Che fosse uno dei settori trainanti il Made in Italy è cosa risaputa. La conferma arriva dai dati diffusi da Coldiretti durante il Vinitaly a Verona: il fatturato del vino e degli spumanti in Italia cresce ancora dell’1% e raggiunge nel 2014 il valore record di 9,4 miliardi per effetto soprattutto delle esportazioni che hanno raggiunto i 5,1 miliardi (+1,4%) mentre è praticamente stagnante il valore delle vendite sul mercato nazionale, attorno ai 4,3 miliardi.
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Non solo. Il buono stato di salute del vino italiano ha effetti positivi anche nel settore occupazionale. Secondo l’organizzazione agricola, infatti, il settore enologico traina l’occupazione in agricoltura che in controtendenza fa registrare un andamento positivo nel 2014. Si stima che il vino abbia offerto, durante lo scorso anno, opportunità di lavoro ad un milione e duecentocinquantamila italiani tra quanti sono impegnati direttamente in vigne, cantine e nella distribuzione commerciale, ma anche negli ambiti più diversi: dall’industria vetraria a quella dei tappi, dai trasporti alle assicurazioni, da quella degli accessori, come cavatappi e sciabole, dai vivai agli imballaggi, dalla ricerca e formazione alla divulgazione, dall’enoturismo alla cosmetica e al mercato del benessere, dall’editoria alla pubblicità, dai programmi software fino alle bioenergie ottenute dai residui di potatura e dai sottoprodotti della vinificazione (vinacce e raspi).
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“La decisa svolta verso la qualità ha messo in moto nel vino un percorso virtuoso in grado di conciliare ambiente e territorio con crescita economica e occupazionale”, afferma il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo. E spiega che “nuove ed importanti opportunità si aprono nel 2015 con la ripresa economica in Italia tanto che nel primo bimestre c’e’ stato un aumento dell’1,9% in valore delle vendite nella grande distribuzione organizzata rispetto all’anno precedente. E segnali positivi vengono anche dall’esportazioni grazie all’effetto traino del tasso di cambio favorevole con il dollaro”.
Per quanto riguarda le vendite, Coldiretti riferisce che sono in aumento dagli Stati Uniti (+4,4 per cento) che si consolidano come principale mercato di sbocco alla Gran Bretagna (+6,1 per cento) che si classifica al terzo posto dietro alla Germania dove, invece, si registra una preoccupante flessione del 4,4 per cento. Preoccupante il flop registrato in Russia dove le esportazioni calano del 10,4 per cento anche per effetto delle tensioni politiche e commerciali nonostante il vino non rientri tra i prodotti colpiti dall’embargo.
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