Con 28,89 milioni di euro di fatturato consolidato – relativo al semestre chiuso al 30 settembre 2013 – , un incremento del 9,1% e un Ebitda di 4,6 milioni di euro – riferito sempre allo stesso periodo –, Piquadro ha chiuso la scorsa settimana con il consiglio di amministrazione un periodo importante dal punto di vista dei risultati. L’azienda, infatti, che ha concluso da poco, la sua collaborazione con il designer sardo Antonio Marras e che ha annunciato la realizzazione di una collezione firmata da Giancarlo Petriglia che si indirizzerà a un pubblico molto sofisticato equamente distribuito tra consumatori e consumatrici, punta ad allargare la propria presenza in Europa. Dopo aver inagurato una boutique, proprio di recente, all’interno del China World Mail di Pechino, che ospita i principali brand mondiali della moda e del lusso, l’azienda ha deciso di tornare a “coltivare” il mercato europeo. EconomyUp ha intervistato il presidente Marco Palmieri:
Oltre ai dati economici cos’altro è emerso dall’ultimo consiglio di amministrazione? Avete fatto il punto della situazione?
Da un certo punto di vista è così. Abbiamo preso atto di alcuni cambiamenti che abbiamo messo in pratica nell’ultimo anno, come ad esempio iniziare a fare investimenti importanti sull’export in particolare sull’Europa. Non solo: abbiamo ristrutturato la linea vendita e reso il prodotto più fashion e glam grazie alle due capsule realizzate con Antonio Marras. Ora che la collaborazione si è estinta da contratto, usciremo con una nuova collezione firmata da Giancarlo Petriglia che avrà una “vita” più lunga, visto che si tratterà di una collezione continuativa.
Come molte aziende, un po’ di tempo fa, anche voi vi siete indirizzati al mercato orientale; oggi tornate nel Vecchio Continente. Perché?
Abbiamo degli scenari molto positivi per quanto riguarda l’Europa. Abbiamo una forte richiesta di prodotto e il sell out è molto positivo. Inoltre il mercato è indubbiamente più vicino e facilmente raggiungibile. Infine, l’Europa è più “prevedibile” rispetto all’Asia.
Che cos’è l’innovazione per Piquadro e come la mettete in atto?
Nel nostro ambito l’innovazione è una componente importante perché il nostro prodotto è una via di mezzo tra performance ed estetica. Dal punto di vista estetico, ad esempio, prima con Marras, ora con Petriglia, abbiamo innovato molto il prodotto. Dal punto di vista della ricerca funzionale, invece, abbiamo una trentina di persone internamente che se ne occupano. Trattano dello sviluppo dei materiali e del prodotto stesso. Abbiamo un laboratorio di test molto evoluto. Non solo: stiamo puntando molto sul tailor made grazie alle nuove tecnologie: ad esempio all’interno di alcuni punti vendita ci sono touch screen che consentono di scegliere gli elementi che comporranno le borse che saranno acquistate. Anche sul nostro sito è possibile personalizzare i nostri prodotti attraverso un’app molto sofisticata.
Quale sarà la prossima apertura e quali Paesi reputate maggiormente interessanti in Europa?
A febbraio inaugureremo il prossimo punto vendita ia Londra. La Germania è un mercato importante che sta andando bene con tassi di crescita forti. In futuro potremmo aprire dei monomarca anche lì.
Come vede la situazione italiana in questo momento? Crede nelle startup?
Le difficoltà nel nostro paese sono ormai note a tutti. Chi oggi fa l’imprenditore è una persona molto coraggiosa perché l’Italia è un paese tradizionalmente e culturalmente rigido, ostile ai cambiamenti e all’innovazione. Dobbiamo adeguarci a ciò che accade intorno a noi perché ormai facciamo parte di un unico mondo che è rapido e flessible e non possiamo continuare a opporci ai cambiamenti, altrimenti saremo tagliati fuori. Per quanto riguarda Piquadro, poi, abbiamo una piccola società che fa investimenti – Picubo -. Non abbiamo avuto al momento richieste di fare startup, ma non è una questione di partito preso. Non escludiamo di farlo in futuro.