LA GUIDA

Mobilità sostenibile: cos’è, i progetti, gli incentivi per il nuovo modo di muoversi nel rispetto dell’ambiente



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La mobilità sostenibile riduce l’inquinamento e consente il risparmio energetico. Il ruolo chiave di sharing e veicoli elettrici. Qui una guida

Aggiornato il 5 mar 2024



Multiutility nella mobilità
Multiutility nella mobilità

Spostarsi in bicicletta o in monopattino (e, se possibile, a piedi), preferire l’auto ibrida o elettrica a quella a benzina, utilizzare il trasporto pubblico, ricorrere alla condivisione di veicoli (bici, scooter, autovetture) ma anche poter usare in modo integrato vari mezzi per il percorso quotidiano in un percorso fluido, conveniente e senza ostacoli di sorta: sono alcuni dei comportamenti che caratterizzano la mobilità sostenibile nelle città, un concetto di cui si è cominciato a parlare negli anni Novanta e che è sempre più d’attualità. Anche perché i centri urbani sono sempre più congestionati e inquinati. E in Italia il settore dei trasporti è responsabile di circa un quarto delle emissioni in grado di alterare il clima.

Cos’è la mobilità sostenibile: il significato

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Mobilità sostenibile sta a indicare un modo di muoversi legato indissolubilmente al concetto di sostenibilità territoriale e orientato, quindi, verso la riduzione dei rischi di inquinamento e del potere inquinante, la salvaguardia della salute e dello spazio pubblico come bene comune, il risparmio energetico.

Muoversi in modo sostenibile significa anche utilizzare tecnologie per strade e autostrade connesse (smart road) che garantiscano fluidità, efficienza e sicurezza negli spostamenti. E comprende il concetto di mobilità integrata: l’utente deve poter usufruire di vari mezzi di trasporto (servizi pubblici, in sharing, privati) senza soluzione di continuità, per completare il percorso quotidiano agevolmente e in modo conveniente. L’argomento non riguarda solo i grandi centri, ma l’insieme delle strutture e infrastrutture relative alla mobilità nel nostro Paese.

Obiettivo della mobilità sostenibile, secondo la definizione riportata nella strategia europea in materia di sviluppo sostenibile approvata nel 2006 dal Consiglio Europeo, è garantire che i sistemi di trasporto corrispondano ai bisogni economici, sociali e ambientali della società, minimizzandone contemporaneamente le ripercussioni negative sull’economia, la società e l’ambiente.

(A QUESTO LINK il dibattito su “Mobilità sostenibile nei grandi centri e nelle piccole comunità: modelli, infrastrutture e servizi” organizzato il 16 giugno 2022 nell’ambito di FORUM PA 2022, grande evento romano della società del Gruppo Digital360)

Come detto , ci sono vari modi di muoversi in modo sostenibile, cioè evitando comportamenti inquinanti e limitando, o annullando del tutto, le emissioni di CO2. Ecco alcuni dei principali:

  • Camminata a piedi (detta anche “mobilità dolce”)
  • Passeggiata a cavallo (detta anche “mobilità dolce”)
  • Utilizzo della bicicletta (standard, elettrica, a pedalata assistita ecc. ecc.)
  • Utilizzo di mezzi della micromobilità (monopattini elettrici, segway, hoverboard)
  • Trasporto pubblico
  • Car sharing
  • Car pooling

Mobilità sostenibile in Italia

In Italia il trasporto stradale contribuisce alle emissioni totali di gas serra per il 23% (di cui il 60% circa attribuibile alle autovetture), alle emissioni di ossidi di azoto per circa il 50% e alle emissioni di particolato per circa il 13% (Fonte: Ispra, 2017).

Per questi motivi è dalla fine degli anni Novanta che si discute di mobilità sostenibile. Ma solo dal 2017 è obbligatorio per le città sopra i 100mila abitanti adottare i Piani Urbani di Mobilità Sostenibile (Pums), introdotti con una legge del 2000.

In particolare il Pums è uno strumento di pianificazione strategica istituito dall’art. 22 della legge n. 340 del 24 novembre 2000, che, in un orizzonte temporale di medio-lungo periodo (10 anni), sviluppa una visione di sistema della mobilità urbana.

