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Internet of Everything, rischio hacking per quasi mezzo milione di pacemaker

L’americana FDA ha ritirato dal mercato gli apparecchi elettronici per il cuore perché potrebbero essere “hackerati”. La conferma che, oltre ai lati positivi, l’ecosistema tecnologico che collega cose e persone ha i suoi lati negativi: come, appunto, rendere vulnerabili agli attacchi i dispositivi salva-vita

Pubblicato il 04 Set 2017

cuore

La notizia

Quasi mezzo milione di pacemaker sono stati richiamati dalla FDA (Food and Drug Administration), dopo che l’agenzia americana ha scoperto che i dispositivi potrebbero essere “hackerati”.

Il mancato aggiornamento dei pacemaker potrebbe consentire a un hacker di accedere al dispositivo e di modificarne le impostazioni o spegnerlo. Ad oggi non c’è stata nessuna segnalazione di simili attacchi, ma la FDA ha precisato che tutti i dispositivi medici collegati a Internet rischiano di essere violati.

Perchè è importante

Si parla tantissimo di Internet of Things (IoT), ma il futuro è quello di un Internet of Everything dove saranno collegati cose, persone, animali, piante.

La tendenza in atto è quella di collegare alla rete sempre più cose e persone e gli avanzamenti cui stiamo assistendo promettono di collegare in brevissimo tempo qualunque cosa.
Sicuramente i fattori positivi che ne conseguono sono tantissimi. Collegare alla rete significa anche monitorare, misurare e conoscere meglio; vale a dire che qualunque cosa sia connessa può essere misurata in termini di performance, efficienza, taglio di costi, miglioramento processi ecc…

Sono già tantissime le industrie che utilizzano questi sistemi per ottimizzare il proprio lavoro, ad esempio.

Ma non dobbiamo dimenticare che tutto questo significa anche maggior vulnerabilità per qualunque cosa sia connessa. In questi giorni ad esempio è uscita la notizia che i robot domestici che stanno iniziando a popolare le nostre case sono tutti facilmente hackerabili e tramutabili in armi.

Ma per quanto sia spaventosa questa ipotesi, ancora di più lo è quella che anche oggetti intimi e dai quali dipende la nostra vita, come i pacemaker, sono vulnerabili ad attacchi hacker. Per non parlare di chip e altri strumenti che sempre più saranno parte dei nostri corpi, secondo alcuni come processo evolutivo inevitabile.

In ogni caso, qualunque sia la direzione evolutiva degli esseri umani, certamente si tratta di un tema che dobbiamo iniziare ad affrontare.

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