Il 25 novembre scorso, a Merano, Roberto Cavaliere, esperto digital di NOI Techpark, è salito sul primo minibus elettrico senza conducente che ha percorso le strade del centro storico. Ecco il racconto della sua esperienza in esclusiva per EconomyUp.
Il Passirio scorre veloce, ma il suo scrosciare è l’unico suono che si fa presente alle nostre orecchie. Eppure, siamo a bordo di un autobus. All’apparenza una piccola navetta, come quelle che si vedono negli aeroporti, ma con qualcosa in meno. Esattamente, in meno. Cosa manca? L’autista. Il piccolo shuttle da 15 posti è guidato da un cervello artificiale. Diciassette satelliti e un sofisticato sistema GPS ne determinano il passo. Un passo verde, in quanto il minibus è elettrico. Da qui il silenzio.
Accade a Merano, cittadina altoatesina in cui per la prima volta in Italia un bus di questo tipo, ovvero a guida autonoma, senza conducente, viene testato sul suolo pubblico e messo a disposizione dei cittadini. «Vogliamo contribuire allo sviluppo della mobilità del futuro: una mobilità integrata e condivisa, fatta di bike sharing, car pooling e ora finanche bus a guida autonoma. Soluzioni “a chiamata”, prenotabili in tempo reale semplicemente tramite smartphone che possono rivoluzionare il modo di spostarsi in città» – chiarisce l’assessore alla mobilità del Comune di Merano, Madeleine Rohrer.
Minibus senza conducente a Merano, tanti i curiosi
A voler salire sul bus sono in tanti, giovani e meno giovani, incuriositi dal funzionamento di quella strana navetta caratterizzata dai colori della Provincia Autonoma di Bolzano e dai loghi delle istituzioni che hanno sostenuto l’iniziativa. Lo shuttle, infatti, nasce dal progetto Mentor, finanziato con 1,5 milioni di euro dal programma di cooperazione europea Interreg V/A Italia-Svizzera, con capofila i Comuni di Merano e Briga-Glis (in Svizzera) e come partner tecnologici NOI Techpark, il polo dell’innovazione dell’Alto Adige, Sasa e PostAuto, due aziende che da sempre mettono insieme servizi di mobilità e nuove tecnologie.
Una volta saliti a bordo dello shuttle – ovviamente previsto anche di accessi per disabili –lambiamo le sponde del fiume e il centro storico che si sta preparando ad accogliere i tradizionali mercatini di Natale. Non si avvertono frenate brusche, accelerazioni improvvise o sbalzi inaspettati, a differenza di quanto accade sui bus tradizionali. Al posto del volante troviamo un joypad, come quello delle play station, da utilizzare solo in caso di necessità. E per maggiore sicurezza, oltre ai 15 passeggeri, a bordo è presente un responsabile del flusso e deflusso che ha anche il compito di informare e rispondere a eventuali curiosità, migliorando l’esperienza di viaggio. Le domande sono tante: cosa accade se all’improvviso attraversa un bambino? Come si comporta lo shuttle quando incontra un semaforo? Quanto costa un bus di questo tipo?
Il costo? 300mila euro
A rispondere è Roberto Maldacea, direttore di I-Mobility Garage, partner italiano dell’azienda francese Navya, fornitrice del mezzo e leader mondiale nella guida senza conducente con oltre 1,5 milioni di km già percorsi in guida autonoma nel mondo e più di 20 Paesi che hanno autorizzato questo tipo di sperimentazioni, tra cui Francia, Germania, Svizzera, Austria, Belgio, Lussemburgo, Norvegia, Svezia, Principato di Monaco ed Estonia. «Con i suoi 17 satelliti e con il sistema di Gps già pronto a operare in ambiente 5G, lo shuttle, che ha un costo di circa 300 mila euro, è in grado di leggere il percorso con la massima sicurezza. Non si distrae con il cellulare, non saluta gli amici mentre guida, non accelera se il semaforo è arancione: è molto più attento di un guidatore in carne e ossa. Non a caso – evidenzia – le compagnie assicurative, dopo un attento studio, hanno dichiarato che il tasso di rischio di questo veicolo è inferiore del 60% rispetto all’equivalente a guida tradizionale».
Il minibus senza conducente percorre il centro città
A Merano, l’autobus percorre, in poco meno di 10 minuti, un anello urbano chiuso al traffico pedonale ed automobilistico in quanto la normativa italiana non prevede opportunità diverse. Nel resto d’Europa, invece, le sperimentazioni di mezzi senza conducenti su strade aperte al pubblico sono già realtà tanto che gli esperti di Navya e I-Mobility Garage premono affinché presto anche il nostro Paese possa allinearsi. «Per accordi internazionali – continua Maldacea -, la velocità dello shuttle è limitata a 25 km/h e il margine di errore del veicolo è solamente di un centimetro, essendo dotato di una tecnologia progettata per circolare soprattutto nei centri storici, nelle zone a traffico limitato, nelle aree pedonali, negli ospedali, nei campus universitari, nei parchi tematici o nelle aziende. Un mezzo, dunque, pensato per risolvere la mobilità dell’ultimo miglio».
Esattamente ciò di cui c’è più bisogno in una città come Merano, in cui spesso è proprio l’orografia del territorio a rendere più complessi gli spostamenti. «La nostra sfida è immaginare la mobilità del futuro nelle regioni alpine. Territori che hanno dinamiche totalmente diverse rispetto a quelle delle grandi città nelle zone altamente urbanizzate» – conferma infatti Hubert Hofer, vicedirettore di NOI Techpark, il distretto dell’innovazione altaotesino che ha seguito lo sviluppo del progetto fin dalle sue fasi iniziali.
Per un’intera settimana, fino al primo dicembre dalle 9 alle 12 e dalle 14 alle 17, i cittadini meranesi e i turisti interessati avranno come punto di ritrovo lo stand informativo in via dei Giardini da cui potranno partire per una corsa a bordo del minibus senza conducente. Un’esperienza che li porterà direttamente nel futuro, un futuro sempre più digitale e connesso.