“Per realizzare una smart city è necessario un approccio coordinato e l’impegno di molti attori diversi ma concordi tra loro, capaci e motivati. Un progetto come quello di MUSA ha nel suo Dna una serie di elementi che vanno in questa direzione”: così Vittorio Biondi, Direttore Generale e Programme Manager di MUSA Scarl illustra a EconomyUp il Multilayered Urban Sustainability Action, finanziato con i fondi del PNRR, che da un anno coinvolge 973 ricercatori impegnati in oltre 100 progetti per una Milano più smart. Ci sono ancora due anni di tempo per elaborare, realizzare e ultimare questi progetti di ricerca applicata e multidisciplinare, “fondamentali nel disegnare una città digitale e moderna”, spiega, sempre a EconomyUp, la presidente di MUSA e rettrice dell’Università di Milano-Bicocca Giovanna Iannantuoni, E Gianna Martinengo, componente del Comitato scientifico, aggiunge: “MUSA è uno straordinario esempio di come promuovere l’innovazione per l’impatto sociale“. Ma vediamo meglio di cosa si tratta, come si sta sviluppando l’iniziativa e quali risultati sono già stati raggiunti.
MUSA, l’importanza di riunire attori diversi
MUSA (Multilayered Urban Sustainability Action) è nato nel 2022 dalla collaborazione tra l’Università di Milano-Bicocca, l’ente che ha proposto l’iniziativa, il Politecnico di Milano, l’Università Bocconi e l’Università degli Studi di Milano, finanziato dal Ministero dell’Università e della Ricerca attraverso un investimento complessivo di 116 milioni di euro. Al progetto, che vede coinvolti 26 soggetti pubblici e privati, stanno lavorando, su oltre 100 linee di attività, 973 ricercatori. Di questi, 194 sono appena assunti, il 55% donne e con un’età media di 32 anni.
“Uno dei principali vantaggi di MUSA – commenta Vittorio Biondi, che, come dirigente di Assolombarda, aveva avviato in passato un progetto chiamato “Milano Smart City Alliance” – è la capacità di raccogliere in modo strutturato e organizzato una serie di attori importanti a livello milanese per la realizzazione di progetti ispirati alla tematica della smart city. I quattro atenei coinvolti sono centri di eccellenza per le loro competenze e il progetto ha un perimetro così ampio da coinvolgere anche molte competenze di tipo diverso. In realtà, esistono pochi progetti simili”.
Uno degli elementi che emergono con chiarezza, prosegue Biondi, “è il fatto che la realizzazione di una smart city richiede un approccio molto coordinato. In MUSA sono coinvolti anche diversi gruppi di cittadini, dagli studenti alle persone di alcune fasce più a rischio, oltre al mondo accademico, alla ricerca, alle imprese e alle istituzioni”.
Fare ricerca applicata guardando al mercato
“Il progetto MUSA – ribadisce Giovanna Iannantuoni, presidente di MUSA e rettrice dell’Università di Milano-Bicocca – riguarda la vita urbana e nasce dalla collaborazione tra quattro atenei milanesi, 30 società private, grandi aziende e istituzioni pubbliche, tra cui la Regione Lombardia e il Comune di Milano. Ognuno di questi soggetti ha un ruolo fondamentale nel disegnare una città smart. La ricerca multidisciplinare, basata sulla collaborazione tra scienziati, informatici, fisici, economisti, sociologi e medici, può costituire quella massa critica che può far avanzare lo stato dell’arte sui questi progetti. Progetti che devono essere applicati, vicini al mercato, e questo è il motivo per cui ci sono così tante imprese all’interno di MUSA”.
MUSA: i filoni di ricerca
Su quali innovazioni punta MUSA? “L’interesse del progetto – dice Vittorio Biondi – è quello di tenere in considerazione la dimensione della sostenibilità nelle sue varie accezioni. Si va da progetti di rigenerazione urbana, di rigenerazione fisica di alcune parti della città a partire dai campus universitari, fino a quelli che applicano l’intelligenza artificiale e i big data al settore medicale. Il modello – prosegue – è un modello hub e spoke. MUSA è l’hub, la società consortile che governa e coordina l’iniziativa, mentre gli spoke sono i ‘raggi’, ciascuno dei quali ha un proprio ambito di specializzazione”. Ecco le principali aree di intervento.