In sostanza un Pums deve proporre il raggiungimento di obiettivi di sostenibilità ambientale, sociale ed economica attraverso la definizione di azioni orientate a migliorare l’efficacia e l’efficienza del sistema della mobilità e la sua integrazione con l’assetto e gli sviluppi urbanistici e territoriali.

Gli enti locali, per poter accedere ai finanziamenti statali di infrastrutture per nuovi interventi per il trasporto rapido di massa, devono definire i Pums applicando le linee guida adottate con il decreto. Con l’avvento delle piattaforme digitali e della sharing mobility, le azioni degli enti locali per una mobilità sostenibile possono essere ulteriormente sviluppate e incentivate.

Con il nuovo scenario creato dalla pandemia da Covid-19, la politica e la società sono tornate ad interrogarsi sull’urgenza di attuare misure efficaci per una mobilità sempre più sostenibile. Se infatti, da una parte, i lockdown del 2020– causando un sensibile calo dell’inquinamento atmosferico – hanno evidenziato l’importanza di un ambiente più a misura d’uomo, dall’altra le misure igieniche e di distanziamento sociale necessarie a contenere il contagio hanno avuto un forte impatto su vari settori del mondo della mobilità.

Si è assistito per esempio a un ritorno dell’auto di proprietà, fino a poco tempo prima data “in agonia”, alla frenata del car sharing, ma contemporaneamente a un’impennata della micromobilità nei grandi centri urbani. Penalizzato anche il bike-sharing, calato sia a causa dell’emergenza pandemia sia per la crescente concorrenza dei monopattini elettrici in condivisione.

L’emergenza pandemica è stata dichiarata dall’Oms ufficialmente finita il 5 maggio 2023, ma è rimasta e si è rafforzata l’aspirazione a una mobilità meno inquinante e più sostenibile.

QUI LA SMART MOBILITY MAP, una mappa della mobilità innovativa per aiutare gli utenti a individuare tutte le realtà attive in questo ambito

Come attuare la mobilità sostenibile

Ci sono vari modi per mettere in pratica un modo di muoversi più sostenibile per il pianeta: prediligere la mobilità dolce e condivisa, ma anche scegliere con cura auto e moto, in modo che siano poco inquinanti. Vediamo le principali modalità, come riportato in questo vademecum di Regione Lombardia.

Scegliere la mobilità dolce e condivisa

E’ consigliato privilegiare l’uso della bicicletta e dei mezzi pubblici, specialmente per tragitti brevi e nei centri storici. E’ opportuno il ricorso a car sharing e bike sharing, anche in forme auto-organizzate, per ridurre il numero di veicoli in circolazione e aumentare il numero di passeggeri che utilizzano lo stesso mezzo. E’ preferibile usare i mezzi pubblici disponibili, rispetto all’auto privata e condividere l’auto con altri che fanno il tuo stesso percorso (car pooling).

Auto: seguire regole su velocità e controlli

Si deve mantenere una velocità moderata in autostrada a 110 km, perché questo riduce i consumi anche del 30%. In città occorre evitare frenate brusche e accelerazioni. All’accensione dell’auto, non premere l’acceleratore per “scaldare” il motore. In caso di coda o di sosta prolungata, spegnere il motore. Fare regolarmente il check up dell’auto e privilegiare le gomme energy saver, che riducono i consumi fino al 3% in città e fino al 5% su tragitti extraurbani.

Acquisto veicoli e motocicli: scegliere i meno inquinanti

Al momento dell’acquisto di un’auto nuova o usata, privilegiare i veicoli di classe Euro 6 (o comunque Euro 5), più recenti e quindi meno inquinanti. Per i veicoli commerciali meno recenti, in caso di impossibilità di sostituzione, installare filtri antiparticolato omologati che abbattono le emissioni di polveri sottili. Nell’acquisto di un motociclo o di un ciclomotore, nuovi o usati, privilegiare quelli con motore a quattro tempi (più performanti e meno inquinanti) rispetto a quelli a due tempi, e la classe più recente disponibile sul mercato.

