Accelerare la svolta digitale per le microimprese del made in italy. Questa è l’idea che ha portato Giorgio Isabella e Filippo Maria Capitanio, rispettivamente di Crotone e di Milano, a fondare Lux Made In. Si sono incontrati a Roma, dove attualmente vivono, durante il master Mba, e hanno capito di avere la stessa propensione per l’imprenditorialità, ma in versione 2.0. “Dal lavoro fatto per la tesi finale del master – racconta Giorgio, 29 anni – è nato il desiderio di far convergere in un progetto concreto i due mondi che io e Filippo rappresentiamo: quello del lusso made in Italy e quello del digital”. Giorgio, infatti, appartiene alla quarta generazione di gioiellieri della sua famiglia e, pur avendo fatto studi di marketing, non ha mai voluto lasciare l’attività orafa. Anche Filippo, 27 anni, ha un background economico-aziendale e, nonostante la sua giovane età, ha già avuto esperienze imprenditoriali nel campo dell’IT.
Dagli studi fatti per la loro tesi hanno avuto modo di constatare che esiste una stretta correlazione tra digitalizzazione e internazionalizzazione, e quindi esportazione, per le piccole e medie imprese. Secondo lo studio commissionato da Google a Doxa Digital, nell’ottobre 2013, la percentuale di piccole imprese digitalizzate che intrattengono relazioni con l’estero è quattro volte superiore alla percentuale di quelle che non lo sono. Inoltre, la ricerca dimostra come il commercio elettronico aiuti il fatturato prodotto dalle attività di esportazione. Nonostante ciò, le PMI presentano un livello di digitalizzazione ancora piuttosto scarso: sempre secondo Doxa Digital, soltanto il 34% è presente online con il proprio sito Internet, con poca propensione ai social media, e la penetrazione del commercio elettronico è di molto inferiore alla media europea. “Abbiamo deciso di fare sistema – spiegano Giorgio e Filippo – e di mettere a disposizione dei giovani gioiellieri di seconda generazione un apparato digitale per aiutarli nell’e-commerce”. Così a ottobre 2012, hanno fondato l’Associazione Giovani gioiellieri d’Italia, che ha già circa 200 soci, dai 18 ai 45 anni, con una propria attività nel campo della gioielleria e bigiotteria.
L’associazione è stato il primo passo, poi, nel maggio 2013, grazie anche al supporto di un finanziatore, hanno investito nella creazione di una start up, Lux Made In, dove attualmente lavorano otto persone, tutte under 30. Lux Made In riunisce in un unico market place virtuale tutte le micro-piccole-medie imprese di gioielleria e bigiotteria, offrendo una piattaforma e-commerce gratuita e tutti i servizi connessi. A fronte di una percentuale sulla vendita del prodotto, Lux Made In si occupa della gestione del sito internet, compresa la traduzione in varie lingue delle descrizioni del prodotto, del social commerce, delle transazioni sicure, del ritiro e spedizione, del marketing e customer service. Per il consumatore (singolo individuo, gioielleria o altra azienda) c’è la garanzia di rapportarsi con produttori certificati e avere gioielli assolutamente made in Italy. Chi usufruisce del servizio online deve soltanto compilare la scheda di prodotto, mentre tutti gli aspetti di promozione e distribuzione sono a carico di Lux Made In.
“L’Italia è il terzo produttore di oreficeria nel mondo – aggiungono Giorgio e Filippo – e il tessuto produttivo si regge soprattutto sulle microimprese con meno di 4 addetti. Vogliamo contribuire a diffondere il made in Italy non soltanto attraverso i canali tradizionali, ma soprattutto sfruttando le potenzialità della rete, che può aprire grandi opportunità all’estero”. Per questo motivo, i fondatori guardano molto ai mercati asiatici, ai Paesi arabi, agli Stati Uniti, oltre che all’Europa. Il lancio ufficiale di Lux Made In avverrà il prossimo 27 ottobre, alle ore 16, durante la “Gold in Italy”, la famosa fiera orafa di Arezzo, con un evento interattivo al quale parteciperanno alcuni operatori del settore.