Quali sono le conoscenze e le skill necessarie per fare open digital innovation? Come le aziende possono valorizzare le competenze e le risorse interne che spesso non sanno neanche di avere? Queste sono le domande da cui ha preso le mosse il secondo webinar della serie #OpenInnovationSet intitolato “Competenze digitali e innovation” andato online venerdì15 aprile.
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“Spesso si dice che il maggiore freno all’innovazione è culturale. Non è solo una frase fatta. Se le aziende non sviluppano al proprio interno cultura e visione adeguate, non si può fare davvero innovazione aperta”. Così il direttore di EconomyUp, Giovanni Iozzia ha introdotto il dibattito.
Alle aziende può risultare utile consultare l’iniziativa di Digital360: una piattaforma che a 360° tocca tutti i temi dell’innovazione aperta.
Le conoscenze per fare open innovation andrebbero sviluppate già nelle aule delle università. “Ma in Italia la competenza digitale degli studenti non è ancora soddisfacente”, ha detto Andrea Rangone, amministratore delegato del gruppo Digital360, riportando i dati della ricerca “Il futuro è oggi: sei pronto?” sulle skill digitali degli universitari realizzata da University2Business, la piattaforma del gruppo Digital360 che mette in contatto studenti e aziende.
“Uno studente universitario su cinque ha fatto esperienze digitali concrete ma nella stragrande maggioranza dei casi, il 70 per cento, i risultati sono stati modesti”, ha aggiunto Rangone. “Solo il 39 per cento degli studenti ha dichiarato di aver concepito un’idea di business e soltanto il dieci per cento ha fatto effettivamente qualcosa in campo imprenditoriale”.
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Una parte della formazione digitale e imprenditoriale dei neolaureati è dunque in carico alle aziende, che farebbero bene a valorizzare più possibile i
talenti e le competenze digitali di cui i propri dipendenti sono già in possesso. “Le aziende devono scovare al proprio interno i digital pivot, ovvero quelle persone che hanno già una formazione in ambito digitale e sono appassionati di programmazione e tecnologia”, ha spiegato Marco Planzi, associate partner di Partners4Innovation.
“È con loro che vanno costruiti i primi percorsi di innovazione aperta. E il metodo Digital & Creative Readiness Assessment messo a punto da P4i serve proprio a individuare i talenti digitali e gli innovatori che sono già presenti nell’organico delle aziende”. Planzi ha quindi ricordato una case history di impresa che, utilizzando questo metodo, è riuscita a crerare una community internazionale di dipendenti “digital champions” capace di lanciare progetti di innovazione, tra cji gli hackathon interni: quella di Enel.
Per valorizzare le competenze è anche necessario fare in modo che le retribuzioni di chi lavora in ambito digitale siano le più appropriate. “Confronta Stipendio, lo strumento messo a punto nei laboratori di Networw Digital4, in collaborazione con P4i, consente di ricevere delle indicazioni sulle retribuzioni annue lorde di riferimento nel settore e di capire quanto il proprio compenso sia in linea con il proprio valore e con il mercato”, ha spiegato Paolo Catti, associate partner e online advisory director di P4I.
► Ecco il whitepaper dedicato alle competenze digitali in azienda
Il prossimo webinar è in programma il 22 aprile, alle ore 10, ed è dedicato agli strumenti con cui le aziende possono coltivare il rapporto con le startup e supportarle: i corporate incubator e i corporate venture accelerator.
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