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La sfida delle Smart City in Italia: il mercato e gli scenari applicativi 



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Gli investimenti hanno superato per la prima volta il miliardo di euro, ma le Smart City in Italia sono ancora indietro rispetto agli altri Paesi del G20. Ecco le esperienze dei Comuni, i benefici avuti, la percezione dei cittadini e le tendenze tecnologiche

Pubblicato il 5 giu 2024

Matteo Risi

Direttore dell’Osservatorio Smart City del Politecnico di Milano



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Il 2023 ha rappresentato un anno cruciale per il mercato delle Smart City in Italia: per la prima volta, gli investimenti legati alle Smart City hanno superato la soglia del miliardo di euro, con un incremento dell’11% rispetto al 2022.

Sebbene positiva, la crescita risulta inferiore rispetto alle altre nazioni del G20 e alla percentuale registrata l’anno precedente, specialmente a causa delle priorità imposte dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e dei ritardi nell’allocazione dei fondi destinati ai comuni.

Uno scenario fatto di luci e ombre, quindi, che è stato al centro dell’annuale convegno dell’Osservatorio Smart City della School of Management del Politecnico di Milano, un appuntamento dedicato all’analisi dello stato di avanzamento della trasformazione urbana in Italia. L’evento dello scroso 10 maggio, intitolato “Smart City: alla ricerca di una strategia vincente”, ha riunito esperti, amministratori locali e aziende leader del settore per discutere i risultati della ricerca condotta tra il 2023 e il 2024.

Smart City in Italia, l’effetto PNRR

Il PNRR ha rappresentato per le amministrazioni italiane una vera e propria “lama a doppio taglio”: se da un lato ha reso possibile abilitare molte progettualità, dall’altro ha lasciato poche risorse per sviluppare progetti caratterizzati da un alto livello di “smartness“.

Nel corso del 2023 i settori di Smart City che hanno raccolto maggiori investimenti sono stati l’illuminazione pubblica (23%) e la Smart Mobility (21%), un settore in continua evoluzione, come hanno riportato gli interventi di Targa Telematics – Viasat e Movyon durante l’evento.

Tuttavia, dall’indagine condotta dall’Osservatorio Smart City, oltre 500 comuni italiani (Fonte: Survey CAWI rivolta ai comuni italiani di ogni dimensione, dicembre 2023)hanno rivelato che è la sicurezza l’ambito applicativo che ha suscitato maggior interesse (65%), sebbene i progetti che richiedono un effort e una capacità di sviluppo maggiore siano ancora limitatamente diffusi (ad esempio, le progettualità di video analytics che sono in grado di analizzare automaticamente i video per rilevare e determinare gli eventi temporali e spaziali.).   

Smart City: il punto di vista dei Comuni

Per comprendere appieno l’evoluzione del fenomeno delle Smart City in Italia, l’Osservatorio ha condotto due indagini separate che hanno coinvolto i due attori principali: le amministrazioni comunali e i cittadini (Fonte: Survey CAWI rivolta ai cittadini italiani, in collaborazione con BVA Doxa, febbraio 2024).

Nel corso dell’ultimo triennio, l’analisi sui Comuni italiani evidenzia un quadro positivo per quanto riguarda l’interesse e la relativa adozione degli interventi smart in Italia (Nel 2023 aumentano i comuni che hanno avviato progetti legati alla Smart City (12% contro il 10% del 2022)).

Aumenta di anno in anno l’impegno da parte dei comuni italiani nel voler trasformare le proprie aree urbane in vere e proprie città intelligenti, le cui innovative progettualità sono poste al servizio dei cittadini.

Nonostante l’impegno dimostrato, i Comuni italiani si trovano ancora a dover affrontare notevoli ostacoli allo sviluppo completo di queste iniziative: persistono le difficoltà legate alla carenza di personale (52%) e alla mancanza di risorse economiche (48%): quest’ultima problematica si accentua ancor di più se si guarda ai centri urbani più piccoli.

