Più integrata e seamless, cioè senza soluzione di continuità. Più condivisa e veramente a impatto zero. Sarà così la mobilità del futuro, secondo il quadro tracciato dagli esperti intervenuti a MCE4x4 2020, l’evento dedicato all’innovazione nella mobilità promosso da Assolombarda e Camera di Commercio di Milano Monza Brianza Lodi.
Il titolo di MCE4x4 2020, CambiaMenti, ha dettato il tono dell’evento: dare una risposta di resilienza alla trasformazione in atto e un contributo propositivo ancora più necessario dopo la pandemia che ha fortemente impattato la mobilità. Nella sua quinta edizione per la prima volta in digitale, MCE4x4 2020 (che si è tenuto in streaming il 23 novembre) ha visto la tradizionale conferenza Future Storming seguita dagli incontri one-to-one tra le 16 startup e scaleup selezionate e le 30 imprese che hanno partecipato agli incontri di business, per un totale di 480 speed dating e oltre 70 approfondimenti.
La tavola rotonda del Future Storming ha visto la partecipazione e il confronto di Marco Turchini, Amministratore delegato A2A Smartcity, Paolo Marchetti, Direttore commerciale, strategie, innovazione e sostenibilità ATM, Andrea Vezzani, CFO Energica Motor Company S.p.A., e Fabio Lancellotti, Partner Aster Capital. Esperti del settore nelle sue diverse sfaccettature: grande azienda, pubblica organizzazione, scaleup e società d’investimento.
Diversi i temi emersi dal confronto, dagli ostacoli da superare per il passaggio all’elettrico, al trend verso una mobilità più condivisa e sempre più integrata con la componente di micromobilità, e non ultimo il ruolo fondamentale dell’open innovation e della collaborazione tra startup e aziende.
MCE4x4 2020, il futuro della mobilità
“Sempre più le persone vogliono muoversi, e diventa vincente la mobilità seamless” spiega Marchetti. La mobilità non è più soltanto quella dei mezzi “tradizionali”, ma sempre di più cresce nelle città una componente di micromobilità, con l’utilizzo di mezzi sia propri che in sharing per l’ultimo miglio. Diventa quindi essenziale l’integrazione: per l’utente ha sempre meno importanza quale mezzo utilizza, rispetto alla facilità e comodità dello spostamento n tutte le sue fasi, dall’acquisto del biglietto fino all’arrivo.
“La mobilità sostenibile nella realtà milanese vede un trend al ribasso della proprietà dei veicoli, privilegiando invece lo sharing o altre tipologie di mezzi come la bici” aggiunge Turchini.
MCE4x4 2020, mobilità elettrica: la sfida delle infrastrutture
L’elettrificazione sta facendo grandi passi, ma l’ostacolo principale al suo utilizzo è la mancanza di infrastrutture necessarie ad un’esperienza di viaggio senza pensieri. Per citare l’esempio più eclatante, in Italia sono ancora poche e mal distribuite le colonnine per la ricarica, di cui pochissime le fast charge.
Questo richiede da una parte un cambio di mentalità da parte dell’utente, che deve abituarsi alle diverse logiche della ricarica di un mezzo elettrico: Vezzani parla di “biberonaggio”, ovvero ricarica parziale: ricaricare le batterie per un tempo inferiore a quello necessario per riempirle completamente di energia elettrica.
Dall’altro lato, c’è indubbiamente una necessità di potenziare l’infrastruttura, sia per le colonnine che, nel caso dei mezzi pubblici, di depositi adatti. “Il tema numero uno è quello economico” commenta Turchini, “il costo delle colonnine e infrastrutturale, perché sia possibile ricaricare mezzi senza rimanere a piedi.”
Tuttavia, la transizione all’elettrico sta procedendo. “Nel 2025 una buona parte della flotta bus [di Milano] sarà elettrica” annuncia Marchetti, che rivela il progetto di ATM per un nuovo deposito dedicato, all’interno della città: una struttura con parcheggi sotterranei e un parco ed altre infrastrutture per la città all’esterno.
“La sfida non è solo l’elettrico, ma la migrazione a una mobilità veramente a impatto zero” conclude, “Col tempo ci sarà tutto un sistema di mobilità e micromobilità integrato, oltre al semplice mezzo pubblico.”
Idrogeno: un’alternativa per il trasporto pubblico
Anche l’idrogeno potrebbe avere un ruolo nella mobilità del futuro. Ancora siamo nelle fasi iniziali di adozione della tecnologia, ma già si sta lavorando alle sue applicazioni, specialmente per quanto riguarda i treni.
Lancellotti porta l’esempio del produttore di treni Alstom, che ha già lanciato sperimentazioni in Germania, e nota come l’idrogeno sia un elemento interessante specialmente per cambiare quelle linee ferroviarie non elettrificate, che tuttora si basano sul diesel.
Già ci sono alcuni player early stage ma, come è accaduto e sta tuttora accadendo con l’elettrico, la grande sfida sarà l’infrastruttura: sarà importante non anticipare troppo i tempi, per evitare di “mettere il carro davanti ai buoi”.
Open innovation, il motore dell’innovazione
La collaborazione tra aziende e startup sarà un essenziale motore per l’innovazione della mobilità, permettendo di combinare l’agilità e la velocità delle piccole realtà innovative, ancora fragili, con le risorse di società già solide.
“C’è nelle startup un mindset diverso” fa notare Turchini, ma l’ecosistema si sta facendo più aperto e interattivo: con il passare del tempo anche le organizzazioni più tradizionali si stanno sciogliendo e venendo più incontro al linguaggio delle startup.