ECOSISTEMA

Life Science, a Milano Zambon punta al raddoppio degli spazi per l’open innovation

Il gruppo farmaceutico investirà 43 milioni di euro per l’ampliamento, fino a 37mila mq, del suo campus OpenZone. Il progetto partirà nel 2018 e prevede la costruzione di due torri che ospiteranno laboratori e startup con idee innovative nel campo della salute. Si punta alla sinergia con il futuro Human Technopole

Pubblicato il 06 Dic 2017

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Ancora uno spazio per l’innovazione a Milano, stavolta dedicato alle scienze della vita. OpenZone, il campus alle porte del capoluogo lombardo incentrato sul Life Science, nato per volontà del gruppo Zambon come tassello fondamentale della propria filosofia di Open Innovation, punta al raddoppio con un nuovo piano di sviluppo. Investirà 43 milioni di euro in un progetto firmato dall’architetto Michele De Lucchi, che partirà nel 2018 con la realizzazione del primo edificio e terminerà nel 2021. Il progetto vedrà la costruzione di due torri con spazi dedicati a laboratori di ricerca tecnologicamente avanzati e a progetti imprenditoriali per startup con idee innovative nel campo della salute.

OpenZone – spiega Elena Zambon, Presidente di Zambon Spa – è nato anni fa con la missione di creare un ecosistema imprenditoriale dove favorire lo scambio di conoscenze ed esperienze e la nascita di collaborazioni in ambito delle Scienze della Vita. Già oggi è un campus vivace e dinamico che ha dato origine a importanti storie di successo”.

OpenZone attualmente dispone di 15.500 mq dedicati ad uffici, 7.500 mq di laboratori e 1.600 mq di laboratori GMP e ospita più di venti realtà operanti nel campo delle Scienze della Vita. Tra queste, vi sono alcune tra le più importanti società biotecnologiche italiane (Axxam, EryDel, MolMed, Newron, Nicox, solo per citarne alcune), C’è anche Italian Angels for Biotech (IAB), associazione composta oggi da 35 professionisti del settore Life Science (imprenditori, investitori, manager e scienziati), nata per contribuire a colmare il divario tra eccellenza scientifica e creazione di valore attraverso investimenti finanziari e supporto manageriale a progetti industriali. C’è Zcube, research venture del gruppo Zambon, che ha dato vita a Open Accelerator, percorso di accelerazione dedicato alle Life Science, una palestra per giovani imprenditori che si allenano alle sfide di un mercato molto complesso e approfondiscono le conoscenze di tecnologie e di business necessarie per la nascita e lo sviluppo di startup innovative di successo. E ovviamente in OpenZone ha sede il gruppo Zambon, azienda chimico-farmaceutica multinazionale familiare italiana, che opera nel settore farmaceutico e della chimica fine da 111 anni con oltre 2800 dipendenti in 19 Paesi di 3 continenti (Europa, America e Asia).

“Abbiamo deciso di non fermarci qui; abbiamo deciso di guardare avanti e di approvare un investimento importante per potenziare il nostro campus – prosegue Elena Zambon – con l’ambizione di dare un contributo significativo allo sviluppo delle Scienze della Vita, grazie a eccellenze nel CNS (Central Nervous System), nelle malattie rare e ovviamente nel respiratorio. E con la volontà di aggregare competenze digitali, che trasformeranno ancor più nel prossimo futuro il modo di prendersi cura della salute”.

OpenZone: il piano di ampliamento

OpenZone: il piano di ampliamento

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In vista del piano di sviluppo, che porterà gli spazi complessivi a 37.000 mq, OpenZone, si legge in un comunicato, si candida a ricoprire un ruolo primario sul fronte innovazione e ricerca in ambito Life Science, e a posizionarsi come un ecosistema imprenditoriale di riferimento, che opererà in sinergia con Human Technopole, Città della Salute, e gli altri attori del settore delle Scienze della Vita, affermando i propri elementi distintivi. Il campus, a capitale interamente privato, vuole essere riconosciuto come un luogo dove la scienza incontra l’industria, dove le competenze scientifiche si uniscono a quelle imprenditoriali e dove la ricerca si trasforma in impresa, diventando realtà possibile per i pazienti. Vuole anche affermarsi sempre più come luogo di scambio di conoscenze, alimentando la cultura scientifica della community che vive il campus, creando momenti di dialogo con autorevoli scienziati, imprenditori ed esperti nazionali e internazionali, con l’auspicio di offrire stimoli, idee e opportunità per nuove collaborazioni. Non a caso il payoff è sempre stato ‘where Science Oxygen Business’.

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