Essere una piccola azienda artigiana di piastrelle in un territorio di colossi come il distretto ceramico di Sassuolo può sembrare una sfida proibitiva. Eppure, puntando su qualità, cura dei dettagli e saper fare made in Italy, la Attica ceramiche riesce a difendersi bene. La ditta, nata nel 1993 e con sede a Villalunga di Casalgrande (Reggio Emilia), viaggia su un volume d’affari di 500 mila euro annui e si è fatta un nome importante nella nicchia degli oggetti d’arredo di alta gamma in ceramica.
Finora l’unico mercato battuto è quello interno, che si è sempre mostrato ricettivo nei confronti del design proposto da Attica. “All’inizio della recessione non abbiamo sofferto perché la nostra clientela è composta in gran parte da persone che non sono state toccate dalla crisi”, racconta la titolare Marcella Giovanardi. “Poi, pian piano, l’edilizia si è fermata in tutta Italia e abbiamo cominciato a risentirne anche noi”.
La strategia per rintuzzare gli attacchi della crisi è stata duplice. Da una parte, rinnovare la linea di prodotti e migliorare ulteriormente il servizio. Dall’altra, affidarsi alle opportunità offerte dal web per incrementare le vendite e provare a espandersi anche all’estero, a partire dal mercato russo. Non a caso, l’azienda ha rinnovato il sito Internet cercando di renderlo più accattivante. E proprio durante lo sforzo per potenziare la parte digitale dell’attività arriva un supporto inatteso: Google.
Attica si trova infatti in uno dei distretti individuati da Big G e da altre istituzioni (Unioncamere, Università “Ca’ Foscari”, Fondazione Symbola) per promuovere il made in Italy e fornire a imprenditori e artigiani una serie di strumenti utili per sviluppare il proprio business online. Così, la ditta a conduzione familiare guidata da Marcella Giovanardi riceve nell’autunno 2013 la visita di un giovane che si propone per una consulenza gratuita sulle strategie digitali da seguire.
Migliorare la comunicazione 2.0, rafforzare il brand “made in Italy”, valorizzare in home page l’appartenenza al distretto ceramico
sassolese, costruire una piattaforma e-commerce. Il lavoro del collaboratore di Google per Attica si concentra su questi punti chiave. Un intervento che secondo Giovanardi è utilissimo. Sia per la sua piccola azienda che per altre imprese artigiane della zona.
“Insieme abbiamo lavorato sull’impostazione di un commercio elettronico sul nostro sito per vendere online i nostri oggetti di arredo: ora la piattaforma c’è, va soltanto riempita con prodotti e foto”, racconta la proprietaria. “Inoltre, mi ha fatto capire quanto sia fondamentale essere presenti sul social network”.
Alla fine della collaborazione, Attica viene inserita tra le eccellenze in digitale del made in Italy sul portale costruito ad hoc dalla società di Mountain View. Una pubblicità gratuita su una vetrina enorme realizzata dal maggiore player del web a livello mondiale.
Sì, ma a questo punto il dubbio può nascere: e se domani Big G dicesse “da ora in poi il servizio che vi abbiamo offerto si paga”? “Non so se sono stata ingenua – risponde la titolare di Attica – , ma credo sia stata un’opportunità. Può darsi che in futuro arrivino richieste di pagamento, e se così fosse le valuteremmo. Comunque, per piccoli artigiani produttori di piastrelle da rivestimento come noi è stata un’opportunità importante, anche solo per capire le potenzialità della Rete”.
C’è di più. Google ha provveduto a fornire alla signora Giovanardi il contatto di un proprio specialista di web marketing. Una mossa per vendere, legittimamente, i propri servizi in ambito di advertising online? Non si può escludere. Una conferma indiretta arriva proprio dalla proprietaria di Attica ceramiche: “Se volessi pubblicizzare il servizio di e-commerce che abbiamo approntato, credo che la prima persona a cui mi rivolgerei sarebbe il referente di Google. Poi non so cosa mi proporrebbe, quanto costerebbe il servizio e se accetterei. Sta di fatto che se volessi sviluppare ulteriormente la mia attività digitale partirei da questo contatto”. A giudicare dal tono di voce dell’imprenditrice – il primo riscontro diretto che EconomyUp ha raccolto sull’iniziativa di Mountain View per il made in Italy – suona come un: grazie Google, ti siamo riconoscenti a prescindere.