L'ANALISI

La nuova era della mobilità: quali saranno le regole di una città intelligente?

Con l’avvento di una nuova era della mobilità, si pone la questione di come stabilire nuove regole capaci di rispondere alle sue logiche. Secondo Stephen Goldsmith di Harvard le parole chiave per un quadro regolatorio efficace nelle smart city saranno flessibilità a utilizzo di dati in tempo reale

Pubblicato il 22 Apr 2020

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Sempre più interconnessa, sempre più intelligente, sempre più flessibile: la mobilità cittadina sta subendo una significativa evoluzione. Di fronte all’avvento di una nuova era della mobilità, si pone l’interrogativo di come sia possibile -e se sia possibile- adattare le vecchie regole ai nuovi sistemi, o se sia necessario ideare un nuovo approccio regolatorio capace di rispondere alle loro logiche.

Offre un interessante quadro sulla questione Stephen Goldsmith, Director of the Innovations in Government Program della Harvard Kennedy School – la Scuola per le Politiche Pubbliche di Harvard – in un articolo pubblicato su ASH CENTER, il portale ufficiale dell’istituto.

La nuova mobilità richiede nuove regole

Mentre sempre più servizi digitali cominciano a girare per le città, gli incaricati che lavorano per regolarli faticano ad applicarvi regole datate e processi obsoleti, e si trovano soffocati da quadri regolatori antiquati. Questo fenomeno è particolarmente evidente in relazione alla mobilità. Le leggi del ventesimo secolo ed i meccanismi per applicarle non sono sufficientemente dinamici, troppo conservative, carenti in discrezione amministrativa, prive dei necessari dati, e né incentrate sui cittadini né aperte a feedback pubblico.

Atlanta ha recentemente intrapreso un percorso di modernizzazione della sua risposta regolatoria, creando un Ufficio di Pianificazione Mobilità come primo passo verso una risposta significativa alle nuove offerte del mondo dei trasporti, che si contendono sempre più lo spazio con pedoni e automobili. Ma Altanta, come altre città, si trova incastrata tra problemi contrastanti. L’82% dei suoi residenti pensa che l’attuale numero totale di oltre 6200 monopattini elettrici dovrebbe essere un’opzione utilizzabile, per esempio, tuttavia al tempo stesso la città soffre di un alto numero di incidenti che coinvolgono i monopattini, e le aziende si stanno ritirando dal mercato per confisca e costi di deposito. In gennaio, Lime ha annunciato il suo distacco da Altlanta, quando doveva alla città quasi 70.000 dollari di multa per monopattini parcheggiati illegalmente che la città aveva confiscato.

Nel breve termine, Atlanta estenderà i permessi per i monopattini mentre lavora a regole eque per gestirli. Ma per quanto i nuovi uffici per la mobilità come quello di Altlanta ideeranno probabilmente regole migliori, una riforma comprensiva richiede qualcosa di piuttosto elusivo: dati integrati, accessibili, e in tempo reale.

Flessibilità, la parole d’ordine per le regole della nuova mobilità

Modernizzare gli strumenti regolatori per permettere la raccolta di dati in tempo reale faciliterebbe approcci più elastici e modulati. Per esempio, come dovrebbe rispondere una città agli obiettivi contrastanti di regolare l’uso dei monopattini o distribuire sul territorio i servizi di aziende di trasporto automobilistico privato (TNC), come Uber e Lyft? Potrebbe fissare un tetto massimo o multarle, naturalmente, ma questi sono strumenti inefficienti, specialmente quando il venditore sta perdendo soldi. Dati dinamici in tempo reale da diverse fonti (sia umane che macchine) possono mostrare dove i monopattini o le TNC operano e come sono utilizzati, se alcuni servizi permettono ai cittadini di raggiungere una fermata del bus, e dove bloccare un marciapiede con un monopattino parcheggiato o un Uber in seconda fila crea lamentele o incidenti.