Inoltre, tra il personale comunale scarseggiano le figure competenti in materia di Smart City (47%): sono ancora poche le amministrazioni che dispongono internamente di figure qualificate (23%), specialmente nell’uso delle tecnologie innovative (67%), mentre altre scelgono di fare affidamento ad esperti esterni (21%). La difficoltà nel reperire queste risorse è anche una delle principali criticità che ostacola lo sviluppo di una strategia Smart City realmente efficace e che apporti benefici nel medio-lungo periodo.

I benefici delle iniziative di Smart City

Il panorama urbano italiano non è soltanto caratterizzato da ombre ma, anzi, inizia a delinearsi un luminoso (e promettente) quadro per il futuro: per concretizzare questa visione sarà prima necessario superare gli attuali ostacoli, come discusso durante gli interventi di Municipia, A2A Smart City ed Edison Next.

In particolare, il 78% delle amministrazioni coinvolte in iniziative di Smart City ne ha riscontrato benefici tangibili, spesso oltre le aspettative iniziali. Incentivati dall’alto grado di soddisfazione evidenziato, si prospetta che saranno moltissimi (86%) i comuni che intendono continuare a investire in ambiti specifici (primo fra tutti la sicurezza e la sorveglianza) nei prossimi anni. Durante il convegno, i comuni di Genova, Trento, Milano e Padova hanno presentato le progettualità in corso, ma anche quelle previste per il futuro, simbolo del loro concreto impegno nel trasformare il proprio territorio urbano in un contesto sempre più smart.

Il trend: l’intelligenza artificiale nei Comuni

Guardando al futuro, le Smart City dovranno saper cogliere le opportunità offerte dalla digitalizzazione per poter realizzare appieno l’innovazione digitale urbana e offrire una visione integrata di Smart City, come hanno riportato anche gli interventi di Enel X e TIM Enterprise.

Tra i trend di maggiore interesse per i prossimi anni vi è l’Artificial Intelligence, una tecnologia che risulta essere, a detta dei comuni italiani, quella su cui si concentreranno maggiormente gli sforzi e gli investimenti (31% contro il 15% dello scorso anno).

Questo fenomeno sembra essere esploso, quindi, proprio nel 2023 con l’avvento massivo di soluzioni basate sull’AI generativa, che ha reso “mainstream” questa tecnologia e ne ha reso evidenti a tutti le potenzialità di disruption.

Infatti, la versatilità dell’Artificial Intelligence consente alle Pubbliche Amministrazioni locali di impiegarla in vari ambiti, dagli sportelli per i cittadini gestiti da assistenti virtuali, alla pianificazione urbana ottimizzata con algoritmi di machine learning, fino la gestione automatizzata degli impianti semaforici e di illuminazione. Sebbene non sia una novità assoluta, il suo impiego diventerà sempre più estensivo e pervasivo, portando all’attenzione di cittadini e amministratori i rischi ad essa collegati.

In questo contesto, il Parlamento europeo ha approvato il Regolamento Europeo sull’Intelligenza Artificiale (o AI Act), il primo al mondo nel suo genere, che intende proteggere l’integrità e i diritti individuali con un approccio “basato sul rischio”: i sistemi AI che gestiscono dati sensibili o infrastrutture strategiche saranno connesse ad un rischio maggiore e quindi sottoposte a regole e verifiche più stringenti per poter essere utilizzate.

Molte delle soluzioni identificate come “ad alto rischio” afferiscono proprio ai vari ambiti d’uso rilevanti per le Pubbliche Amministrazioni Locali, come l’identificazione biometrica, la gestione del traffico, l’accesso ai servizi pubblici e il contrasto alla criminalità, tutti casi d’uso che richiederanno specifiche attenzioni.