Mobilità sostenibile nel futuro: come ci muoveremo nel 2035?

La situazione attuale della mobilità urbana è ampiamente considerata insostenibile, dice il report “Il futuro della mobilità urbana sostenibile. Come ci muoveremo nel 2035?” del Politecnico di Milano (QUI è possibile scaricare il booklet).

Le innovazioni e le azioni strategiche che permetteranno di realizzare un sistema di mobilità urbana più sostenibile nel 2035 – prosegue la ricerca – saranno orientate in due direzioni principali:

— la prima, caratterizzata dal passaggio dalle automobili di proprietà ai servizi di sharing

–la seconda, dall’implementazione di un sistema di trasporto pubblico più intelligente e multimodale.

In tale quadro, lo studio ha anche identificato l’insieme delle principali tecnologie abilitanti, delle politiche e delle strategie che accompagneranno tali sviluppi.

La velocità della transizione verso una mobilità più sostenibile dipende fortemente, per ogni contesto, da diverse combinazioni di scelte politiche e strategiche, supportate dallo sviluppo di tecnologie e azioni che meglio si adattano e si integrano nella realtà urbana esistente e consolidata. I prerequisiti per la mobilità sostenibile nel 2035 sono già visibili oggi dove le abitudini di viaggio stanno gradualmente cambiando:

–possedere un’auto non è più uno status symbol

–il camminare o l’andare in bicicletta non sono considerati come una necessità per mancanza di altri mezzi ma anche per i loro benefici sulla salute

–la scelta del trasporto è determinata anche dalla crescente consapevolezza del contributo all’impatto ambientale

Sarà necessaria una maggiore attenzione per adottare mezzi di trasporto e politiche in grado di soddisfare, da un lato, la crescente domanda di mobilità di una società che invecchia e, dall’altro, le esigenze di viaggio dei cittadini che, a causa di un previsto aumento dei flussi migratori, vivranno nelle periferie dei centri urbani. Il futuro della mobilità è fortemente influenzato dall’evoluzione delle scelte legate al settore energetico e dal conseguente rinnovamento e aggiornamento infrastrutturale. La sua attuazione potrebbe essere più lunga dell’orizzonte temporale considerato. Pertanto, nel 2035 – conclude il report del Politecnico – è ragionevole ipotizzare di essere in una fase di transizione intermedia, con la coesistenza di diverse alternative tecnologiche sul tipo di vettore energetico per i mezzi di trasporto e la guida autonoma.

Perché è importante l’intermodalità per la mobilità sostenibile

“La nuova sfida per i policy maker di questo settore – scrive in questo articolo per EconomyUp Fabio Pressi, CEO di Infoblu – è la creazione di una intermodalità accessibile a tutti, adeguando i Piani Urbani alle esigenze emergenti e ripensando, anche con l’aiuto dei Big Data, la città come un insieme di reti di trasporto diverse ma interconnesse (…) A livello di amministrazione pubblica, centrale e locale – prosegue – sarà necessario emanare norme che favoriscano l’integrazione e l’interconnessione dei diversi sistemi di trasporto, attraverso strumenti certi, quali la condivisione dei dati (infomobilità) e l’apertura a soggetti terzi, dei sistemi di prenotazione e di pagamento (software Open con interfacce API).

Solo attraverso l’integrazione intelligente dei sistemi si potrà passare da un metodo di trasporto all’altro, in tutta semplicità, secondo le proprie esigenze del momento e favorendo i mezzi non o meno inquinanti: dal trasporto pubblico al bike sharing, dalla metro allo scooter, e per fare un parallelismo telefonico…il “roaming della mobilità”.

La mobilità sostenibile per le smart city

Una città dove ci si sposta in modo agevole, comodo e sicuro è una città migliore, sia per i cittadini sia per le attività economiche esercitate in loco. Per questo è importante che nelle cosiddette smart city la mobilità sia sostenibile.

