Ha un fatturato di 20 milioni di euro e prevede di chiudere il 2015 con una crescita del 25%, è la prima azienda in Italia iscritta al Registro delle PMI Innovative e ha combattuto la crisi puntando sull’innovazione e sulla creazione di nuovi prodotti. “Oggi il mercato dell’edilizia va in questa direzione: i soggetti, sia pubblici che privati, vogliono grande qualità, costi sostenibili e certezze sui costi e sui tempi al momento dell’acquisizione. O ci si adegua a queste linee o si è fuori”. L’ingegnere Valerio Pontarolo, presidente della Pontarolo Engineering non usa mezzi termini. E il fatto che la prima azienda iscritta al registro delle PMI Innovative sia proprio una realtà che opera nel settore dell’edilizia, settore che ha risentito in maniera particolare degli effetti della crisi economica, la dice lunga su come gli investimenti sull’innovazione possano fare la differenza.
► Come si riconosce una PMI Innovativa
Quella di Pontarolo Engineering è tutta una storia legata all’innovazione e alla ricerca. L’azienda produttrice di tecnologie e prodotti edilizi che oggi sorge a San Vito al Tagliamento, alle porte di Pordenone in un’area di oltre 50mila metri quadrati, “è nata nel 1952 in uno scantinato. Era un’aziendina fatta in casa, basti pensare che il geometra di cantiere ci faceva da responsabile commerciale” spiega l’ingegnere Pontarolo. Fin da subito, però, la filosofia dell’azienda è chiara: rinnovare i tradizionali sistemi di costruzione nel rispetto delle normative e seguendo l’evoluzione del settore, e proporre ai costruttori prodotti innovativi realizzati con la più moderna tecnologia ingegneristica. “Negli anni abbiamo continuato su questa linea, investendo in tecnologia e ricerca, acquisendo macchinari all’avanguardia e finanzian
do diversi esperimenti e test di laboratorio” spiega Pontarolo. “Ciò ha permesso all’azienda di sviluppare prodotti capaci di rispondere efficacemente ai problemi di sicurezza in cantiere, alla riduzione dei costi, alle migliori performance termiche ma anche all’isolamento acustico e della sicurezza sismica, per rendere ogni ambiente più salubre, sicuro e sostenibile”. Un’altra caratteristica dell’azienda, infatti, è l’attenzione all’impatto ambientale: non a caso, nell’area in cui sorge lo stabilimento, c’è un impianto fotovoltaico di oltre 1600 metri quadrtai per la produzione di energia alternativa per il funzionamento sostenibile dei macchinari stessi.
Del resto, “la strategia imprenditoriale è quella di offrire soluzioni innovative ed al passo con i tempi per rispondere alle esigenze di un mercato in evoluzione dove emerge con chiarezza la necessità di prodotti versatili, intuitivi ed efficienti nel loro impiego e nel contempo economicamente competitivi” spiega l’ingegnere. E proprio questa strategia ha permesso all’azienda di sopravvivere alla crisi. “Tra il 2008 e il 2010, nonostante il calo del fatturato e il forte scoramento avvertito da tutta la struttura, abbiamo investito 3 milioni di euro per la realizzazione di nuovi prodotti. Sono di quegli anni Climablock, un innovativo sistema costruttivo per la realizzazione di edifici antisismici, piccoli e grandi, in cemento armato che integra in un’unica soluzione l’elevato isolamento termico del polistirene e la resistenza meccanica del calcestruzzo. E anche Spyrogrip, in innovativo cappotto termico in EPS. Non eravamo sicuri che fosse questa la cosa giusta da fare. Invece, la realizzazione di nuovi prodotti e l’apertura a nuove idee è stata la nostra arma contro la crisi”.
Oggi l’azienda ha una sessantina di addetti, collabora con organismi esterni come i dipartimenti di Ingegneria di diverse università italiane ed estere, CNR ed associazioni varie quali ad esempio l’AIPE, l’APE ed il gruppo SAAD, ed è presente da anni nel mercato spagnolo, russo, canadese, messicano, australiano e neo zelandese, turco, francese e svizzero. Da poco tempo ha stretto anche importanti partnership in nuovi paesi quali Sud Africa, Qatar, Croazia, Bosnia, Cecoslovacchia ed Estonia. E grazie a questi nuovi sbocchi l’azienda ha visto aumentare, nel 2014, le commesse estere ben oltre il 45%.
Poi, all’inizio di quest’anno, l’arrivo dell’Investment Compact e l’iscrizione al registro delle PMI innovative. “Abbiamo capito subito che avevamo le carte in regola per rientrare nella categoria – dice Valerio Pontarolo -. Sino ad ora si è data molta importanza alle startup, ora con questo decreto anche le aziende con una storia consolidata alle spalle possono, puntando sull’innovazione come fattore di crescita sostenibile, godere di incentivi per poter sviluppare idee e progetti. L’edilizia è il settore che più ha risentito della crisi e le imprese ancora competitive sono quelle che hanno trovato degli elementi di discontinuità e non si sono fossilizzate” continua. “La Pontarolo Engineering negli ultimi anni ha subito una rivoluzione importante: non abbiamo solo voltato pagina, abbiamo aperto un nuovo libro, con la nascita di nuovi prodotti, sviluppando nuovi mercati e introducendo nuove forme di business che ci hanno reso concorrenziali. La ricerca continua per lo sviluppo di tecnologie all’avanguardia e l’introduzione nel mercato di nuovi prodotti è la chiave di volta per noi e per le imprese che vogliono essere innovative.”