MADE IN ITALY

Campari si beve Averna per restare nella top ten mondiale

Il gruppo della famiglia Garavoglia con i suoi 50 brand e 1,5 miliardi di fatturato è al sesto posto nella classifica dei produttori di alcolici a livello globale. Una posizione mantenuta anche grazie a una continua campagna di acquisizioni, in Italia e all’estero.

Pubblicato il 16 Apr 2014

campari-140416121525

A furia di sentirlo nominare in inglese negli spot televisivi, qualcuno avrebbe potuto temere che il marchio Campari fosse passato in mani straniere. Tutt’altro. La società di Sesto San Giovanni (Milano), che ha appena rilevato la Fratelli Averna, azienda produttrice dell’omonimo amaro, è italianissima (il 51% delle azioni è della famiglia Garavoglia) e continua a essere uno dei principali protagonisti del mercato globale degli alcolici.

Con i suoi 50 brand (tra cui Aperol, Cinzano, Wild Turkey, Skyy) e un fatturato intorno agli 1,5 miliardi di euro, Campari è il sesto gruppo al mondo per ricavi. Nella classifica, al primo posto c’è l’inarrivabile colosso britannico Diageo (18,7 miliardi di euro di giro d’affari), seguito dai francesi di Pernod Ricard (7,5 miliardi di euro).

Se si considera invece il valore del marchio secondo la Brandirectory di Brand-Finance, Campari vale 157 milioni di euro (218 milioni di dollari), ha un rating AA- ed è al 44esimo posto (unico brand italiano nella top50) del ranking mondiale degli spirits. In prima posizione c’è il whisky scozzese Johnnie Walker, di proprietà della Diageo.

Secondo i dati di Impact, l’azienda di Sesto San Giovanni, guidata dall’amministratore delegato Bob Kunze-Concewitz, è al sesto posto anche nella graduatoria globale del mercato della vodka (grazie al marchio Skyy Vodka), con una quota del 6%. Mentre in cima alla lista c’è ancora Diageo, con una quota del 25%. Anche nello specifico comparto dei whisky, Campari fa sentire la sua voce con la sua ottava posizione a livello mondiale e una quota di mercato del 3%. La leadership è della solita Diageo, con il 26%.

Oltre ad aver rilevato l’azienda di liquori di Caltanissetta (che, oltre all’amaro Averna, possedeva anche produzioni importanti come la grappa Frattina e il limoncello Limoncetta di Sorrento), il gruppo della famiglia Garavoglia ha messo a segno alcune delle maggiori acquisizioni internazionali degli ultimi anni. Campari ha infatti comprato nel 2011 la brasiliana Sagatiba (produttrice di cachaça) per 18 milioni di euro e nel 2012 ha acquisito la giamaicana Appleton (rum) per 330 milioni di euro.

A dimostrare la fama internazionale di Campari c’è anche il fatto che la maggior parte dei prodotti vengono esportati. Nel 2012, per esempio, le bevande erano vendute soprattutto nelle Americhe (34,7%) e in Europa (25,8%), anche se la quota di vendite realizzate in Italia era consistente (29,2%).

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Articoli correlati