Nel 2017 non si è parlato d’altro. Il mercato in cui opera cresce in tutto il mondo e cattura l’attenzione sia di startup che di grandi aziende. Tanti settori industriali ne stanno già subendo gli effetti, dal manifatturiero all’automotive, dal finance all’healthcare, dal digital marketing ai media. E altri se ne aggiungeranno in futuro. Perché l’intelligenza artificiale, ecco di cosa si tratta, non è solo una moda passeggera ma un vero e proprio strumento di innovazione al servizio del business. Basti pensare che negli ultimi tre anni, oltre venti aziende attive nel campo dell’AI avanzata sono state acquisiste da colossi come Google, Amazon, Apple, IBM, Yahoo, Facebook e Intel.
Il termine “Artificial Intelligence” risale per la precisione al 31 agosto 1955: era il titolo di un workshop organizzato da John McCarthy (Dartmouth College), Marvin Minsky (Harvard University), Nathaniel Rochester (IBM) e Claude Shannon (Bell Telephone Laboratories). Anche se il “padre” di questo concetto nell’età moderna può essere considerato Alan Turing, scienziato e matematico inglese che nel 1950, anni dopo la fine della seconda guerra mondiale, pubblicò il testo “Computing Machinery and Intelligence”.
Tuttavia, nonostante un dibattito scientifico ancora aperto, non esiste ad oggi una definizione univoca del termine Artificial Intelligence. Anche se, rifacendoci alle teorie di Alan Turing, possiamo definire l’intelligenza artificiale come “la scienza di far fare ai computer cose che richiedono intelligenza quando vengono fatte dagli essere umani”.
Per comprendere meglio il fenomeno, la sua evoluzione, le sue potenzialità di mercato e l’impatto che ha sul business delle aziende abbiamo selezionato alcuni tra gli articoli più interessanti pubblicati in questi ultimi mesi su EconomyUp. Buona lettura.
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Intelligenza artificiale: come la usano Uber, Bmw e Coca-Cola
Da una ricerca dell’Osservatorio Startup Intelligence del Politecnico di Milano condotta su 258 startup di AInazionali e internazionali è emerso che i finanziamenti complessivi ricevuti da queste società tra il 2011 e giugno 2016 erano pari a 1,2 miliardi di dollari, mentre il finanziamento medio ottenuto da ciascuna startup ammonta a 5,5 milioni di dollari. In Italia ne sono state individuate sei, ma potrebbero essere anche più numerose. Proprio perché il settore è in espansione, ogni giorno si affacciano alla ribalta nuove realtà.
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Ma l’intelligenza artificiale può essere una minaccia per chi lavora? Al momento non è da escludere che in alcuni settori industriali siano messi a rischio posti di lavoro, in seguito all’attuazione di algoritmi legati all’intelligenza artificiale. Un esempio arriva dal Giappone, dove Fukoku, società attiva nel settore delle assicurazioni sulla vita, è stata la prima azienda assicurativa al mondo ad aver licenziato 34 dipendenti sostituendoli con un software di AI. Ma casi di questo tipo potrebbero ripetersi anche in altri settori: per il momento quelli più a rischio, oltre a quello assicurativo ovviamente, sembrano essere l’automotive e l’editoria. Ecco qualche approfondimento sul tema.
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Intelligenza Artificiale, come l’AI cambierà giornalismo e scrittura
Sul fronte commerciale siamo ancora lontani da computer che “ragionano” come un umano. Tuttavia ci sono soluzioni che sono in grado di svolgere bene un determinato compito: ecco una panoramica sulle applicazioni dell’Intelligenza Artificiale legate al business.