Rigenerazione urbana
Sfruttare l’energia geotermica del sottosuolo e l’energia fotovoltaica per rendere Milano-Bicocca un campus a zero emissioni. È partito lo scorso 12 giugno il progetto di transizione energetica dell’ateneo che sarà replicabile in altre zone della città. Al via anche lo studio di brevetti di desealing per utilizzare l’acqua piovana in agricoltura e in altri ambiti. All’Università Bocconi il compito di valutare l’impatto economico, sociale e ambientale di questi nuovi sistemi di rigenerazione urbana.
Digitalizzazione
Dal trasporto intelligente e sostenibile alla salute e alla green energy, l’uso delle tecnologie 5G e dell’intelligenza artificiale consentiranno un’ottimizzazione della capacità di lavoro sui big data per supportare, digitalizzare e implementare una serie di servizi utili alla cittadinanza, come la telemedicina e il remote monitoring per le persone fragili. A coordinare il progetto, l’Università statale di Milano.
Imprenditorialità tecnologica
Fondamentale nella visione di MUSA è la sinergia tra mondo accademico e imprenditoriale. Sono state avviate 17 attività di scouting tecnologico che coinvolgono il Politecnico di Milano e gli altri atenei. Il progetto StartCup Lombardia, promosso dalla Regione Lombardia e organizzato dai quattro atenei di MUSA, risponde all’obiettivo di sostenere l’innovazione tecnologica e favorire la nascita e lo sviluppo di nuove imprese ad alto potenziale di business. Il 30 novembre e l’1 dicembre 2023, poi, col supporto della Regione Lombardia e in collaborazione con l’associazione PNI Cube, MUSA ospiterà a Milano il Premio Nazionale per l’Innovazione, la competizione nazionale che coinvolge i vincitori delle challenge regionali tra start-up.
Innovazione sostenibile e living labs
MUSA coinvolge nei suoi progetti anche la cittadinanza. Espressione di questa convivenza virtuosa sono i sei Living Labs realizzati dal Politecnico di Milano e dall’Università degli Studi di Milano, laboratori di ricerca che, attraverso l’interazione con diverse categorie di utilizzatori, miglioreranno le condizioni di vita della cittadinanza e la qualità dell’ambiente.
Inclusione sociale
Si chiama Human Hall ed è un vero e proprio Rights Hub realizzato in collaborazione con il mondo delle imprese, il terzo settore e le istituzioni del territorio. Sotto la guida della Statale di Milano, docenti, ricercatori e dottorandi di diversi ambiti disciplinari hanno avviato 18 progetti dedicati al monitoraggio delle categorie a rischio, dagli stranieri alle donne vittime di violenza. Nello stesso ambito anche un software basato sull’intelligenza artificiale per il monitoraggio dell’hate speech online.
Sempre nell’ambito dell’inclusione sociale si collocano il progetto Patti Digitali rivolto ai minori, in collaborazione con il Comune di Milano, e B-Youth Forum, nell’ambito del Festival Generazioni, un laboratorio di ricerca organizzato dall’Università di Milano-Bicocca aperto ai giovani tra i 14 e 25 anni sui temi della partecipazione dello spazio pubblico.
Alcuni casi di ricerca applicata
“I progetti sono in fase di ricerca e sperimentazione, ma l’obiettivo è che diventino attività concrete” chiarisce la presidente Giovanna Iannantuoni. E fa qualche esempio: “Abbiamo lavorato sull’analisi della mobilità urbana attraverso la sensoristica, collocando dei sensori sui semafori, fari della luce, edifici, per controllare il passaggio pedonale delle biciclette, dei monopattini, delle auto e dei camion per realizzare una mappatura della mobilità creando un modello matematico”.
Un altro esempio riguarda le isole di calore. “Abbiamo inserito sensori in una delle piazze di Bicocca tra le più assolate, per misurare e comprendere come, attraverso un arredo urbano più adatto e un rinverdimento della piazza, si riescono ad abbassare le temperature estive anche di 20 gradi”.
Altre iniziative: un algoritmo per individuare le falde d’acqua nascoste di Milano, un software basato sull’intelligenza artificiale per il monitoraggio dell’hate speech online, una dashboard per gestire al meglio le potenzialità della telemedicina e un progetto di desealing per utilizzare l’acqua piovana in agricoltura e in altri ambiti.