Interrogare gli oggetti e dialogare a distanza con la propria casa, auto e giardino tramite smartphone, è ormai diventata una realtà. Il business dell’Internet of Things in Italia vale oltre 2 miliardi di euro con oltre 10,3 milioni di oggetti connessi tramite rete cellulare. Un italiano su cinque ha in casa almeno un apparecchio comunicante, ma la sorpresa – secondo un’indagine Doxa – è che quasi l’80% dei consumatori si dice disposto ad acquistare un prodotto o un servizio di Internet of Things. Quindi si tratta di un mercato in forte crescita.
Per farsi un’idea delle sfide future e dei nuovi modelli di business che attendono gli operatori italiani ed esteri nel mondo della comunicazione tra macchine e dell’Internet of Things, a Milano il prossimo 11 e 12 maggio si terrà la XV edizione del M2M Forum. In rassegna le tecnologie ICT emergenti (quali IoT, Wearable, Smart Home, Digital factory e molte altre) e approfondimenti sulle novità nel mondo delle smart cities.
Tra queste novità, sarà presentata anche una nuova versione di Infosmartcity, l’app gratuita per perfetti “smart citizens” che consente di muoversi agilmente in tutte le principali città italiane e ottenere informazioni di ogni tipo grazie agli open data (mobilità, orari e percorsi bus, parcheggi disponibili, meteo, bike sharing, comunicazioni ai cittadini, ecc.) senza dover scaricare singole app a seconda dell’area geografica interessata.
Tutto nasce da una considerazione elementare: nessuno possiede più informazioni su una città della città stessa. Gli archivi degli enti pubblici conservano dati geografici, statistiche e risultati di ricerche. Tutte queste informazioni possono essere di grande aiuto alle amministrazioni: permettono di fare una pianificazione più efficiente, di far risparmiare soldi ai contribuenti, e di offrire servizi migliori. E’ difficile quantificare in denaro il valore di queste informazioni. Ma secondo la Commissione europea dati simili rappresentano un potenziale strumento di crescita per l’economia. Per essere valorizzati, tuttavia, devono essere confrontabili: vanno elaborati e resi accessibili gratuitamente come open data.
È quello che sta facendo, ad esempio, il comune di Helsinki. Nessun’altra città al mondo è così impegnata nella condivisione di conoscenze e dati.
Grazie ad una piattaforma comune, gli abitanti di Helsinki possono segnalare rapidamente alle autorità i danni alle strade, inviando ad esempio una foto che il sistema smista automaticamente all’autorità competente per la risoluzione del problema.
Ispirandoci a questo modello di città intelligente, ho pensato che un’app come Infosmartcity possa riuscire nell’intento di mettere in relazione le città e gli abitanti in tempo reale, con la possibilità per le amministrazioni comunali di inviare messaggi e comunicazioni importanti attraverso un’unica app. Pensate ad esempio ad avvenimenti di interesse generale come il Giubileo a Roma o la scorsa esposizione universale di EXPO Milano. Pensate ad aspetti legati alla sicurezza delle città e dei quartieri, alla tutela dell’ambiente, allo smaltimento dei rifiuti urbani e alle energie rinnovabili. Tutto questo con gli open data è possibile anche a Roma e Milano, senza essere a Helsinki.