Soft economy

L’Italia? E’ una grande fabbrica di bellezza

In attesa della presentazione del rapporto sulla green economy, Domenico Sturabotti, direttore di Symbola, parla di “un’Italia che non rinuncia a fare l’Italia, fatta di bellezza e vocazioni antiche che si rinnovano con la ricerca e con le nuove tecnologie. L’Italia su cui edificare il futuro”

Pubblicato il 31 Ott 2013

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Domenico Sturabotto, direttore di Symbola, Fondazione per le Qualità Italiane

“Se l’Italia non è ancora fallita, se non è sull’orlo del baratro come la Spagna o la Grecia, è per un solo motivo: noi siamo gli attori della qualità. Quello che il mondo ci riconosce e che ci permette di stare in piedi è la qualità dei nostri prodotti”. Domenico Sturabotti, direttore della Fondazione Symbola ne è convinto: “la qualità ci salverà”. Parole di un sognatore? Niente affatto. “Secondo il rapporto stilato dalla WTO, su 5mila prodotti più venduti al mondo l’Italia mantiene il primato di quasi mille prodotti. Questo significa che il mondo ci riconosce come fabbrica della bellezza, dove la bellezza non riguarda solo il prodotto in sé ma anche il processo produttivo. In una parola: qualità. Non solo. Il fatturato dei prodotti italiani venduti nel mondo – prodotti non necessariamente creati in Italia, ma che richiamano in qualche modo l’italianità – ammonta a circa 60 miliardi” spiega Sturabotti.

Le sue parole spiegano la funzione e il ruolo di Symbola, la Fondazione per le Qualità Italiane, nata nel 2005 con l’obiettivo di promuovere un nuovo modello di sviluppo orientato alla qualità in cui si fondono tradizione, territorio, ma anche innovazione tecnologica, ricerca, design. “In una sola parola, la soft economy: un’economia della qualità in grado di coniugare competitività e valorizzazione del capitale umano, crescita economica e rispetto dell’ambiente e dei diritti umani, produttività e coesione sociale” spiega il direttore. “Il 2004 e il 2005 erano gli anni in cui l’affermarsi di nuove aree del mondo sul mercato dei beni e dei servizi obbligavano l’Italia ad essere più coerente con l’immaginario collettivo che associa il nostro Paese all’alta qualità della vita e delle sue produzioni” continua. La Fondazione Symbola è nata proprio per analizzare e far conoscere questa trasformazione in atto nel segno della qualità. “Quello che è successo è sotto gli occhi di tutti: quantità importanti di produzioni sono scomparse, attaccate dalla competizione dei Paesi di nuova industrializzazione, e intanto sono emerse nuove produzioni spinte dall’allargamento della domanda di prodotti di qualità più elevata proveniente dagli stessi Paesi. Un processo doloroso, che se da un lato ha portato alla scomparsa di imprese, dall’altro ha portato parti importanti del nostro sistema produttivo a fare un salto di qualità ponendosi verso segmenti più elevati di valore aggiunto, puntando su innovazione di processo e di prodotto, soprattutto in chiave ambientale” spiega Sturabotti. Proprio per questo fin dalla sua nascita, la fondazione ha dedicato al tema della sostenibilità un grande spazio. Da tre anni, infatti, realizza il principale rapporto nazionale sulla green economy, GreenItaly, e ha dato vita a un’iniziativa itinerante finalizzata a raccogliere e a comunicare i cambiamenti e le opportunità che offre questo nuovo modo di fare economia e società.

Il prossimo rapporto sarà presentato il 4 novembre a Milano. “Sarà un’occasione per raccontare il peso e il ruolo della green economy nazionale, i suoi protagonisti e i benefici per il Paese” spiega ancora il direttore. “Ma anche un’occasione per salvaguardare la qualità attraverso l’informazione e la comunicazione”. E mentre l’Italia si prepara a giocare la carta strategica dell’Expo, dimostra che per il nostro Paese green economy significa made in Italy, innovazione, competitività. “È questa l’Italia che non rinuncia a fare l’Italia, fatta di bellezza e vocazioni antiche che si rinnovano con la ricerca e con le nuove tecnologie. È questa l’Italia su cui edificare un futuro desiderabile, più equo e sostenibile, oltre la crisi” conclude Sturabotti.

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