Il concetto stesso di smart city racchiude in sé quello di smart mobility, termine che fa riferimento a tecnologia, infrastrutture per la mobilità (parcheggi, reti di ricarica, segnaletica, veicoli), soluzioni per la mobilità (tra cui i modelli di new mobility). E l’obiettivo finale dell’introduzione di una mobilità smart nelle nostre città è ridurre il traffico, ridurre l’inquinamento, creare flussi intelligenti e senza interruzioni, e rafforzare le economie di scala per promuovere una mobilità accessibile a tutti.

Mobilità sostenibile: esempi nel mondo (spiccano Stoccolma e Singapore)

San Francisco, Stoccolma, Helsinki, Singapore e Zurigo sono le città con la mobilità più smart, sostenibile e a misura di cittadino secondo l’Urban Mobility Readiness (UMR) Index, rapporto annuale dell’Oliver Wyman Forum e dall’Università della California, Berkeley. Milano è la prima città italiana in classifica, ma occupa solo il 31esimo posto. I dati di questo rapporto riguardano il 2022.

Le migliori città con la mobilità intelligente (e le peggiori)

Nel 2020, il City Mobility Index di Deloitte indicava Stoccolma come città dove la mobilità è più sostenibile, seguita da Singapore e Amsterdam. Il report prendeva in esame la qualità della mobilità urbana in 36 centri urbani sparsi per il pianeta. I criteri usati per la ricerca (interessanti per capire meglio in cosa consiste il nuovo modo di muoversi sostenibile) sono stati:

  • Prestazioni e resilienza. Aspetti come la mobilità integrata e la modal diversity (diversità modale)
  • Visione e leadership. Investimenti, innovazione, regolamenti, ecc.
  • Servizio e inclusione. Accessibilità e altro ancora.

Per ogni criterio, le città sono state classificate da ’emergenti’ a ‘aspiranti’ a ‘contender’, ‘top performer’ e ‘leader globale’. Amsterdam, per esempio, è un “leader globale” sia nella diversità modale che nella visione e nella strategia, un “top performer” quando si tratta di congestione e densità dei trasporti pubblici, ma solo una città “aspirante” per l’accessibilità dei trasporti. Il 30% dei viaggi nella capitale olandese è fatto in bicicletta e il 19% con i mezzi pubblici, le auto private sono ancora la maggior parte dei mezzi circolanti (42%).

Tokyo è un “leader globale” quando si tratta di sicurezza dei trasporti, ma solo “aspirante” quando si tratta di congestione e qualità dell’aria. I cittadini di Tokyo viaggiano molto di più sui mezzi pubblici (47%) e molto meno in auto (12%). Sorprendentemente, il 24% degli abitanti della metropoli cammina, contro solo il 4% di chi vive a Amsterdam.

Mobilità sostenibile

Le città italiane con la mobilità più sostenibile

Secondo il Quindicesimo rapporto di Euromobility sulla mobilità sostenibile nelle principali 50 città italiane”, Firenze conquista il primo posto del podio per la mobilità sostenibile in Italia, seguita da Milano, Torino, Parma e Bologna. Roma è soltanto al quindicesimo posto. Le più insostenibili sono Catania, Campobasso e Siracusa. Prato è la città con più auto di recente immatricolazione, mentre ad Ancona si sfiora il 25% di auto a basso impatto, GPL, metano, ibride o elettriche. In crescita le ciclabili, con Reggio Emilia in testa.

Milano e la mobilità sostenibile

Il Comune di Milano ha perseguito e persegue negli anni una mobilità sempre più sostenibile. In particolare il capoluogo lombardo ha previsto una serie di In particolare il capoluogo lombardo ha previsto una serie di misure per agevolare la diffusione della mobilità elettrica attraverso la gratuità della sosta per i veicoli elettrici, la gratuità degli ingressi in Area C e l’introduzione di una finestra temporale dalle 8:00 alle 0:00 durante la quale l’accesso in Area C è consentito solo ai veicoli merci elettrici. Il Comune di Milano ha inoltre provveduto all’installazione di centinaia di colonnine per la ricarica elettrica, sta spingendo sul car sharing e sta scommettendo su mezzi pubblici totalmente elettrici. Lo spiega in questa intervista il DG di Amat, Valentino Sevino.

