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Uragano Harvey: gli Usa raccolgono donazioni in Bitcoin

Dopo la catastrofe in Texas, il presentatore di una radio locale ha attivato una raccolta fondi in criptovalute, arrivando a 50mila dollari, usati per acquistare beni di prima necessità da Walmart, che accetta la moneta digitale. Un gesto meritorio. E utile alla comunità Bitcoin, altrimenti associata a truffe e riciclaggio

Pubblicato il 01 Set 2017

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Sono le prime donazioni in Bitcoin legate ad una catastrofe naturale di questa importanza mediatica. L’uragano Harvey ha devastato il Texas uccidendo almeno 31 persone ed è stato descritto dai media americani come “uno dei peggiori degli ultimi decenni”.

Negli stessi giorni un uragano ha colpito le coste di India, Bangladesh e Nepal uccidendo 1,200 persone e passando quasi sotto silenzio dei media. Io stesso l’ho saputo solo perché ho lavorato diversi anni con alcune società e grandi studi legali indiani. Ma questo è un articolo in una rubrica Fintech—la finanza tecnologica—non sulle strategie di comunicazione.

In Texas centinaia di famiglie hanno perso un familiare o sono rimaste senza casa. Grande stima per Danny Sessoms, il presentatore di una radio locale che ha immediatamente attivato una raccolta di donazioni in Bitcoin.

In meno di 24 ore sono arrivati Bitcoin e Dash, un’altra criptovaluta, per oltre 50.000 dollari. Una somma minima rispetto ai miliardi raccolti dalle ICO degli ultimi mesi, ma pur sempre un inizio.

Le donazioni sono state subito utilizzate per acquistare beni di prima necessità per i senza tetto da Walmart, che oltre ad essere uno dei supermercati low-cost più importanti d’America, accetta pagamenti in Bitcoin.

50.000 dollari non hanno un grande impatto su Walmart, un gigante con un fatturato annuo di $485 milioni, ma la pubblicità gratuita per Walmart che si è creata intorno all’evento ha superato di gran lunga il valore della donazione.

La storia di Danny Sessoms può diventare un ottimo spunto per le aziende italiane. Essere i primi ad accettare pagamenti in criptovaluta conviene anche quando i potenziali clienti sono ancora in numero limitato.

Un pagamento di soli 50 mila dollari ha generato un effetto positivo sul brand—perché legato ad una donazione per un uragano—ed ha informato tutti i futuri utilizzatori di Bitcoin che Walmart era già in campo durante l’infanzia del mercato delle criptovalute.

L’effetto positivo di public relations non si limita a Walmart. Il secondo beneficiario è la stessa comunità Bitcoin. I media tradizionali parlano molto poco degli effetti positivi che la tecnologia Bitcoin fornisce ai giovani musicisti, nel settore legale, e persino nella lotta alla corruzione.

La maggior parte degli articoli su Bitcoin e criptovaluta sono legati a truffe, riciclaggio di denaro e spaccio di droga. Se le donazioni in Bitcoin prenderanno piede avranno un effetto positivo di public relations sull’intera comunità.

Insomma, se possedete Bitcoin o altre criptovalute, siate pronti a donare, anche se solo una piccola frazione. Quando i governi inizieranno a regolare in massa le criptovalute, la percezione del pubblico su questo mercato giocherà un ruolo fondamentale. Donare fa bene anche a voi.

(Immagine dei soccorsi fornita da: U.S. Department of Defense)

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Stefano L. Tresca
Stefano L. Tresca

Vive dal 2010 a Londra dove è membro fondatore di Level39, il più grande acceleratore al mondo di startup fintech. Il suo ultimo libro è "Future Cities", Amazon bestseller.

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