La Mobility as a Service è una conquista per le città, e rappresenta un progresso significativo per chi vive e lavora in contesti urbani, perché consente di implementare una mobilità fluida e interconnessa attraverso l’uso integrato di diverse modalità di trasporto. Tuttavia, per garantire il successo del MaaS e favorirne l’adozione, è essenziale che si instauri una stretta collaborazione tra tutti gli operatori del settore e, allo stesso tempo, che le amministrazioni pubbliche promuovano attivamente e supportino questa evoluzione. Questa è la riflessione di Marco Cavone, CEO di Urbi, un’azienda del gruppo Telepass dedicata alla urban mobility e che partecipa alle sperimentazioni di Milano e Roma del progetto MaaS4Italy, un concetto che sta rivoluzionando radicalmente il nostro approccio alla mobilità urbana.
Classe 1985, laureato al Politecnico di Milano, Cavone cresce come imprenditore a Milano avviando diverse startup digitali, tra cui Wise Emotions, della quale è CEO per 10 anni fino alla sua acquisizione da parte di Telepass nel 2021. Oggi Cavone è alla guida di Urbi, società controllata da Telepass la cui missione è fare leva sull’innovazione e sulla tecnologia per rendere possibile una nuova mobilità sempre più condivisa e sostenibile, rendendo accessibili in un’unica app tutte le soluzioni di mobilità disponibili su scala europea.
“I cittadini – dice Cavone a EconomyUp – vogliono poter viaggiare in maniera multimodale e avere un unico punto da cui accedere a tutti i servizi, tramite un’unica App, con un unico sistema di riconoscimento cliente, un unico sistema di pagamento, che renda l’esperienza di viaggio più semplice e immediata andando naturalmente a semplificare la segmentazione costruita nel tempo dal mercato”. Il riferimento è anche al progetto MaaS4Italy, a cui il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) ha dedicato una parte degli investimenti, per un totale di 40 milioni di euro.
Le sperimentazioni MaaS a Milano e Roma: il ruolo di Urbi
Nell’ambito di questo progetto nazionale, Milano è stata scelta, insieme a Roma e Napoli, come città pilota per avviare una sperimentazione sul servizio MaaS, con un budget complessivo di 2 milioni e mezzo di euro.
Ad esempio, il progetto MaaS di Milano prevede di integrare più operatori di mobilità, incluso il trasporto pubblico locale, con un’offerta multimodale che coinvolga almeno tre tipologie di trasporto diverse tra loro. Per questo sono state riunite diverse realtà e risorse, spaziando dai taxi alla mobilità in sharing. La sperimentazione coinvolge vari operatori, tra cui, appunto, Urbi.
Lo stato delle sperimentazioni: a breve ci sarà anche Torino
Ma a che punto sono le sperimentazioni?
“Sono già operative da quest’estate, sia a Milano sia a Roma, e stiamo arrivando alla conclusione della prima fase di sperimentazione di sei mesi” spiega il CEO di Urbi. “In queste settimane Urbi è rientrata tra gli operatori selezionati per la sperimentazione di TorinoMaaSforItaly, che è molto simile a quelle di Milano e di Roma, ma che apre anche al mondo delle aziende con il Corporate MaaS, che si affianca a quello cittadino. Urbi è stata selezionata anche per questo use case e proporrà un’offerta studiata per supportare i mobility manager”.
È prevista poi una seconda fase della sperimentazione “in cui continueremo a lavorare con gli altri operatori e a migliorare la nostra piattaforma”, conferma Cavone. “Questa fase sarà guidata dall’analisi dei dati raccolti per capire meglio quali sono le esigenze dei cittadini e di conseguenza adattare la piattaforma”.
Urbi: come la società parte del Gruppo Telepass mette in pratica la Mobility as a Service
Urbi si differenzia per la sua capacità di avvicinarsi al cittadino prima che debba effettuare uno spostamento, integrando fino a 12 tipologie diverse di mobilità, dallo sharing ai treni. Cavone chiarisce: “Se pensiamo a un turista o a un nuovo residente di Milano o Roma che non ha grande confidenza con i vari mezzi di trasporto, non esistono ancora soluzioni in grado di identificare il miglior mezzo da usare in termini economici o di carbon-footprint, indicando l’impatto ecologico del suo spostamento. Su questo stiamo lavorando molto. L’obiettivo è facilitare la scelta della persona che deve spostarsi, ad esempio, spiegandole come e dove comprare i biglietti. Non stiamo lavorando per creare un ‘biglietto unico’ – sottolinea l’intervistato – perché è ancora un’utopia, soprattutto se parliamo di sharing mobility. Piuttosto, ci stiamo muovendo nella direzione di permettere all’utente, con un singolo tap, di comprare il biglietto che gli serve nel suo pezzo di esperienza di mobilità. Ad esempio, se sei in centro a Milano e devi arrivare a Linate, ti indicheremo dove si trova il mezzo di sharing più vicino, ti permetteremo di comprare il biglietto per la metropolitana con un tap, e, se non vuoi usare i mezzi pubblici, potrai prenotare il taxi o, in futuro, servizi di ride-hailing per raggiungere la tua destinazione. In termini tecnici, stiamo lavorando su un Journey Planner, un facilitatore che integri tutte queste tipologie di mobilità nel contesto urbano personalizzato ed istruito per apprendere dal contesto e dalle abitudini di ciascun cliente”.
“I vantaggi dell’utilizzo dell’App Urbi sono molteplici” continua Cavone. “In un certo senso, i progetti finanziati dal PNRR per la Mobility as a Service sono serviti anche e soprattutto per avvicinare i cittadini a questo concetto, far loro capire l’importanza di una prospettiva diversa nel modo di spostarsi, abituarli a vedere il proprio viaggio in modo più comodo e integrato”.
Cos’è c’è nel futuro di Urbi
I prossimi passi per Urbi includono il continuo sviluppo dell’applicazione e l’estensione dei servizi offerti e l’introduzione di pilot che sfruttino l’AI generativa per la creazione di percorsi e soluzioni di viaggio personalizzate. “L’obiettivo è quello di creare una base di utenti che apprezzino e utilizzino regolarmente il nostro servizio”, afferma Cavone. “Gli incentivi sono un ottimo modo per attirare nuovi utenti, ma la chiave del successo a lungo termine sta nel fornire un servizio di qualità”.
Cavone è sicuro che questa sia la strada giusta. “Stiamo assistendo a una vera e propria rivoluzione nel settore della mobilità. Le persone stanno diventando sempre più consapevoli dell’importanza della mobilità sostenibile e stanno cercando soluzioni che siano non solo convenienti, ma anche rispettose dell’ambiente e del contesto urbano in cui sono calate. Questo sta portando a un cambiamento radicale nel modo in cui ci muoviamo e ci spostiamo. Credo che vedremo sempre più soluzioni innovative che renderanno la mobilità sempre più sostenibile, accessibile e inclusiva. Ma penso anche che ci sarà un maggiore coinvolgimento da parte delle città e delle autorità locali, che giocheranno un ruolo sempre più importante nel promuovere e supportare queste soluzioni”.