A contribuire ad alimentare la cultura dell’innovazione negli Stati Uniti sono stati gli hippies. Non tutti lo sanno, ma la creatività e lo spirito di ribellione di quel periodo storico (uno spirito che oggi definiremo appunto disruptive), mescolato all’eccellenza nel mondo dell’ingegneria e della tecnologia, ha dato vita alla Silicon Valley. C’è insomma un filo rosso che, dai miti della Corsa all’Oro dell’Ottocento, lega la controcultura californiana anni Sessanta ai campus dei giganti hi tech e alle startup che oggi nella Mecca dell’innovazione progettano il nostro futuro.
A disegnare quel filo è Roberto Bonzio, giornalista veneziano, ideatore del progetto Italiani di Frontiera, autore e interprete dello spettacolo multimediale “Dobbiamo tutto agli Hippie. Alle radici della New Economy”, in anteprima nazionale a Teatro Comunale di Vicenza giovedì 26 ottobre (ore 18.30-20.00) per la regia di Alessio Mazzolotti, nell’ambito di Ottobre il Mese della Formazione 2017 promosso da Niuko – Innovation & Knowledge, che assieme a Interlogica ha sostenuto la produzione dello spettacolo.
Fra immagini, spezzoni di film, musica e narrazione incalzante, sul palco il surf diventa metafora del pensiero laterale, capace di scoprire percorsi inaspettati, dall’arte alla scienza, dalla cultura alla società. Un racconto spiazzante, che lungo quel filo rosso individua molti protagonisti dai nomi italiani, da Lawrence Ferlinghetti patriarca della Beat Generation a Jack Sarfatti, scienziato eccentrico che ispirò Doc di “Ritorno al Futuro”, dal regista Francis Ford Coppola a Mario Savio, leader universitario che a Berkeley “innescò” la contestazione studentesca.
Un percorso che inaspettatamente partendo dalla California incrocia figure di grandi innovatori come il designer Ettore Sottsass e Federico Faggin, vicentino padre del microchip e della tecnologia touch, sino a due grandi visionari che pur scomparsi alla vigilia di quella stagione ispirarono valori che ancor oggi sono le fondamenta della culla mondiale dell’innovazione: Adriano Olivetti e Maria Montessori.
“Alcuni dei sogni di una generazione che cinquant’anni fa sperava in un radicale cambiamento della società occidentale, fra droga, eccessi ed estremismo politico si sono trasformati in incubo – dice Roberto Bonzio – ma alla vigilia del cinquantenario del ’68 è importante ricordare specie ai più giovani come la rivoluzione tecnologica che sta cambiando profondamente la nostra vita e il nostro stesso modo di pensare sia figlia di quell’utopia. Perché ieri come oggi, sono i visionari e i sognatori i protagonisti dell’innovazione”.
“Per Niuko coprodurre questo spettacolo è un altro modo di occuparsi di cambiamento, crescita e dunque formazione – sottolinea l’ad Marina Pezzoli – Tutto ciò che ci circonda contiene il germe del cambiamento e noi abbiamo il dovere, oltre che l’ambizione, di parlarne. La prospettiva storica ci aiuta inoltre a comprendere fenomeni che spesso appaiono solo il frutto di una necessità di cambiamento cogente ma che in realtà aprono le porte al futuro in direzioni inaspettate. Da tempo ormai Niuko sente di avere anche un ruolo sociale nelle attività che propone e realizza ma, soprattutto, è consapevole che oggi i luoghi, i modi ed i tempi dell’apprendimento devono avere nuove forme”.
“Giornalista curioso” Roberto Bonzio da anni lavora sul ponte fra Italia e Silicon Valley con Italiani di Frontiera, progetto multimediale che – attraverso uno storytelling in tutt’Italia e all’estero, un libro (EGEA 2015, prefazione di Gian Antonio Stella) e viaggi per professionisti alla scoperta della Bay Area di San Francisco – ha costituito una grande community di innovatori.
Lo spettacolo è stato realizzato con la regia di Alessio Mazzolotti (Fishbonecreek), una vasta esperienza internazionale fra teatri e grandi eventi, con la musica selezionata live sul palco dal musicista e dj Luca Presence Carini, mentre Roberta Gaito ha curato scenografia e concept visivo, Roberta Pirrera grafica digitale e animazioni.