Per concretizzare i benefici di queste opzioni di mobilità emergenti, le città devono inoltre pensare più nel complesso al loro quadro regolatorio, ponendo l’attenzione sui bisogni degli utenti finali ed assicurando allo stesso tempo un mercato competitivo e non oligopolistico. Calvin Watts, responsabile dei trasporti di Altanta, fa notare come le città incontrano nuove opportunità quando passano dal gestire i parcheggi all’utilizzare dati per gestire i marciapiedi. Vede la riforma dei parcheggi “Come uno strumento chiave che può portare Altanta verso una città più incentrata sulle persone, meno dipendente dall’automobile, riducendo inoltre le emissioni di carbonio. Ora che ci stiamo rimettendo in gioco per capire il valore del nostro spazio comune, è importante considerare tutti i fattori quando si tratta di condividere lo spazio dei marciapiedi.”

 Le agenzie amministrative che si occupano di mobilità, inclusi i dipartimenti responsabili di strade, parcheggi, TNC, taxi tradizionali, transito e sharing di biciclette e monopattini, devono non solo unirsi su generali obiettivi condivisi, ma anche ricevere più libertà d’azione dal consiglio comunale. Il processo legislativo è lungo, ed intrinsecamente lento a rispondere. E molte soluzioni innovative portano vantaggi e rischi sconosciuti, dunque scrivere regole legislative è già in partenza un compito pieno di insidie.

Molte città, per esempio, stabiliscono le proprie tariffe per i parcheggi annualmente, per ordinanza o regolamentazione, ma questi prezzi sono inevitabilmente obsoleti con il passare del tempo. Un consiglio comunale dovrebbe sì porsi obiettivi generali, ma permettere agli amministratori di prendere decisioni basate su dati che supportino aggiustamenti, per ridurre il traffico o incoraggiare il ricambio negli spazi comuni. Dati in tempo reale possono mostrare dove i prezzi dovrebbero essere abbassati per scarso utilizzo, o alzati per periodi di alto utilizzo, come ad esempio durante un evento sportivo. O forse, per stimolare comportamenti virtuosi, il costo di affitto di un monopattino dovrebbe salire quando il mezzo è lasciato a bloccare un marciapiede o davanti ad un ristorante affollato. I dati possono aiutare gli amministratori ad assicurarsi che i monopattini siano disponibili in zone non coperte, o aggiustare il limite sul numero di unità in circolazione in base all’utilizzo.

Un quadro regolatorio intelligente: la chiave sono i dati

Tutte queste modifiche dipendono dai dati – ottenuti da veicoli connessi; condivisi dai provider di applicazioni di mappe come Waze, TNC e altri provider di trasporti; e rifiniti con telecamere per il traffico, sensori ed altri strumenti Internet of Things. I dati possono identificare anomalie: in quali aree lo spazio disponibile è poco utilizzato, per esempio. I dati sono la nuova valuta della regolamentazione. Permettono un controllo flessibile e sfaccettato per proteggere la salute e la sicurezza, sempre considerando i bisogni della comunità.

Il quadro regolatorio del 21esimo secolo dovrebbe anche includere la raccolta e l’analisi -in forma anonima-del consenso raccolto da Twitter, Yelp o altre piattaforme. Una persona che ha bisogno di più facile accesso ad una tratta di trasporto pubblico o che ha avuto una cattiva esperienza in car sharing potrebbe contribuire ad affinare le informazioni a disposizione degli amministratori cittadini postando un voto sul servizio.

Stabilire un nuovo quadro regolatorio che si modifica in tempo reale, genera cooperazione, dà potere agli amministratori, utilizza efficientemente i dati e dà veramente voce ai cittadini è un compito arduo e complesso. Ma in fin dei conti, mettere a punto regole flessibili è anche la sola strada percorribile per rispondere ai costi e ai benefici del nostro nuovo mercato della mobilità, e al tempo stesso massimizzare le opportunità di accessibilità.

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Maura Valentini
Maura Valentini

Laureata in lingue orientali, sono un'amante di Giappone e innovazione. Parte del gruppo Digital360 dal 2020, scrivo per le testate EconomyUp, InsuranceUp e Proptech360.

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