Mobilità sostenibile nei piccoli centri: il caso Busto Arsizio

Anche una città di piccole o medie dimensioni può lavorare attivamente per una mobilità più intelligente e sostenibile. Lo sta facendo, tra le altre, Busto Arsizio, Comune italiano di 82 925 abitanti della provincia di Varese e sesta città della Lombardia per numero di abitanti. In questo articolo Salvatore Nicola Loschiavo, Assessore alla mobilità di Busto Arsizio, spiega come la cittadina lombarda si stia attivando per la mobilità elettrica, condivisa e la raccolta dati, allo scopo di rendere la qualità della vita più sostenibile. Essenziale un cambio di mentalità e scelte amministrative “senza colore politico”.

Il trasporto sostenibile

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Trasporto sostenibile: cos’è

Un sottoinsieme della mobilità sostenibile è il trasporto sostenibile, che identifica metodi alternativi di spostamento rispetto a quelli tradizionali su gomma o, comunque, basati sull’utilizzo di mezzi di locomozione inquinanti. Dal punto di vista aziendale, trasporto sostenibile fa riferimento a un concetto esteso di sostenibilità che non si limita a quella ambientale (Environmental), ma considera anche altri aspetti (Social e Governance). Le sfide vedono coinvolti, a vari livelli, gli individui, le imprese e le istituzioni.

Con il termine “trasporto sostenibile” ci si riferisce in particolare a tutti quei mezzi di trasporto che hanno un basso impatto sull’ambiente e consentono quindi di trovare il giusto equilibrio tra le esigenze di mobilità e quelle di sostenibilità. Un esempio di mezzo di trasporto sostenibile è la bicicletta, ma possono essere considerati tali anche treni, autobus e tram, auto elettriche o ibride, così come le modalità di car pooling e car sharing.

Vantaggi del trasporto sostenibile

Scegliere i mezzi di trasporto sostenibili e lasciare l’auto a casa offre numerosi benefici:

  • migliora la qualità della salute e della vita
  • riduce i costi di trasporto
  • riduce l’inquinamento atmosferico
  • riduce il traffico stradale e gli incidenti
  • valorizza le aree verdi
  • consente spostamenti in libertà e maggiore interazione sociale

Mobilità sostenibile: i progetti

Negli ultimi anni si sono moltiplicati i progetti per diffondere la mobilità sostenibile. Un esempio? Le 10 startup vincitrici della call European Startup Prize for mobility (EUSP) 2020 che si è conclusa a luglio 2020. Le società innovative proponevano tecnologie per il risparmio energetico, mobilità elettrica e condivisa, tecnologie di intelligenza artificiale per la guida autonoma, applicazioni per favorire lo scambio di informazioni relative a mezzi e sistemi di trasporto, servizi per la micromobilità, integrazione dei droni nello spazio aereo.

Il premio, co-fondato dalla Presidente della Commissione Trasporti al Parlamento Europeo, Karima Delli, dal Boston Consulting Group e da Via ID, è nato per selezionare e sostenere ogni anno le 10 startup di mobilità più innovative e sostenibili da tutta Europa.

Esempi di Mobilità sostenibile

  • La startup portoghese AddVolt ha sviluppato il sistema Plug-in Electric, una tecnologia che elettrizza le unità di refrigerazione dei veicoli, permettendo trasporti e delivery meno dispendiosi e più puliti e silenziosi.
  • Autofleet, startup fondata in Israele nel 2018, ha creato la prima piattaforma Vehicle as a Service, in grado di fornire un’offerta di veicoli totalmente adattabile alla domanda.
  • La startup tedesca Chargery è un fornitore di servizi completi per flotte elettriche urbane condivise.
  • Fairtiq offre un’applicazione per comprare di volta in volta i biglietti di viaggio più economici disponibili per viaggiatori e operatori di trasporto pubblico.
  • La startup londinese Humanising Autonomy punta a stabilire uno standard globale per l’interazione macchina-uomo, concentrandosi sull’intelligenza artificiale per i sistemi di sicurezza dei veicoli.
  • La startup tedesca MotionTag fornisce informazioni dai sensori dello smartphone su quando, dove, come e perché le persone utilizzano i servizi di trasporto.
  • Pony è un operatore di mobilità francese nato nel 2017 che si concentra sulla micromobilità fornendo e-bike e monopattini elettrici in sharing.
  • Skipr è una soluzione di Mobily as a Service per il mondo del lavoro che offre alle aziende soluzioni su misura di smart mobility per i loro dipendenti, combinando il trasporto pubblico con i servizi di mobilità locale e internazionale.
  • Fondata in Lussemburgo nel 2016, UFT offre software per l’adeguamento alla domanda dei servizi di trasporto ad autorità di trasporti statali europei e operatori privati.