Nel corso delle tavole rotonde organizzate, insieme a IFAB e Dassault Systèmes è stato discusso anche del potenziale di altre innovazioni tecnologiche, come il Quantum Computing e il Virtual o Digital Twin (Il digital twin di una città è una replica digitale della stessa e dei suoi asset. Utilizza dati e modelli digitali per simulare, predire e ottimizzare le prestazioni nel contesto urbano. Aiuta nell’analisi, nella manutenzione e nel miglioramento continuo.), e di come queste tecnologie possano essere strategicamente integrate e sfruttate nei progetti di Smart City.

La Smart City non rappresenta solo un modello al quale ambire, ma fa parte di un continuo processo di trasformazione urbana, lungo il quale si deve sempre tenere conto dell’ambiente in cui si sviluppa.

In questa visione, i comuni fissano continuamente nuovi traguardi per rigenerarsi e migliorarsi nel futuro, con l’obiettivo di rendere il proprio territorio non solo più innovativo, ma anche rispettoso della natura che li ospita.

Infatti, la sostenibilità ambientale è una priorità imprescindibile anche dal punto di vista dei cittadini, i quali dimostrano una spiccata consapevolezza e considerazione in merito. In particolare, vanno di pari passo le attenzioni dei comuni e dei cittadini nei confronti delle Comunità Energetiche Rinnovabili (CER): a seguito della pubblicazione del Decreto del MASE, le amministrazioni si stanno già predisponendo per implementarle, in risposta al cambiamento climatico.

Non solo, anche una larga parte della popolazione è ben informata al riguardo e mostra un forte entusiasmo nel parteciparvi (Dall’indagine emerge che 6 italiani su 10 si dichiarano pronti a partecipare alle CER, aspettandosi vantaggi sia in termini di riduzione dell’impatto ambientale sia nel risparmio economico sulle bollette energetiche). Solo tramite un impegno congiunto tra cittadini e amministrazioni locali sarà possibile sviluppare città non solo smart, ma anche ecologicamente sostenibili.

Smart City: il punto di vista dei cittadini

Un altro aspetto fondamentale discusso durante il convegno è stato il punto di vista dei cittadini. Le amministrazioni comunali, pur essendo invitate a coinvolgere attivamente gli abitanti e a porli al centro della propria strategia di Smart City, spesso non hanno una chiara comprensione delle necessità e delle opinioni della popolazione locale.

L’indagine condotta dall’Osservatorio Smart City insieme a BVA Doxa ha indicato che gli italiani percepiscono Milano, Bolzano e Trento come le città più “smart”, seguite da Bologna, Torino e Trieste. Tuttavia, l’opinione dei cittadini deve essere considerata alla luce del loro livello di comprensione e consapevolezza del concetto di Smart City (Fonte: Survey CAWI realizzata in collaborazione con Doxa, febbraio 2023

).. Infatti, sette italiani su dieci dichiarano di conoscere il termine, ma spesso in maniera superficiale.

Talvolta, questa conoscenza generica potrebbe anche derivare dall’”invisibilità”di alcuni progetti agli occhi dei cittadini: non sempre, infatti, le iniziative progettuali avviate dai comuni si allineano con la percezione dei propri cittadini. Un esempio di questo gap sono le progettualità in ambito sicurezza e sorveglianza: se da un lato i comuni investono primariamente in questa tipologia di interventi, dall’altro i cittadini non ne colgono gli sforzi compiuti.

Nonostante alcune difficoltà di comprensione, gli esiti dell’indagine diffondono un messaggio di speranza: i cittadini delle città Smart (Elaborazione da: iCity Rank 2023 (ForumPA) e City Vision Score 2023 (City Vision)) percepiscono il proprio territorio urbano come più sostenibile (50% vs 36% di chi abita in città non considerate Smart), inclusivo (50% vs 32%), innovativo (49% vs 25%) ed efficiente (49% vs 34%), risultando così più attraente.

Queste osservazioni testimoniano l’apprezzamento che i cittadini nutrono nei confronti dei comuni Smart che si impegnano attivamente nel promuovere iniziative tangibili per il benessere collettivo.

