Per lavorare nella nuova mobilità servono competenze digitali e tecnologiche, ma anche la capacità di adattarsi velocemente in un settore in rapida evoluzione, e soprattutto “professionalità trasversali”. A sottolinearlo è Carlo Goretti, Chief People and Operating Officer di Telepass, un’azienda che, partendo da un servizio di pagamento del pedaggio autostradale, si è evoluta fino a diventare una variegata piattaforma di servizi per la smart mobility.
È da questo osservatorio – una società di 550 dipendenti, 330 dei quali assunti negli ultimi 3 anni – che Goretti guarda ai nuovi mestieri scaturiti dalla smart mobility. Concetto che racchiude in sé una serie di elementi: la tecnologia, le infrastrutture (parcheggi, reti di ricarica, segnaletica, veicoli), le soluzioni e, soprattutto, le persone. Obiettivi finali dell’introduzione di una mobilità smart e sostenibile sono ridurre il traffico e l’inquinamento, creare flussi intelligenti e senza interruzioni, e promuovere un modo di muoversi accessibile a tutti.
Il Mobility Manager per la mobilità in azienda
Un contesto del genere prevede la presenza di professionisti con precise caratteristiche. Un “job title” emerso in questi anni nel mondo della mobilità è il Mobility Manager, la figura professionale che si occupa di gestire la mobilità di un’azienda. Previsto per legge dal 1998, è stato reso obbligatorio nel 2021 per aziende sopra i 100 dipendenti. Ma fatica a imporsi in azienda. “È una figura ancora poco matura – commenta Goretti – e le aziende lo stanno vivendo più come una compliance o un’attività mirata a trovare soluzioni di corto raggio. La ritengo un’opportunità non sfruttata fino in fondo, mentre può avere un impatto strategico finalizzato all’efficienza e alla capacità di liberare tempo alle persone. Al mobility manager, infatti, si legano tematiche di sostenibilità: deve lavorare sul welfare, agevolare il benessere dei dipendenti e il loro ingaggio, e favorire le aziende che, come noi, hanno una forte relazione con il territorio”.
Telepass a caccia di professionalità trasversali
Ovviamente nel mondo della smart mobility non esiste solo questa figura professionale. La trasformazione in atto nel settore dei trasporti sta portando, come dicevamo sopra, a un modello di mobilità che si evolve praticamente di giorno in giorno e che ha costantemente bisogno di portare a bordo esperti, consulenti, tecnici. Quali sono le competenze richieste ai nuovi professionisti della mobilità? “Smart mobility è un concetto ampio – spiega Goretti – che significa far evolvere i servizi, innovarli, crearne di nuovi. Per questo in Telepass cerchiamo professionalità trasversali, portate da persone provenienti dai più vari settori. Dal momento che sviluppiamo strumenti di pagamento digitali a supporto della mobilità, è ovvio che ci servono competenze payment e digital, ma abbiamo anche bisogno che chi se ne occupa comprenda i bisogni del cliente e capisca l’importanza della customer simplicity applicata alla mobilità. Non cerchiamo competenze di trasportistica o di flusso, abbiamo necessità di competenze sui servizi”.
L’importanza del digital mindset
Inutile dire che Telepass, essendo un’azienda tecnologica fortemente orientata al digitale, cerca persone con una cultura digitale. “Il digital mindset è molto importante, non solo in senso verticale: deve avere questo tipo di mentalità anche chi fa marketing, o si occupa del prodotto”. Certamente è utile la conoscenza del mondo dei dati. Con circa 7 milioni di clienti, Telepass è in grado di raccogliere una mole ingente di informazioni su come si muovono le persone, che vengono poi usate esclusivamente al fine di offrire servizi utili al cliente. Un’azienda data-driven a tutti gli effetti.
Professioni della mobilità: quale formazione
Per la formazione tecnologica in senso stretto possono essere indicate le lauree in informatica o anche in economia, ingegneria, matematica. Ma, sebbene Telepass abbia stretto collaborazioni con alcune università, Goretti fa capire che non è il famoso “pezzo di carta” a fare la differenza al momento di scegliere un nuovo assunto. “Cerchiamo spesso le persone sul mercato in aziende nuove, o anche nelle startup. Faccio fatica a pensare un percorso formativo preciso. È possibile che l’esperto di dati io lo ‘prenda’ dal gaming. La chiave è la trasversalità e un cv che dimostri apertura al cambiamento e ricerca della sfida, ma con esperienze di successo”.
Importanti sono anche le soft skills, le abilità personali legate all’intelligenza emotiva e alle attitudini naturali. Quali bisogna possedere per cimentarsi nel settore della smart mobility, e più specificamente per approcciarsi al mondo Telepass? “Questo è un mercato in grandissima evoluzione, le aziende devono essere veloci e reattive. Quindi – prosegue il manager – cerchiamo persone che abbiano voglia di mettersi in gioco. Professionalità reattive, flessibili, capaci di adattarsi al contesto e soprattutto di pensiero sistemico: molte delle soluzioni ci sono già, bisogna confezionarle. In generale devono dimostrare curiosità ed entusiasmo”.
L’azienda prosegue nel reclutamento delle nuove leve. “Siamo considerati molto attrattivi per chi cerca lavoro e non facciamo fatica a portarci dentro i candidati migliori: lo sforzo più grande è mantenere alto il livello di engagement e di entusiasmo e un ambiente sano di lavoro dove si apprende e si cresce, e dove l’errore non è demonizzato. Questo aiuta molto anche in ottica di talent retention. Poi c’è la sfida complessa per tutti: i profili più tecnologici. Ma stiamo dimostrando che il nostro è un ambiente tecnologico avanzato, e che le persone possono crescere bene da noi”.