C’è un Made in Italy che rende particolarmente felici i suoi azionisti: è firmato De’ Longhi e Brembo. L’azienda di Treviso che vende macchine da caffè e piccoli elettrodomestici, e la società fondata a Bergamo che produce sistemi frenanti per veicoli, sono le uniche italiane che compaiono nella classifica “Value Creation” del Boston Consulting Group. Si tratta di un report annuale che prende in considerazione la redditività di 1.982 imprese quotate in tutto il mondo, in questo caso per il periodo 2010-2014. Dalla lista emergono quelle che hanno avuto in assoluto il migliore Tsr (total shareholders return), ovvero il ritorno economico complessivo per gli investitori, che comprende la rivalutazione dei titoli, eventuali dividendi erogati e altri fattori quali l’assegnazione gratuita di nuove azioni .
►Qui la classifica completa di “Value Creation” del Boston Consulting Group
Il Boston Consulting Group ha presentato una classifica generale mondiale, dove primeggiano gli Stati Uniti ma anche diversi Paesi asiatici, e poi ulteriori sotto-classifiche divise per settori industriali. Nel settore delle aziende produttrici di beni durevoli la nostra De’ Longhi si è piazzata seconda dopo gli Stati Uniti, registrando nel quadriennio preso in esame un Tsr annuale medio pari al 49,7%. In pratica il rendimento per l’azionista ha sfiorato il 50%. Un ottimo risultato, battuto solo da Polaris Industries, basata negli Stati Uniti (Tsr 50,1%). Medaglia di bronzo a un’altra impresa statunitense, Middleby, con il 43,4%. Seguono due di Taiwan e Giappone, poi ancora un’azienda Usa, subito dopo Hong Kong e Cina. Al nono posto spunta un’impresa sudafricana, al decimo una taiwanese.
L’altro portabandiera del Made in Italy che ha fatto ben guadagnare gli azionisti è Brembo. Nell’ambito della categoria “componenti per Automotive”, l’azienda si è collocata al sesto posto, con un rendimento medio annuale per l’azionista del 44,2%. In questa top ten, al primo posto c’è la francese Plastic Omnium, seguita dall’indiana Motherson Sumi Systems e dalla giapponese Toyo Tire & Rubber. A seguire un’americana, un’indiana, la nostra Brembo, una canadese, una tedesca, ancora un’indiana e ancora una canadese.
CHI STA AL TOP NEL MONDO
Guardando alla classifica generale delle dieci aziende più amate dagli azionisti, sul podio troneggia la statunitense Pharmacyclics, che ha assicurato un Tsr del 108%, seguita da un big indonesiano, Surya Citra Media, attivo nel media e publishing (107,9%), e dalla società petrolifera basata negli Stati Uniti, Cheniere Energy (96,2%). In questa top ten globale, ben quattro società fanno parte del settore farmaceutico. Come detto, qui l’Italia non compare. Né risulta nessuna azienda tricolore tra le prime dieci delle altre classifiche ripartite per settori industriali, dall’aerospazio, al biofarmaceutico alla chimica, solo per citarne qualcuno.
Buona parte del successo di De’ Longhi e Brembo, sottolineano gli esperti, è dovuto alla loro forte internazionalizzazione: la prima ha infatti un’esposizione verso l’Italia soltanto del 15%, la seconda del 13%, secondo dati forniti da “la Repubblica”.
De’ Longhi ha chiuso il primo semestre 2015 con un utile netto di 37,4 milioni di euro (33 milioni nel 2014), andando oltre le attese degli analisti di Equita (33,9 milioni) ma al di sotto delle previsioni di Mediobanca (38,3 milioni). Comunque tutte le macroaree in cui il gruppo opera, con poche eccezioni a livello di singoli mercati, hanno riportato fatturati in crescita. L’area dell’Europa sud-occidentale ha registrato una crescita del fatturato del 13,7% trainata da mercati quali Germania, Italia, Austria e Svizzera. La crescita dei ricavi dell’Europa nord-orientale (+3%) ha risentito dell’andamento negativo dei ricavi in Russia e in Ucraina, più che compensato, però, dalla crescita in Polonia, Regno Unito, Scandinavia e altri Paesi dell’est europeo. Guardando, invece, alle categorie di prodotto, il caffè e i prodotti per la preparazione degli alimenti hanno confermato la propria traiettoria positiva, con il segmento delle macchine da caffè che ha registrato una crescita particolarmente sostenuta.
A fine agosto Delclima, spin-off che De’ Longhi aveva quotato nel 2012, è passata ai giapponesi della Mitsubishi Electric Corporation (Mec) con un accordo per l’acquisto da De’ Longhi Industrial del 74,97% delle azioni Delclima. Valore dell’operazione: circa 664 milioni per il 100% del capitale calcolato sulla base di un prezzo unitario per azione di 4,44 euro.
Quanto a Brembo, l’azienda è presente e radicata in tutti i continenti. Continua a espandersi negli Usa, dove sta realizzando a Homer, vicino a Detroit, un nuovo impianto da inaugurare nel 2016 e intende aprire una nuova fabbrica in Messico, mentre sta pensando di ridurre la quota di mercato in Brasile a causa della crisi economica che sta colpendo quel Paese. Ma non dimentica l’Italia. A “Il Giornale” il presidente Alberto Bombassei ha detto: “Riprenderemo ad assumere anche in Italia. Nel 2014, su 120 milioni di investimenti nel mondo, circa 40 sono stati destinati all’Italia. E confermo più o meno lo stesso ammontare per il 2015”.