SMART CITY

Come rendere smart l’illuminazione pubblica: le tecnologie di Enel X

Passare all’illuminazione adattiva, cioè la modifica dell’illuminazione delle strade in base alle condizioni reali di traffico, meteo e luminanza, e trasformare un’infrastruttura nativamente distribuita in una piattaforma di connettività: sono alcune soluzione proposte da Enel X per migliorare il modo di illuminare le città

Pubblicato il 27 Mar 2023

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Secondo la Commissione Europea, le amministrazioni comunali destinano più del 20% dei propri budget energetici in illuminazione pubblica, che nel 75% dei casi viene erogata da impianti con più di 25 anni di vita e dotati di lampadine non efficienti. Non è possibile quantificare la spesa generale, ma il tenore dello spreco non può che essere enorme. In un’era così attenta alla sostenibilità e soggetta a forti fluttuazioni dei costi energetici, la situazione va governata e corretta al più presto.

Prima mossa: il passaggio al LED

Nell’ottica dell’abbattimento degli sprechi e dei costi, la prima mossa – peraltro già attuata da molte municipalità – è sostituire le obsolete lampadine tradizionali con quelle a LED, protagoniste degli ambienti domestici ormai da diversi anni. I vantaggi sono palesi: secondo Enel X, l’utilizzo di corpi illuminanti di ultima generazione determina un risparmio energetico anche superiore al 65%, con contestuale riduzione delle emissioni di CO2. La tecnologia LED offre inoltre capacità di illuminazione adeguate ad ogni circostanza e una durata che raggiunge le 100 mila ore. Considerando che nel mondo ci saranno 360 milioni di lampioni nel 2029 (ognuno con più corpi illuminanti), l’impatto sui budget e sulla sostenibilità è molto rilevante.

Ragionare in chiave di Smart City: le sfide

Il tema diventa molto più affascinante, ma anche più complesso, se lo si declina in chiave Smart City. La caratteristica che rende così interessante l’infrastruttura pubblica di illuminazione è la sua capillarità: nell’ottica di una città sempre più connessa, smart e data-driven, utilizzare la rete di illuminazione come piattaforma di dati e servizi per aziende, cittadini ed enti pubblici significa usufruire di un’opera già esistente e capillare il giusto.

Considerando che la maggior parte dei network è stata progettata più di 25 anni fa, non mancano le sfide. Prima fra tutte, il fatto che i lampioni tradizionali sono alimentati solo di sera e di notte, mentre qualsiasi dispositivo collegato – si pensi ai sensori IoT per rilevare l’inquinamento atmosferico o acustico, oppure alle videocamere di sorveglianza – deve essere alimentato 24/7. Senza contare le sfide legate all’implementazione di piattaforme di controllo e di trasmissione dati, con l’ulteriore necessità di salvaguardarne la sicurezza.

La stessa commissione europea ha identificato tre tipologie di sfide: quelle tecniche, appena evidenziate; quelle culturali, visto che non sono molte le municipalità a conoscere le potenzialità dello smart lightning; quelle finanziarie, dati i limiti dei budget cittadini per iniziative di questo genere.

Cos’è l’illuminazione adattiva

Il passaggio da LED a smart lightning è la prima mossa concreta in chiave di Smart City, con un occhio sempre vigile alla razionalizzazione dei costi e alla sostenibilità. Enel X, player in questo segmento, ha una linea d’offerta specifica per l’illuminazione adattiva, definita come “la possibilità di modificare l’illuminazione delle strade in base alle condizioni reali di traffico, meteo e luminanza”.

In questo caso, però, non è più sufficiente sostituire il corpo illuminante all’interno dei lampioni, ma è necessario disporre di un sistema di telecontrollo dei singoli punti luce e un’alimentazione 24/7, nonché installare sensori e di videocamere IP con capacità di pre-processing. In queste capacità si innestano temi di Intelligenza Artificiale e Computer Vision, ma anche di tutela della privacy.

In un contesto di illuminazione adattiva, l’intensità viene modulata in funzione del traffico veicolare e pedonale, della luminanza del manto stradale e delle condizioni meteo. Il beneficio principale è chiaramente il risparmio energetico, che secondo Enel X è di un 20%-35% in più rispetto alla sola adozione di punti luce LED. In chiave Smart City, è possibile effettuare analisi sul materiale video per la videosorveglianza pubblica o il monitoraggio del traffico.

La rete di illuminazione pubblica diventa una piattaforma di connettività

L’evoluzione della rete di illuminazione pubblica è finalizzata ad abilitare una vasta gamma di servizi del paradigma Smart City. L’obiettivo è trasformare un’infrastruttura nativamente distribuita in una piattaforma di connettività, attraverso la quale le città e le aziende possono offrire servizi a valore aggiunto, i noti VAS (Value Added Services).

A proposito di servizi erogabili, ne abbiamo identificati alcuni:

  • Videocamere di sorveglianza, pubbliche e private;
  • Access Point Wi-Fi per l’accesso pubblico a Internet;
  • Servizi di Digital Signage interattivi: informazioni turistiche, servizi di navigazione GPS (wayfinding);
  • Monitoraggio traffico veicolare e pedonale, anche in ottica di data monetization;
  • Servizi di sicurezza per il cittadino;
  • Colonnine di ricarica per veicoli elettrici;
  • Monitoraggio ambientale: rumore, luminosità, qualità dell’aria.

Sfruttando la rete di illuminazione, i Comuni potrebbero realizzare reti mesh di sensori IoT distribuiti in tutta la città, così da migliorare la sicurezza dei cittadini, supportare iniziative di sostenibilità ambientale, migliorare la circolazione dei veicoli e, magari, creare un network di parcheggi accessibili a tutti i cittadini via smartphone. Per non parlare dei benefici in termini di ricarica di veicoli elettrici, che potrebbero contare su un’infrastruttura dalla capillarità mai vista. Tutto ciò rappresenta un beneficio non soltanto per l’utente finale e le municipalità, ma anche per le aziende, che sui VAS potrebbero costruire modelli di business innovativi e vincenti.

In quest’ottica si stanno muovendo i principali player del mercato. Enel X, per esempio, ha nella propria offerta Juice Lamp, che si pone come “lampione connesso, intelligente e accessibile”. La sua peculiarità, proprio in ottica di servizi a valore, è il fatto di essere un punto luce multifunzione, che combina illuminazione pubblica con 2 stazioni di ricarica per veicoli elettrici (JuiceBox), senza necessità di colonnine separate e ingombranti. Il prodotto è inoltre aperto verso servizi a valore aggiunto quali videosorveglianza, analisi del traffico, monitoraggio ambientale e connettività.

In questo modo, la rete di illuminazione pubblica diventa un pilastro per il miglioramento dell’efficienza urbana, della sostenibilità e della qualità della vita. Considerando che nel 2030 il 70% della popolazione mondiale vivrà in città, il passo avanti non è solo gradito, ma necessario.

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Emanuele Villa
Emanuele Villa

Appassionato di tecnologia da sempre, ho deciso che avrei impegnato il mio tempo raccontandola e lo faccio dal lontano 2000. Dopo un lungo percorso nel mondo della tecnologia consumer, ora mi occupo principalmente di Digital Transformation.

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