Meneghello: che cosa farà New Vision con 6,3 milioni

Il fondatore della società racconta i passi che lo attendono dopo aver ricevuto il più alto finanziamento dell’anno: sviluppo tecnologico, nuove assunzioni e aperture di sedi all’estero. Si comincia da Londra. «Vogliamo raccogliere talenti che parlino altre lingue e vengano da esperienze importanti»

Pubblicato il 25 Set 2014

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Nicola Meneghello, fondatore di New Vision

Quando era giovanissimo, Nicola Meneghello voleva progettare ponti. Si era iscritto alla facoltà di Ingegneria edile a Padova. “Ero un ragazzo di fine anni’ 70 cresciuto con i Lego e i Playmobil. L’idea di costruire mi era sempre piaciuta”. Poi, a 22 anni, dopo quattro anni di studi, capisce che il suo futuro non è nelle costruzioni edili ma in quelle digitali. Così, nel 2000, nel pieno della New Economy, crea la digital media company New Vision.

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“L’idea era quella di sviluppare piattaforme di digital communication che fossero belle da usare, con un’ottima user experience, potenti in termini tecnologici e capaci di automatizzare i processi di controllo delle attività aziendali e di gestire la comunicazione a distanza. In quel periodo, invece, i software nelle aziende erano molto complessi”, racconta Meneghello, che ora ha 36 anni.

L’intuizione è giusta visto che la sua “startup” si è aggiudicata il più importante round di venture capital del 2014: 6,3 milioni di euro. A finanziare New Vision sono stati Innogest Sgr, Centerboard e altri investitori tra cui Gianfilippo Cuneo .

“Ora con queste risorse puntiamo a portare avanti lo sviluppo dell’azienda dal punto di vista tecnologico, ad assumere nuove persone che condividano la nostra stessa visione e ad aprire qualche sede all’estero”, spiega il fondatore. “Partendo probabilmente da Londra, vogliamo creare uno spazio che funzioni come membrana osmotica per accedere a talenti che parlino altre lingue e vengano da esperienze importanti in giro per il mondo”.

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A sentire la testimonianza del suo fondatore, il lavoro duro è per quest’azienda come una religione. “Io ho imparato a programmare da autodidatta. Per farlo ho dovuto sacrificare molte serate e molti spritz. E lo stesso ha fatto il gruppo che si è formato qui. Io la chiamo tribù aziendale: è una squadra in cui non c’è un padrone ma al massimo dei coordinatori, che si dà delle regole per lavorare nel modo più efficace possibile, essere più flessibili sugli orari e rendere al massimo”.

Ma allo stesso tempo, concentrare tempo ed energie sull’impresa è diventato, mese dopo mese, la parte più gratificante del percorso. “Per quanto

La sede di New Vision

faticoso, è stato bellissimo concepire un’azienda con una mentalità visionaria, cercare le teste migliori e creare un gruppo in cui convivessero designer e sviluppatori. Anche questo aspetto era in anticipo sui tempi”.

Per Meneghello, la capacità di rimboccarsi le maniche e considerare il lavoro come qualcosa di sacro non nasce con New Vision ma prima. “Quando ero ancora uno studente, arrotondavo con lavoretti estivi. Ho lavorato in una cartiera, ho gestito il database di un’associazione, ho dato ripetizioni di matematica. In più, suonavo la batteria in un gruppo e andavo agli scout. Servivano energie e risorse. E riuscivo a tenere tutto insieme solo applicandomi con disciplina”.

È questo lo spirito che si respira in azienda fin dal principio: dedizione e collaborazione. Nei primi anni di vita di New Vision, Meneghello, con il suo socio Dario De Agostini e gli altri collaboratori, inizia a vincere gare e premi e a sviluppare piattaforme di comunicazione digitale per grandi clienti. “Dopo qualche anno ci siamo accorti che avevamo accumulato un’esperienza importante e che eravamo pronti per un passo più grande”, ricorda l’imprenditore.

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È così che la digital company padovana dà vita a 4me, una piattaforma in cloud di gestione dei contenuti in grado di competere con le soluzioni più avanzate presenti sul mercato. “L’abbiamo sviluppata utilizzando tecnologie emergenti. Ci abbiamo lavorato per quattro anni, abbiamo raddoppiato il

Il team di New Vision

team – ora siamo una cinquantina –, e abbiamo creato un headquarter a Piazzola sul Brenta, di fronte a Villa Contarini, la più grande villa veneta, ristrutturando un edificio in cui c’era una vecchia scuola di avviamento professionale. Un posto particolarissimo, in cui c’è un anfiteatro che ci permette di fare sessioni insieme e di portare i clienti in un ambiente diverso dal solito”.

Ma cos’è esattamente 4me? “È un’interfaccia – risponde Meneghello – dove tutti possono caricare contenuti di ogni tipo (documenti word, video, videoconferenze, live streaming e così via) e collegarli ad altri utenti, cartelle e applicazioni. Una volta caricato il contenuto, si può scegliere chi lo controlla, chi lo può pubblicare e chi lo modifica. Io che ho messo su il documento, posso controllare come vengono utilizzati da colleghi e utenti. Tutto può essere gestito anche da remoto: è come avere l’ufficio in tasca”.

A breve, anticipa il fondatore, sarà rilasciata una nuova versione del prodotto. “Sarà la release che ci consentirà l’inizio del percorso internazionale. Ci caratterizzerà tanto. Puntiamo a diventare leader globali del settore. E per farlo continueremo a muoverci come sempre: lavorando a testa bassa”.

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