Tra le eredità lasciate dall’emergenza Covid19 nelle città c’è un modo di muoversi che tende sempre di più verso la modalità multimodale. Le persone si sono abituate a usare mezzi diversi senza soluzione di continuità, a scendere da un treno per prendere un mezzo pubblico o un’auto in condivisione, e poi magari una bicicletta o un monopattino in sharing per coprire l’ultimo miglio. Nuovi comportamenti che generano un’infinità di nuovi dati, la lettura dei quali può aiutare ad orientare le scelte di mobilità verso una maggiore agevolezza, efficienza e sostenibilità. A far luce sull’uso dei dati per la nuova mobilità sostenibile è Davide Cervellin, CEO di InfoBlu e Chief Insurance & Data Officer di Telepass.
Alla base c’è il report “Infoblu Mobility Trend”, il focus sui trend della mobilità in Italia promosso da Infoblu, società del gruppo Telepass, con un confronto dei dati di traffico 2021 vs. 2020. Una panoramica su come si è orientato il traffico di mezzi e automezzi in questo delicato e determinante periodo della nostra storia.
Autostrade: traffico in forte ripresa, ma non siamo ai livelli pre-Covid
Come era immaginabile, a giugno 2021 c’è stata una forte ripresa del traffico leggero sulle strade italiane rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Una differenza attenuata nei tre mesi successivi, a causa delle minori restrizioni imposte tra luglio e settembre 2020. Quelli che non si sono fermati, invece, sono i veicoli pesanti: le loro percorrenze autostradali hanno fatto registrare un incremento di circa il 20% per i mesi di giugno e luglio 2021, ma già nell’estate 2020 le attività erano tornate quasi a pieno regime.
In generale, però, c’è ancora un gap da recuperare rispetto a due anni fa. “Come vediamo dai dati Infoblu, il traffico è in forte crescita – spiega Cervellin – ma non ancora al ritmo del 2019. Per capire la dinamica occorre guardare allo scenario pre-pandemia: nelle prime sei settimane del 2020 era stata rilevata una media nazionale del 5% di crescita del traffico autostradale rispetto al 2019. Poi, come sappiamo, è arrivata l’emergenza e il conseguente lockdown. Oggi siamo sulla strada del ritorno ai ritmi di crescita di inizio 2020, ma manca ancora un 10%”.
Il traffico post-Covid nelle città
E nei centri urbani cosa sta succedendo?
L’emergenza pandemica ha inizialmente bloccato il traffico ma, in seguito, quando mezzi e persone hanno ripreso gradualmente a circolare, ha generato nelle persone comportamenti che erano già in atto ma che si sono affermati con maggior convinzione. “Il traffico in città presenta oggi un mix molto positivo di sharing mobility e aspirazione alla sostenibilità” afferma Davide Cervellin.
Se da una parte, nell’ultimo anno e mezzo, abbiamo assistito a un minore utilizzo dei mezzi pubblici, per la paura dei contagi, e anche del car sharing, penalizzato dalle nuove esigenze di massima igienizzazione, dall’altra i cittadini hanno avuto a disposizione una gamma di alternative quali scooter, biciclette, monopattini. “Attraverso la nostra piattaforma digitale di servizi integrati di mobilità Telepass Pay assistiamo alla forte ascesa di questi mezzi della micromobilità; tante persone che prima si muovevano in automobile per percorre 3 o 4 chilometri, oggi coprono lo stesso tragitto con mezzi sostenibili”.
“Soltanto pochi anni fa – prosegue il CEO di InfoBlu e Responsabile Dati e Assicurazioni di Telepass – i pendolari arrivavano in stazione a bordo del treno e salivano in metro. Tutto qua. Oggi invece ci sono molte più alternative: possono scendere dal vagone e noleggiare un’auto in condivisione, o uno scooter, per poi salire sul monopattino o in bicicletta. Tutto questo sta diventando una nuova tendenza, un fenomeno multimodale. In questo modo riusciamo a contenere la crescita del traffico ‘negativo’ in città sia in termini di esperienza stradale sia dal lato ambientale”.
“Il problema – aggiunge Cervellin – non è più la copertura dell’ultimo miglio, ma della distanza un po’ più lunga, di 5/6 km, ovvero quei percorsi nelle periferie dove ci si trova spesso nella condizione di utilizzare il tram e non ci sono però altri mezzi a disposizione. Quei chilometri vengono coperti spesso dall’auto. È lì che a mio avviso bisogna lavorare”.
Nell’ambito della crescente multimodalità negli spostamenti, Telepass è la chiave di volta: un marketplace che, attraverso Telepass Pay, consente al cliente di accedere a una vasta gamma di servizi, dal pagamento delle strisce blu e dei parcheggi, allo skipass fino ai prodotti assicurativi tarati sulle esigenze dei clienti. Quanto mai utili, appunto, per tutelare le persone da eventuali rischi che si possono correre a bordo dei mezzi della micromobilità.
Telepass e la sostenibilità
Attenzione alla sicurezza ma anche alla sostenibilità: è il mantra del momento, che per Telepass significa una concreta strategia per contribuire a rendere le persone più consapevoli dei propri comportamenti. Telepass ha deciso di partire dai mezzi pesanti, quelli che, nonostante la pandemia, non si sono quasi mai fermati, ma anche quelli che, purtroppo, contribuiscono in misura maggiore di altri all’inquinamento atmosferico e quindi alla qualità dell’ambiente.
“Noi vediamo il mondo intorno a noi che funziona, ma non cosa lo fa funzionare. L’accelerazione sul digitale dovuta al lockdown e il conseguente boom dell’eCommerce su tutti i canali, ha avuto un impatto sulla circolazione dei mezzi pesanti. Non l’abbiamo visto, ma è stato così: meno viaggiamo noi, più viaggiano le cose”.
Da qui l’idea di avviare un percorso partendo proprio da questi mezzi di trasporto quanto mai necessari, ma bisognosi di un ripensamento in chiave di sostenibilità. Così Telepass ha deciso di testare un contatore di emissioni per mezzi pesanti, che dovrebbe essere lanciato il prossimo anno. Si tratta di un servizio di conteggio reso disponibile alle flotte di camion sui software che gestiscono il veicolo. “In questo modo – chiarisce Cervellin – l’autotrasportatore comincia ad acquisire consapevolezza dell’impatto della sua attività sull’ambiente. Il servizio sarà integrarlo sull’app Telepass Pay”.
Non solo: oltre a lavorare sulla consapevolezza degli autisti, uno strumento come quello che verrà fornito da Telepass per il conteggio delle emissioni, e tutti i dati sulla mobilità che ha già a disposizione Infoblu, possono essere condivisi con le amministrazioni pubbliche, al fine di supportare decisioni strategiche per migliorare il traffico nelle città e favorire politiche ambientali nel piano regolatore urbanistico. Telepass è disponibile a collaborare. (L.M.)