Per una valutazione esaustiva dei progetti e delle strategie legate alle Smart City, è imprescindibile il coinvolgimento diretto dei cittadini, che sono i principali beneficiari di queste iniziative. Ascoltare in modo approfondito il loro punto di vista, le loro opinioni e percezioni è essenziale per calibrare in modo efficace sia le iniziative attuali che quelle future.

Solo attraverso un dialogo costante e un feedback continuo da parte della comunità si potranno ottenere risultati significativi e duraturi, garantendo che le soluzioni adottate rispondano realmente alle esigenze dei cittadini e migliorino la qualità della vita urbana.

Le città alla ricerca di una strategia per la Smart City

Durante l’evento organizzato dall’Osservatorio Smart City è stata sottolineata l’importanza di una strategia specifica per la realizzazione delle Smart City in Italia.

Le amministrazioni comunali saranno i principali sostenitori di queste strategie, ma è essenziale includere anche il livello governativo e quello regionale.

Solo attraverso un approccio integrato e collaborativo sarà possibile costruire città intelligenti che siano veramente inclusive, sostenibili e capaci di rispondere efficacemente alle esigenze dei cittadini.

I governi nazionali hanno il potenziale di guidare il percorso verso le Smart City attraverso regolamenti favorevoli, una governance efficace, finanziamenti equilibrati e investimenti nelle infrastrutture, oltre a offrire incentivi fiscali e linee guida per lo sviluppo urbano intelligente. In Italia, tuttavia, manca ancora un quadro normativo o un piano specifico per le Smart City, a differenza di altre nazioni europee come la Germania e il Portogallo, che rappresentano esempi virtuosi ma non ancora uno standard ampiamente diffuso.

Anche le regioni rivestono un ruolo cruciale nello sviluppo delle Smart City e, in particolare, delle Smart Land. Esse possono coordinare le iniziative tra i comuni, favorire la condivisione delle risorse e promuovere progetti integrati a livello locale, tenendo conto delle peculiarità dei diversi territori.

Scendendo poi a livello comunale, quasi la metà delle 44 città italiane con oltre 100.000 abitanti possiedono una strategia o un approccio basato su un pensiero strategico per lo sviluppo di una vera e propria Smart City.

Gli enti locali italiani dovrebbero investire in piani strategici mirati con obiettivi che siano misurabili, finanziare attività che abbiano una timeline ben definita, responsabilità chiare e un sistema di monitoraggio continuo. Inoltre, il coinvolgimento attivo dei cittadini, delle imprese e degli altri stakeholder sarà poi fondamentale per formulare una vera e propria strategia “vincente”!

Durante l’evento “Smart City: alla ricerca di una strategia vincente”è emersa con forza l’importanza di un approccio integrato e collaborativo per affrontare le sfide attuali e cogliere le nuove opportunità.

Trovare una strategia vincente per le Smart City non sarà facile, ma è un passo fondamentale: come sottolineato da Edlam Abera Yemeru (Director (a.i.), External Relations, Strategy, Knowledge and Innovation Branch), ospite internazionale che ha preso parte all’evento, anche l’UN-Habitat(United Nations Human Settlements Programme) sta lavorando per stabilire delle linee guida che promuovano la trasformazione urbana in chiave smart (Il Progetto è denominato: “International guidelines on people-centred Smart Cities”) .

L’obiettivo è chiaro: sviluppare un quadro di riferimento internazionale che garantisca che la digitalizzazione, le infrastrutture moderne e le tecnologie avanzate contribuiscano alla sostenibilità, all’inclusività e al benessere delle città.

Intanto, l’Osservatorio Smart City continuerà a monitorare e analizzare le tendenze legate alle città intelligenti in Italia, valutando le politiche attuali e sviluppando linee guida strategiche per il futuro. Queste saranno fondamentali per guidare le amministrazioni verso comunità (più) intelligenti, sostenibili e inclusive, realizzando l’ideale della Smart City.


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