Dalla sua nascita nel marzo 2012 Egomnia, social network che fa incontrare aziende e aspiranti lavoratori classificando in base a un algoritmo i curricula degli scritti, ha fatto discutere. Destinatario di un’attenzione immotivata secondo alcuni noti blogger e startupper italiani, con un sito finora poco intuitivo e funzionale, che è tuttora una versione beta.
Insomma una potenziale meteora come tante nel panorama delle startup italiane. Dopo oltre due anni però la creatura di Matteo Achilli, 22enne romano studente di economia aziendale alla Bocconi che per la sua invenzione era stato soprannominato “lo Zuckerberg italiano”, è ancora in piedi e pronto al grande salto.
La Bbc lo ha infatti inserito tra i Next Billionaires, i miliardari del futuro. Tra pochi mesi, inoltre, come riporta il sito della Bbc che gli dedica anche un videoritratto, Egomnia aprirà il suo primo ufficio fuori dall’Italia, a San Paolo, in Brasile. E se i suoi numeri social non fanno faville, poco più di 22 mila follower tra Facebook e Twitter, Achilli sostiene che il suo sito è utilizzato da circa 250 mila utenti e 700 aziende.
Grandi nomi, come Vodafone, Bulgari e Ericsson, ai quali si somma l’interesse del presidente di Assicurazioni Generali, Gabriele Galateri di Genola. “All’inizio avevo dei dubbi sul progetto – spiega alla BBC il presidente di Generali – perché spesso non è facile cambiare il proprio modo di fare le cose, soprattutto in grandi aziende come la nostra. Ma adesso stiamo per firmare un contratto”.
A questo si somma la sponsorizzazione di uno dei colossi dell’informatica mondiale, Microsoft. Anders Nilsson, direttore della divisione Developer and Platform Evangelism dell’azienda fondata da Bill Gates, spiega che quando si intercetta una buona idea non c’è tempo da perdere. “Bisogna supportarla ed esportarla velocemente, altrimenti potrebbero arrivare altri con un progetto simile e passarti avanti”.“A volte dimentico di avere 22 anni”, dice alla BBC Matteo Achilli, che insieme alla gestione dell’azienda, valutata nel 2013 mezzo milione di dollari, cerca di trovare il tempo per portare avanti gli studi universitari.
Proprio alla Bocconi Matteo, durante il suo primo anno, ha ricevuto la spinta iniziale per far partire Egomnia: un altro studente aveva infatti scritto della sua idea e la notizia era stata ripresa dai media nazionali. “Il progetto è stato avviato senza aiuti – continua – perché in Italia non esiste un ecosistema di venture capital e incubatori. Il mio primo business angel è stato mio padre”.
Poi la svolta, quando PanoramaEconomy gli dedica la copertina del settimanale, definendolo appunto “Lo Zuckerberg italiano”. È così che Micorsoft è venuta a sapere e si è interessata al suo progetto. È paventata anche una collaborazione con Google.“I giovani stanno riscrivendo la storia di internet”, dice Matteo. “All’inizio pensavo che la mia giovane età fosse un limite, oggi ho capito che è la fonte del mio successo”. La BBC annuncia che è in produzione un film sulla vita di Matteo: gli era perfino stato chiesto di interpretare se stesso ma ha rifiutato. Tra gli esami e un’azienda da gestire non è che il tempo gli avanzi.