Che cosa c’è dietro Skygate, il progetto di un hub a Torino per l’air mobility in Italia? “Non ho dubbi che l’Italia sarà uno dei teatri della Urban Air Mobility, l’innovativa mobilità urbana aerea. Abbiamo le competenze e gli spazi. Ma il vero tema è: vogliamo esserci come attori o lasciare che lo facciano le società estere? Io dico che dobbiamo essere attori, e da subito”. Così Carlo Caiaffa, Presidente di Always, spiega a EconomyUp la sua visione del futuro dell’UAM in Italia. Annunciando un acceleratore e l’avvio di un progetto per fare di Torino il fulcro dell’UAM in Italia.
Always è una holding che, insieme alla partecipata DigiSky, ha appena lanciato SkyGate, iniziativa che punta alla realizzazione di un acceleratore dedicato all’innovazione tecnologica nel settore dell’UAM e che vuole spingersi fino all’apertura del primo vertiporto per velivoli a decollo e atterraggio verticale del Paese, situato appunto a Torino.
La mobilità urbana verticale è destinata a cambiare il modo di muoversi in città, diventando un’alternativa sostenibile al trasporto tradizionale, con impatti significativi sulla decongestione del traffico automobilistico e sull’inquinamento. Si stima che entro il 2035 voleranno nel mondo oltre 35.000 velivoli elettrici a decollo e atterraggio verticale per trasporto passeggeri e centinaia di migliaia di droni, in un mercato della mobilità urbana che dovrebbe raggiungere i 70 miliardi di euro.
Come nasce il progetto SkyGate
In questo contesto nasce il progetto SkyGate. A lanciarlo è Always, holding fondata da un gruppo di imprenditori e manager con esperienze internazionali nello startup business e nello sviluppo strategico, di cui Caiaffa è alla guida insieme ai soci Paolo Pari e Alessandro Rovera. “Come Always, arriviamo a questo progetto dopo anni di advisory e consulenza” spiega. “Noi stessi siamo imprenditori e acquisiamo partecipazioni nelle giovani società innovative che ci convincono. SkyGate nasce infatti insieme a Digisky, da noi incubata sin dall’inizio”. Si tratta di una società di ingegneria e servizi aeronautici, che vanta tra i fondatori Maurizio Cheli, astronauta e pilota collaudatore noto a livello internazionale.
Il focus scelto da SkyGate è la mobilità verticale, cioè gli innovativi veicoli a decollo e atterraggio verticale (VTOL). “La questione attualmente è complessa a livello normativo, ma anche per quanto riguarda le competenze. Ci è capitato di lavorare con startup che magari hanno inventato un nuovo motore ma non sanno se sono autorizzate a volare. Noi abbiamo le competenze ingegneristiche per capire il loro lavoro. A loro serve un’infrastruttura, ma anche un ecosistema. E qualcuno che sappia parlare con l’ecosistema industriale”.
L’accelerazione
Da qui l’idea di un acceleratore verticale per il settore della mobilità aerea urbana con sede a Torino, che vuole generare innovazione e rendere il territorio attrattivo per investimenti finanziari e industriali.
È già avviata la selezione delle startup che potranno essere accelerate da SkyGate, mentre alcune grandi aziende aeronautiche hanno manifestato il loro interesse a valutare le tecnologie insediate nel laboratorio sperimentale. “Saremo in grado di offrire servizi di accelerazione di impresa per startup e scale-up, dando vita a sinergie tra l’industria, i servizi e il mondo della ricerca accademica”.
L’acceleratore, che conta di avere una dotazione finanziaria entro la primavera, sta cercando investitori per la parte equity. Di recente è entrata in campo Walle, prima azienda italiana impegnata nel nuovo mercato dei taxi-aerei per il trasporto di persone e merci, che ha chiuso un accordo con SkyGate.
Quali startup cerca SkyGate? “Non abbiamo ambizioni solo locali – spiega il presidente di Always – perciò lavoriamo anche sull’attrazione di startup internazionali. A livello europeo ci sono circa 2500 startup attive nel settore e 200 in Italia afferenti a vario titolo ai sistemi di UAM”.
La strategia è attirarle sull’aeroporto di Torino, “scippandole” a quelli che Caiaffa vede come potenziali competitor, come gli Aeroporti di Parigi o quello di Conventry in Inghilterra.
L’aeroporto di Torino come hub di innovazione
“Torino è la culla dell’aeronautica, il terzo aeroporto in Italia ed è un’area in cui ci sono le più importanti competenze aeronautiche e spaziali d’Italia, oltre a tanti operatori industriali sulla supply chain” sottolinea Caiaffa.
L’obiettivo di SkyGate è dar vita ad un vertiporto per la “Urban Air Mobility” e un polo aeronautico per la mobilità aerea urbana del futuro, rinnovando le esistenti infrastrutture dell’Aeroporto Torino Aeritalia come laboratorio per la sperimentazione e lo sviluppo di nuove tecnologie per velivoli destinati a passeggeri e merci. In seguito agli accordi programmatici tra Aero Club Torino e DigiSky, il progetto prevede anche l’apertura, nell’area, di un’accademia dedicata alla formazione dei nuovi piloti e tecnici dedicati alla mobilità verticale
“Nella sua storia centenaria Aero Club Torino ha sempre sostenuto la diffusione della cultura aeronautica, anche promuovendo progetti innovativi” afferma Angelo Moriondo, Presidente Onorario dell’Aero Club. “Torino è sempre stata teatro di grandi progetti fin dagli albori dell’aeronautica per cui l’Aero Club, continuando nella sua tradizione, sarà sempre disposto a proseguire nella gestione di questo glorioso aeroporto, nato nel 1917, a condizione che l’ente proprietario del sedime aeroportuale, chiunque esso sia, rilasci una concessione pluriennale”.
“La presenza delle grandi aziende aerospaziali ha consentito a Torino di affermarsi sul mercato internazionale come polo di eccellenza industriale” spiega Maurizio Cheli. “DigiSky ha aperto l’era della mobilità aerea elettrica già nel 2009 volando su Torino Aeritalia con il suo SkySpark, uno dei primi velivoli a propulsione elettrica che ha dimostrato il grande potenziale di questa tecnologia”.
SkyGate vuole mettere a frutto anche la presenza sul territorio del Politecnico di Torino, che nell’ambito dell’aerospazio offre competenze per la ricerca e lo sviluppo.
“Siamo agli albori della UAM – conclude Caiaffa – ma l’importante è esserci da subito, sennò il regolatore scriverà le regole senza capire a fondo il profilo dell’ utenza. Ovviamente bisogna pensare tutto in chiave di intermodalità: nessun sarà interessato alla mobilità verticale se non ci sarà intermodalità. A mio parere l’UAM decollerà entro 4 anni, non come mass market, certo, ma come noleggio con conducente. La regolamentazione sarà molto severa, e così dovrà essere. L’importante, ripeto, è arrivarci prima degli altri”.