizi di trasporto e per la collettività. Prima fra tutti, la riduzione del traffico e dell’inquinamento (sia atmosferico sia acustico).
Inoltre, gli utenti del servizio potranno spendere meno per i loro spostamenti, diminuirne i tempi, muoversi in maniera più sicura, grazie al fatto, tra l’altro, che potranno sempre avere informazioni aggiornate in tempo reale sulla situazione del percorso che stanno compiendo.
D’altra parte, gli operatori del mondo del trasporto, avendo una vasta mole di dati su cui costruire le proprie strategie, potranno ottimizzare i loro servizi rispondendo in maniera puntuale alle necessità dei propri interlocutori. A questo proposito anche i gestori del traffico, così come le autostrade potranno optare per soluzioni e prezzi modulari in base all’utilizzo, agli orari, alla situazione della strada eccetera.
Smart mobility: la prima app MaaS e altri esempi italiani e internazionali
I primi a sperimentare questa tipologia di servizi sono stati i finlandesi e, nello specifico, gli abitanti di Helsinki che già dal 2016 hanno la possibilità di fruire della Whim app che si occupa proprio di identificare per loro la modalità migliore per raggiungere una località.
In uno studio Deloitte di qualche tempo fa sono riportati diversi esempi di applicazioni e progetti pilota di Mobility as a service. Tra questi il progetto Communauto/Bixi avviato nel Quebec in Canada dove alcune aziende municipalizzate di trasporti hanno deciso di proporre pacchetti che includessero nella propria offerta di mezzi pubblici la possibilità di usare sia il servizio di bikesharing (di Bixi) sia quello di carsharing (dell’altro fornitore).
A Gothenburg, in Germania, UbiGo alle precedenti tipologie di mezzi di trasporto aggiunge la possibilità di affittare la macchina, di utilizzare taxi, il tutto sfruttabile mediante una sola applicazione che, tra l’altro, ha l’interessante possibilità di assegnare bonus agli utenti nel caso facciano scelte di spostamento sostenibili. Ma ci sono molti altri esempi di app di questo tipo in tutto il mondo, inclusa l’Italia.
In particolare, proprio alla fine di marzo di quest’anno, la giunta comunale di Torino ha approvato un progetto MaaS teso a disincentivare l’uso dei veicoli privati che prevede buoni di mobilità da utilizzare per spostarsi in città sfruttando servizi di trasporto a basso impatto ambientale, sostenibili e in condivisione, così come bike sharing, corse di taxi e sempre più le opportunità si apriranno ad altri servizi di sharing.
Anche a Milano, tra le città italiane che si caratterizzano per il proprio modello di mobilità evolute, si sta riflettendo su mobility as a service per proseguire nell’impegno sulla mobility di nuova generazione.
Mobility as a service: al centro la comodità del servizio di pagamento mobile
Per poter diffondere questi servizi di MaaS rendendoli sempre più appetibili per gli utilizzatori, come abbiamo visto negli esempi precedenti, è fondamentale costruire un ecosistema di provider coinvolgendo vari attori e tipologie di proposte. Ugualmente essenziale è garantire soluzioni di pagamento mobile che rendano immediato e agevole l’utilizzo dei servizi.
A tal proposito, Telepass ha lanciato “Telepass Pay X” in collaborazione con BNL-Bnp Paribas che consiste in un conto corrente e una carta prepagata per servizi di mobilità, ma anche per pagamenti quotidiani . Questo servizio garantisce transazioni veloci e sicure sempre e ovunque, è aperto a terze parti e quindi vi si possono costruire intorno soluzioni che man mano si possono arricchire coinvolgendo più aziende, non necessariamente legate alla mobilità in senso stretto. Un esempio concreto in questo senso è WashOut, la startup milanese che ha presentato l’app per lavare auto e moto ovunque siano parcheggiati. Il limite dell’offerta di servizi è dunque davvero solo quello rappresentato dalla fantasia.