Settimana Europea della Mobilità

La Settimana Europea della Mobilità si svolge dal 16 al 22 settembre di ogni anno, fornendo alle città e ai paesi l’opportunità di sperimentare innovazioni nella pianificazione del traffico e dei trasporti, promuovere nuove infrastrutture, sensibilizzare sulla mobilità sostenibile e misurare i livelli di rumore/inquinamento.

Ogni anno questa campagna di sensibilizzazione della Commissione Europea adotta un tema che mette in luce una specifica dimensione della mobilità sostenibile. Nel 2023 il tema è stato ‘Risparmia Energia’. Obiettivo: mettere in risalto l’impatto che le scelte di trasporto sostenibili hanno sugli obiettivi climatici e sulla povertà energetica.

Mobilità sostenibile: gli incentivi

Il bonus per la micromobilità

Per il 2020 il governo Conte Bis ha stabilito un contributo fino a 500 euro per l’acquisto di biciclette, anche a pedalata assistita, e di veicoli per la micromobilità elettrica quali monopattini, hoverboard e segway, o per l’utilizzo dei servizi di sharing mobility.

Il “buono mobilità” potrà coprire fino al 60% della spesa sostenuta per acquistare il mezzo o il servizio. Il provvedimento del Ministero dell’Ambiente, di concerto con il Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, punta a incentivare forme di trasporto sostenibili che garantiscano il diritto alla mobilità delle persone nelle aree urbane a fronte delle limitazioni al trasporto pubblico locale operate dagli enti locali per fronteggiare l’emergenza epidemiologica da Covid-19.

Purtroppo però i tempi si sono notevolmente allungati per l’accesso al bonus da parte degli utenti: la data indicata è novembre 2020.

Mobilità sostenibile agenda 2030: l’ecobonus per l’automotive

Previsti incentivi anche per l’acquisto di autovetture che garantiscano una mobilità più sostenibile. Nel decreto Rilancio è stata ampliata la gamma di veicoli che sarà possibile acquistare con i contributi previsti dal Fondo Automotive. Viene ridefinito e potenziato lo strumento dell’ecobonus che, oltre a incentivare la transizione verso l’elettrico e i veicoli a ridotte emissioni, ha l’obiettivo di supportare il settore dell’automotive fortemente colpito dall’emergenza Covid. La misura è promossa dal Ministero dello Sviluppo economico e gestita da Invitalia.

I contributi concessi per le fasce di emissioni 0-20 g/km e 21-60 g/km sono:

  • 0-20 g/km: 6.000 euro con rottamazione e 4.000 senza rottamazione;
  • 21-60 g/km: 2.500 euro con rottamazione e 1.500 senza rottamazione.

Alle medesime due fasce potranno aggiungersi 2.000 euro con rottamazione e 1.000 senza rottamazione fino al 31 dicembre 2020.

Riguardo invece le due nuove fasce di emissioni 61-90 g/km e 91-110 g/km sono stati ridefiniti i contributi messi a disposizione:

  • 61-90 g/km: 1.750 euro con rottamazione e 1.000 euro senza rottamazione;
  • 91-110 g/km: 1.500 euro con rottamazione e 750 euro senza rottamazione.

L’ecobonus relativo alle due nuove fasce potrà essere richiesto per i veicoli acquistati e immatricolati dal 15 agosto 2020.

(Articolo aggiornato al 27/02/2024)

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